Einaudi: emozioni in musica all’Auditorium

Einaudi: emozioni in musica all’Auditorium

Emozioni ipnotiche, giochi di luci, suoni e vento, gli elementi unici della prima serata di Ludovico Einaudi all’Auditorium di Roma. Si replica il 25 luglio.

Spalle al pubblico e un pianoforte a coda che guarda e abbraccia gli strumenti (e i musicisti) che lo circondano sul palco. È così che si presenta Ludovico Einaudi nella serata del 24 luglio, prima delle due tappe estive del tour Elements inserite nella rassegna musicale capitolina “Luglio suona bene”.

“Tu chiamale se vuoi emozioni…”

I tasti del pianoforte, sapientemente sfiorati dal Maestro, ipnotizzano e rincorrono i suoni di chitarre, archi e percussioni che si fanno afferrare e a loro volta inseguire dall’elegante strumento fondendosi in un’unica danza. Una danza nella quale provare a riconoscere il suono dell’uno o dell’altro si trasforma in una distrazione inutile e in un superfluo spreco di tempo.

Il silenzio quasi surreale che rapisce gli spettatori, immersi nell’atmosfera suggestiva della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, è rotto solo dagli applausi decisi e fragorosi che accolgono la fine di ogni pezzo. E lo fanno, quasi in un impeto automatico, solo dopo che le mani di ogni musicista si sono allontanate dalla fonte di quell’armonia generale, a dimostrazione dell’attenzione di un pubblico completamente coinvolto.

L’equilibrio perfettamente raggiunto dalla serata sembra vacillare quando la pioggia, silenziosa ma ineluttabile, prova a inserirsi tra il pubblico presente all’anfiteatro all’aperto, ma si trova ben presto contro un muro colorato di ombrelli che si aprono lentamente e silenziosamente per non infrangere, ancora una volta, l’atmosfera. Dopo pochi minuti, quando la pioggia desiste, è il vento a prendere il suo posto, ma questa volta l’inserimento è delicato, in un leggero movimento che sembra crescere o diminuire come condizionato dall’intensità della musica sul palco.

Einaudi: emozioni in musica all’Auditorium

“Tutto nel nostro organismo deve funzionare come un’orchestra: sono elementi che vanno accordati tra loro”

Tutto sembra coordinarsi: il vento, le mani che battono tra loro, il gioco di luci e suoni che si sussegue sul palco sono quegli elementi essenziali e indivisibili che rendono la serata un turbinio di emozioni e arricchiscono quella “mappa di pensieri” che lo stesso Einaudi cita per descrivere Elements, il suo ultimo album.

“Per mesi ho vagato dentro una miscela apparentemente caotica d’immagini, pensieri e sensazioni; poi, tutto gradualmente si è amalgamato in una danza, come se tutti gli elementi facessero parte di un unico mondo, ed io anche.” Questo è Elements, non più solo per Einaudi ma anche per chi viene piacevolmente travolto da suoni incalzanti ma dolci, freschi ma ricchi di passionalità.

Dodici brani diversi eppure, come in molti album di Ludovico Einaudi, collegati da un semplice richiamo o da una linea melodica che ritorna. Elements è forse uno dei più particolari lavori di Einaudi proprio per la ricchezza di suoni e strumenti ed è questo il punto di forza della prima serata all’Auditorium di Roma.

Una serata che si arricchisce di momenti di solo piano intensi e ripropone brani importanti del repertorio “classico” (da Nuvole Bianche a Divenire, in chiusura).

Una serata che non ha bisogno di dire nient’altro oltre quello che ha già detto la musica. Ed ecco allora che la voce di Einaudi risuona in un microfono solo per presentare i suoi compagni di viaggio agli archi, alle percussioni, chitarre e agli strumenti elettronici. E quello che potrebbe sembrare altrove un gesto di superbia o indifferenza è invece in questo caso la volontà forte di non spezzare una piccola magia. Ma, in fondo, il “Ciao Roma” strillato in chiusura come un rocker all’Olimpico è quel ritorno alla realtà che un po’ tutti i presenti si aspettavano.

Einaudi: emozioni in musica all’Auditorium

Citazione 1: Lucio Battisti

Citazione 2: Angelo D’Arrigo

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