Moda, libertà di espressione o gabbia dorata?

La libertà di espressione è un concetto scontato per le società occidentali, ma nella moda è altrettanto ovvio? Si inizia con una libera espressione per poi ridursi al più vile conformismo?

Moda = Status Symbol

Agli albori, la moda era uno status symbol, un modo per distinguersi dalla massa, un modo per rimarcare la propria appartenenza ad un preciso stato sociale. Avere la possibilità di scegliere broccati e tessuti pregiati e seguire le linee di sartoria del momento non significava esprimere la propria libertà di espressione, ma bensì la propria disponibilità monetaria.

Capovolgere gli schemi

Bisogna aspettare il Romanticismo per capovolgere le cose: secondo l’etica romantica la moda era vista come una costrizione sociale dalla quale dover fuggire, come un conformismo moderno inaccettabile per l’uomo in contatto con l’assoluto. Al sopraggiungere poi della società di massa, sarà il Dandysmo a porsi come unico baluardo dell’individuo per fuggire una sociabilità divenuta pericolosa e destabilizzante proprio per i valori più umani.

libertà di espressione
Oscar Wilde, esponente tardo Dandysmo

Ed è proprio lì che si è manifestata per la prima volta una forma di libertà di espressione, una voglia di uscire da schemi prestabiliti e dedicarsi ad una ostentazione (quasi esagerata) della bellezza e della cura del proprio aspetto. Paradossalmente queste scelte si andavano a discostare dalla massa e mettevano in luce un freddo individualismo: imprevedibilità e incostanza erano gli aggettivi fondamentali per un dandy.

Anche il Novecento è stato un secolo molto importante per la libertà di espressione nel mondo della moda, basti pensare a Coco Chanel è alla sua lotta per liberare le donne da inutili corsetti, per dare un modello diverso, dinamico e indipendente della donne moderne. Queste hanno bisogno di vestiti comodi che rendano i movimenti facili, che le fascino con eleganza ma senza renderle della bambole belle solo da guardare.

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Coco Chanel e mannequins con tubito nero

La moda ai tempi di Instagram

Ma ora arriviamo ai giorni nostri, dove la moda da elitaria si fa sempre più accessibile dato le molteplici catene di negozi di pronto moda che dilagano nel panorama internazionale e grazie al boom di social come Instagram e Pintarest.  La volontà di apparire sempre in forma, sempre in linea con le tendenze, sempre a caccia dell’accessorio di moda più richiesto, accomuna tutti.

Recentissimo è il caso della star di Instagram Essena O’neill: la sua vita nei social sembrava perfetta, viaggi, abiti alla moda e corpo da urlo. Ma poi lei si sfoga (sempre tramiti i nuovi mezzi di comunicazione) e in lacrime rivela tutto quello che stava dietro il semplice scatto postato su Instagram. Non riesce più a reggere il peso di una vita falsa, costruita ad hoc, che utilizza filtri e ritocchini perché non sa guardare le cose per quelle che realmente sono.

Essena O'neill star di Instagram
Essena O’neill star di Instagram

Una gabbia dorata in cui si annaspa per seguire un modello e un ideale che poco hanno a che fare con la libertà di espressione, ma che rendeno schiavi di uno schema già prestabilito.

Le polemiche attuali, come quelle inerenti al “burkini” indossato dalle donne islamiche hanno fatto infuriare le donne occidentali– le quali praticano la loro libertà di espressione senza esclusione di colpi, ma dimenticano la battaglia infinita per arrivarvi. E forse quella battaglia è ancora in atto.

Dal momento in cui ci leghiamo ad uno schema che i media ci impongono (fotografarsi ossessivamente, far mostra delle ultime tendenze, seguire gli influencer e imitarli in ogni scelta/mossa/posa fotografica, darsi ai tessuti ecologici perché va di moda, comprare il chiodo giallo di Zara perché tutte ce l’hanno…) non è anche quella una mancanza di libero arbitrio? Non è anche quella una negazione della nostra libertà di espressione?

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Esempio di Burkini

Libertà di espressione- cambiamento- moda…Circolo vizioso?

Esistono artisti e designer come Issey Miyake, Alexander Mcqueen, Moschino, Elsa Schiaparelli, la stessa Coco Chanel e molti altri ancora che hanno fatto del loro anticonformismo, della loro innegabile libertà di espressione (rischiando anche di compiere scelte discutibili) un baluardo contro il conformismo modaiolo.

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Scarpe Alexander Mcqueen, modello fuori dagli schemi tradizionali

La libertà di espressione è un diritto umano e come tale va esercitato e difeso ogni giorno. La paura di essere controcorrente può farci dimenticare questo concetto importante, è più facile e sicuro buttarsi nella mischia e costruirsi attorno delle sbarre dorate e lucide. Ma solo chi rischia e osa può determinare il cambiamento. Certo, questo può poi con il tempo e il processo di democratizzazione diventare una nuova moda ancora, ma abbiamo tanti modi per esprimerci e capovolgere il pensiero comune. Una di queste modalità è sicuramente la moda che rispecchierà sempre il volto della propria società.

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