Emergenza Abruzzo, tra neve e terremoti la natura non dà tregua

emergenza abruzzo

Emergenza Abruzzo, la regione del centro Italia, che insieme a Marche, Umbria ed entroterra laziale, è stata colpita negli ultimi mesi da numerosi cataclismi naturali.

La giornata di ieri, 18 gennaio 2017, non parte sotto buoni auspici. Il centro Italia è colpito da abbondanti nevicate ( erano più di 60 anni che la neve non arrivava con questa forza a colpire i territorio dell’Appennino centrale) e, oltre ai disagi che ne conseguono, si sono verificate anche delle fortissime scosse di terremoto, ben tre superiori alla magnitudo 5.

La situazione diventa paradossale: chiusi in casa e isolati nel resto dal resto del mondo, senza la possibilità di poter fuggire dalla propria casa che sembra accartocciarsi per opera della violenza del sisma.

Amatrice, sotto le tende sommersi dalla neve

Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi commenta esasperato la situazione “Non so cosa abbiamo fatto di male per meritarci tutto questo” e d’altronde è dal 24 agosto, dal rovinoso sisma che ha raso al suolo Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, che la terra non ha mai smesso di tremare. Ma con il freddo, le temperature glaciali e veri e propri muri di neve è difficile dare sostegno, supporto ed assistenza alla popolazione terremotata.

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Emergenza Abruzzo

La situazione più critica è quella dell’Abruzzo, le cui provincie sono state messe in ginocchio da esondazioni, alluvioni (la città di Pescara con vie letteralmente impraticabili dato gli allagamenti degli ultimi giorni), muri di neve nella città di Chieti, nella provincia del teramano e dell’aquilano che hanno costretto le popolazioni dei paesi a rimanere barricate nelle proprie abitazioni. Ma questo non è tutto.

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Pescara allagata
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Chieti sommersa dalla neve

Quelle comodità che riteniamo necessarie e scontate nella nostra vita quotidiana sono venute a mancare. Senza luce elettrica, senza acqua e riscaldamenti, senza la possibilità di riuscire a reperire i beni di prima necessità: questo è il panorama catastrofico di molti comuni, per lo più abitati da persone anziane, bisognose di cura e assistenza.

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Comune di Atri, provincia di Teramo
Foto amatoriale
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Cattedrale del Comune di Atri, provincia di Teramo
Foto amatoriale

Sono 74, secondo l’elenco stilato dalla Protezione civile regionale e diffuso poi dal presidente della Regione D’Alfonso, i comuni isolati e senza luce ed acqua: Abbateggio; Cappelle sul Tavo; Castiglione a Casauria; Cepagatti; Collecorvino; Elice; Lettomanoppello; Manoppello; Pianella; Roccamorice; Scafa; Spoltore; Tocco da Casauria; Turrivalignani; Prezza; Tornimparte; Ancarano; Arsita; Atri; Basciano; Bellante; Bisenti; Campli; Castellalto; Castiglione Messer Raimondo; Castilenti; Cellino Attanasio; Civitella del Tronto; Crognaleto; Giulianova; Isola del Gran Sasso; Montefino; Montorio al Vomano; Morro d’oro; Mosciano Sant’Angelo; Notaresco; Penna Sant’Andrea; Roseto degli Abruzzi; Sant’Omero; Silvi; Teramo; Torricella Sicura; Archi; Atri; Atessa; Bucchianico; Canosa Sannita; Carpineto Sinello; Casacanditella; Casalanguida; Casalbordino; Casalincontrada; Chieti; Crecchio; Filetto; Fossacesia; Fraine; Francavilla al mare; Gissi; Guilmi; Lanciano; Lentella; Lettopalena; Pennadomo; Poggiofiorito; Rapino; Roccamontepiano; Roccascalegna; San Giovanni Teatino; San Martino sulla Marrucina; Taranta Peligna; Torino di Sangro; Tornareccio; Torricella Peligna.

