Sono trascorsi ventiquattro anni dalla strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre uomini della sua scorta.
Ventiquattro anni fa, il 23 maggio 1992, l’Italia intera venne ferita da uno dei più famosi attentati di matrice mafiosa, conosciuta con il nome di strage di Capaci. Un terribile episodio, nel quale persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della loro scorta, Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Il giudice Giovanni Falcone, insieme al collega Paolo Borsellino, aveva contribuito all’arresto e alla condanna di molti criminali, appartenenti a vari clan mafiosi.
Per questo motivo, era diventato un importante bersaglio e la sua morte venne decisa e organizzata in una riunione dei boss più pericolosi, come Salvatore Riina e Matteo Messina Denaro.
La mattina del 23 maggio Giovanni Falcone partì da Roma con un jet privato, che ospitava anche alcuni politici siciliani. Viaggiavano insieme e in segreto, in modo da evitare attacchi della criminalità organizzata.
All’arrivo a Punta Raisi, l’aeroporto di Palermo, il giudice salì su una Fiat Croma bianca. Altre due vetture ospitavano agenti della scorta. I mafiosi, però, aspettavano nell’ombra: erano già stati avvisati dell’arrivo di Falcone.
Alle 17:58, mentre la Fiat percorreva l’autostrada A29, cinque quintali di tritolo esplosero nel raccordo di Capaci, presso l’Isola delle Femmine. L’esplosione investì un’automobile della scorta e quella di Falcone, mentre colpì solo leggermente l’ultima automobile, che permise a quattro agenti -Angelo Corbo, Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e l’autista Giuseppe Costanza- di sopravvivere.Â
Per gli altri, invece, non c’è nulla da fare: il giudice muore un’ora dopo circa, per via delle lesioni subite.
L’episodio sconvolge non solo la comunità siciliana, ma l’Italia intera, e sarà l’inizio di una lotta senza precedenti per individuare i colpevoli. Nel 1995 iniziò il processo che vide imputati, tra gli altri, i mandanti Toto Riina, Bernardo Provenzano, condannati all’ergastolo nel 1997.
I resti dell’automobile furono trasportati a Roma, ed esposti nella scuola di formazione degli agenti di polizia penitenziaria.
Ancora oggi, l’Italia non dimentica il sacrificio del giudice Falcone. Una delle tante iniziative in programma quest’anno si svolgerà a Palermo, nell’Aula Bunker del carcere Ucciardone, dove si celebrerà il ricordo del giudice Falcone e delle altre vittime della mafia. L’evento sarà trasmesso in diretta su Rai Uno, a partire dalle 09:45.