Diversità, è possibile parlare di un concetto tanto ampio e difficile anche nel mondo della moda? Molti esempi di modelle e maison famose dimostrano di sì.
La diversità è ciò che ci rende unici e particolari nel nostro genere. E’ ciò che permette di non annoiarsi mai, di avere sempre un’altra prospettiva, un altro orizzonte davanti ai nostri occhi. Ma è anche un’arma a doppio taglio. Spesso le persone hanno paura della diversità e tendono a preferire la comoda e facile scelta del conformismo, seguire modelli pre-impostati, stereotipi blasonati, piuttosto che creare nuovi modelli.
Eppure qualcosa sta cambiando, il mondo della comunicazione e dei social media ha portato ad ampliare la visuale, a far entrare nel mirino pubblico anche ciò che prima era ritenuto diverso, o usando un termine modaiolo, prettamente “out”.
Pensiamo al mondo delle modelle. E’ sempre più richiesta una forma fisica perfetta, una canone di bellezza che si uniformi agli standard internazionali, bisogna sempre adeguarsi a ciò che la legge del fashion detta. Eppure esistono dei casi che ci lasciano ben sperare, che portano noi comuni mortali a sentirci parte di qualcosa, anche di un mondo come quello della moda, così elitario e irraggiungibile.
Passiamo in rassegna alcuni esempi che hanno sottoscritto la parola “diversità” e “anticonvenzionale” nel mondo delle passerelle.
Prima fra tutte, la modella affetta da vitiligine Chantelle Willy, diventata testimonial della campagne pubblicitarie Desigual e Diesel. A 13 anni i compagni di scuola la prendevano in giro paragonandola ad una mucca e facendole il verso. Oggi Chantelle Winnie è la regina delle passerelle, è diventata un esempio per aver saputo costruire una brillante carriera, nonostante la sua malattia. Anzi, ha preso la sua “diversità” e ne ha fatto un punto di forza, contro ogni tipo di pregiudizio. “Sono orgogliosa della mia pelle”, ha detto in un’intervista al The Guardian “La bellezza si nasconde in ogni cosa”.
Troviamo anche modelli transgender come Andreja Pejic e Hari Nef che hanno sfilato per maison molto famose.
Ashley Graham, modella oversize, si mostra nelle foto pubblicate sul suo profilo Instagram con tutti i “difetti” in bella vista, per dare modo alle donne di capire che la cosa più importante è l’accettazione di se stessi, del proprio corpo, anche se questo non rispecchia i canoni delle riviste patinate. Si mostra sorridente, in bici, con le sue gambe in bella vista: “un po’ di cellulite non ha mai fatto male nessuno – scrive Ashley sulla didascalia del suo scatto- smettetela di giudicare voi stessi, e apprezzate quello che la società ha definito ‘brutto’”.
Vi è anche il fenomeno definito “Grey Attitude” per definire la schiera di modelle ultrasessantenni che vengono arruolate nel mondo della moda, tanto che un’agenzia londinese ha stilato molti contratti con queste donne mature e sta riscuotendo, proprio per questa scelta – diversa? azzardata?- un grande successo. E, ancora, il colosso del low cost, H&M, ha mandato in passerella, durante la fashion week parigina, una leggenda tra le indossatrici di moda: Pat Cleveland, 65 anni. Per molti lei sarebbe in età da pensione, ma il suo modo di cavalcare la passerella dice proprio il contrario.
Da annoverare è anche il caso di Stav Strashko, modello androgino di 22 anni. La sua natura androgina, che da ragazzino lo portava a nascondersi e vergognarsi del suo corpo, è stata la chiave di volta per far decollare la sua carriera: partito quando era piccolo dall’Ucraina, è cresciuto in Israele e ora sfila per case di moda internazionali e posa per marchi molto famosi come Diesel e Thom Browne. Il mondo della moda lo ha accolto e osannato, tanto da farlo sfilare sia per le collezioni donna che per quelle uomo.
Dulcis in fundo, lo stile e le collezioni ispirate alla pittrice novecentesca Frida Kahlo. Simbolo di una bellezza fuori dagli schemi, un’icona femminile anticonvenzionale che dà tutto di sé stessa soprattutto attraverso le sue opere che contano numerosi autoritratti. La vivacità dei colori, delle linee geometriche, del taglio dei vestiti che mostrano le spalle secondo il costume messicano, ritroviamo tutto questo in alcuni capi delle collezioni estive 2016. Sono presenti, persino, ispirazioni dell’abito tradizionale messicano Charreria, gonnellone ampio e top a volant, o le coroncine di fiori che incorniciavano il volto e abbellivano i capelli di Frida.
C’è spazio per la diversità nel mondo della moda e tutti questi esempi di integrazione lo hanno dimostrato. La bellezza non deve esser vista sempre come qualcosa di perfetto e irraggiungibile, ma qualcosa che ci contraddistingue anche se intriso di difetti, elementi poco chiari, discordanti o anticonvenzionali.