La luce in fondo al tunnel

Solo alcuni comuni, proprio nelle ultime ore, hanno potuto usufruire di energia elettrica e riscaldamenti, come Campli e Atri, paesi dalla grande storia artistica e culturale che hanno vissuto giorni di inferno.

Primi appelli sui Social

E finalmente l’attenzione pubblica si è spostata verso questi territori, dimenticati e abbandonati da giorni. Il primo appello è stato fatto proprio da Enrico Mentana nella sua pagina Facebook “Attenzione, perché nel racconto del sisma si rischia di non illuminare la zona del teramano, come è accaduto per il versante marchigiano a ottobre, e per il mantovano nel terremoto in Emilia del 2012. Un bambino e la sua mamma rimasti sepolti sotto le macerie di una abitazione crollata per le nuove scosse di terremoto a Castiglione Messer Raimondo in provincia di Teramo, sono stati estratti vivi dai vigili del fuoco.”

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Da quel momento i social sono diventati un mezzo di trasmissione veloce e virale delle notizie e delle necessità di soccorso nei comuni isolati. Le persone si sono attivate per veicolare messaggi e richieste di aiuto.

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Valanga sull’Hotel Rigopiano

L’ emergenza Abruzzo continua con la notizia delle condizioni critiche in cui versavano gli ospiti dell’Hotel Rigopiano, struttura a 1200 mt di altezza sul versante pescarese del Gran Sasso, precisamente nel comune di Farindola.

Si contano più di 20 persone all’interno, intrappolate nella struttura a causa di una slavina (conseguente probabilmente alle forti scosse del terremoto) che si è riversata sull’albergo, distruggendolo e spostandolo addirittura di 10 mt.

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Hotel Rigopiano distrutto dalla Valanga

I soccorritori hanno impiegato tutta la notte tra il 18  dil 19 gennaio per raggiungere la struttura a causa delle condizioni climatiche impervie, arrivando addirittura con gli scii là dove i mezzi pesanti non riuscivano a passare. Soccorso alpino, ambulanze, vigili del fuoco e protezione civile, una grande squadra per riuscire a salvare gli ospiti dell’hotel Rigopiano. Ma lo scenario è agghiacciante, per adesso solo due superstiti sono stati ritrovati vivi e più di 20 persone sono ancora disperse.

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Vigili del Fuoco in azione all’Hotel Rigopiano investito da una slavina

Sono questi i momenti in cui la popolazione italiana è portata inevitabilmente a riflettere.

Diamo per scontati i nostri averi e le nostre comodità e non immaginiamo cosa possa significare vivere senza luce, gas, riscaldamenti, senza poter chiamare i propri cari, senza poter chiedere aiuto. Sentirsi soli.

La popolazione del centro Italia è forte e coraggiosa e lo ha dimostrato con la costanza e l’animo con cui ha affrontato tutte le avversità. Ma non bisogna né dimenticare, né abbandonare questi paesi che costituiscono il cuore della storia d’Italia, che mantengono ancora vivo il fuoco delle tradizioni e dei costumi antichi.

I riflettori non si devono spegnere, quando il clou della tragedia sarà passato. È questo è un monito per costruire e (ri)costruire un’Italia migliore e consapevole.

Il cuore italiano batte più forte che mai e neanche il gelo e la fitta neve che cade da giorni può far spegnere il fuoco della speranza.

Ringraziamo, chi lavora notte e giorno per liberare le strade, per soccorrere persone, per arrivare ai paesi più isolati dell’entroterra: il soccorso alpino, la protezione civile, l’esercito e i vigili del fuoco. Piccoli eroi che lavorano in silenzio.

E, vi ricordiamo, se volete aiutare la popolazione di Amatrice, costretta sotto tende e container ad affrontare il rigido inverno, che è possibile dare una propria donazione tramite l’acquisto del Calendario 2017 di Aicem al solo costo di 10 euro scrivendo all’indirizzo email comunicazione@aicem.it o info@aicem.it. I soldi saranno devoluti alla Croce Rossa Lazio che si occuperà di investirli nel sostegno della popolazione.

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