Sanremo 2017: le pagelle dal Terzo Settore

Terminato il Festival della Canzone Italiana, si lascia spazio a critiche e riflessioni che quest’anno non coinvolgono solo testi di canzoni, ma al ruolo che il Terzo Settore che ha giocato nel mondo artistico: “perché Sanremo è Sanremo!”.

L’arte (e la musica più che mai in questo caso) è espressione, comunicazione e spirito di condivisione: è la possibilità, per esempio, di “fare il verso”(spesso in eurovisione) a una società malata risvegliando la coscienza critica della collettività, ma è anche, in una visione più ottimistica, l’opportunità più unica che rara di aderire a messaggi di fiducia e speranza. Cosa accadrebbe quindi se a varcare le soglie del Festival musicale più seguito e commentato d’Italia fossero associazioni, enti o istituzioni facenti capo a vario titolo al mondo del Terzo Settore, in una perfetta mistione di creatività e spirito di cooperazione? Non resta che scoprirlo con le pagelle preparate “ad hoc” per Sanremo 2017.

Raoul Bova e il centro polifunzionale

Ad annunciarlo nella prima serata di Sanremo è stato proprio lui, l’acclamato superospite Raoul Bova, ideatore e promotore dell’iniziativa: grazie infatti ad un accordo siglato da “Io ci sono Onlus” e dalla Croce Rossa Italiana, prende vita il progetto di creazione di un centro polifunzionale ad Amatrice. Un luogo di aggregazione sociale con spazi ludico ricreativi e di ristoro enogastronomici, ma anche un punto di riferimento per la formazione e per l’assistenza socio-sanitaria. Un progetto bellissimo, ma la domanda sorge spontanea e “scimmiotta” il titolo di una nota canzone: Si può dare di più (?).  Voto 7 e 1/2.

(C’è da dire anche che gli unici riferimenti per seguire le attività di questa associazione sono il sito per raccogliere fondi e gli articoli di promozione dell’evento che però non sono aggiornati da novembre, o almeno noi altro non abbiamo trovato n.d.e.)

raoul sanremo

Gli eroi del quotidiano e gli angeli di Rigopiano

“Di eroi ce ne sono tanti. Basta saperli vedere, guardare”; terminata l’introduzione di Maria De Filippi, una vera e propria Standing Ovation (e non potrebbe essere altrimenti del resto) accoglie (sempre nella prima serata del Festival) con calore e commozione gli “eroi del quotidiano”, dai rappresentanti di Guardia di finanza, Croce Rossa, soccorso alpino, esercito, protezione civile, vigili del fuoco, alle unità cinofile, tra cui anche gli “angeli” di Rigopiano. Irrompono sul palco dell’Ariston ricordando a tutti i telespettatori, attraverso il racconto della tragedia del Centro Italia, l’importanza dell’aiuto incondizionato e della cooperazione senza secondi fini, lontano da mistificatori quadri di popolarità. Voto 10.

ricopiano sanremo

Il bullismo raccontato dai ragazzi di “MaBasta”.

A dominare le luci della ribalta nella prima serata sono anche i ragazzi dell’associazione del Friuli Venezia Giulia,contro il bullismo MaBasta (acronimo di “Movimento anti bullismo animato da studenti adolescenti”), nata dopo il tentativo di suicidio di una dodicenne a scuola. Stupisce la capacità di creare un monito e la volontà di denuncia di Giorgio e Francesca, testimoni, con le loro felpe rosse, di atti di violenza inaudita nell’era del cyberbullismo, che attraverso l’impegno quotidiano, come quello per la prossima campagna social #MaBastaChallenge, invitano la società a prendere una posizione di condanna definitiva verso atti di supremazia insensati e troppo spesso sottovalutati. Voto 9.

mabasta sanremo

I Reciclados de Cateura e l’arte del recupero.

A farla da padroni nella terza serata di Sanremo sono senza dubbio i componenti dell’ Orquesta de Reciclados de Cateura,  formata da ragazzi che vengono proprio da Cateura, una località ai bordi di Asuncion, Paraguay, sorta attorno a una discarica. I ragazzi infatti suonano strumenti costruiti utilizzando materiali riciclati presi dalla discarica e girano il mondo come testimonial dell’Unicef; calca il teatro Ariston una tematica sociale importante e mai banale: quella della povertà. Attraverso il racconto della piccola Celeste, che elogia il suo violino costruito interamente con lattine usate, è semplice ricordare i vizi di una società odierna quanto mai capitalista e poco attenta allo spreco, in una bizzarra ma più che riuscita fusione tra musica e consapevolezza. Voto 10.

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I Ladri di Carrozzelle e l’elogio alla vita.

E infine, dulcis in fundo, aprono la serata conclusiva del Festival  i Ladri di Carrozzelle, una famosa band musicale composta esclusivamente da persone affette da disabilità, che dedicano la performance a Pietro Petrullo, ex componente deceduto pochi giorni fa; nella loro esibizione c’è più di semplice carica energica, di gioia e positività: è un inno, un elogio alla vita tutto personale che si sprigiona in tutta la sua semplice bellezza attraverso le parole del cantante che grida “stravedo per la vita”. Voto 10.

ladri di carrozzelle sanremo

Al di là di ogni critica e polemica sollevata sulle canzoni, sui cachet accettati o restituiti e sulla simpatia dei conduttori, la sessantasettesima edizione del Festival di Sanremo ha avuto il merito di provare a risvegliare un bagliore di senso civico e di amore per il proprio Paese. Durante le serate c’è anche stato spazio, infatti, per la storia di italiani semplici, non famosi, ma che hanno avuto il coraggio di essere fedeli e coerenti nel loro percorso con i loro valori di rispetto e amore per la vita e per l’Italia e che per questo hanno meritato tutta la luce e il calore dell’Ariston.

Un voto quindi va anche a chi questo Festival lo ha diretto e organizzato perchè se è vero che la protagonista assoluta del Festival è la Musica, è anche vero che ognuno di noi è chiamato a impiegare i propri talenti per rendere il mondo un posto migliore. Quindi un sentito grazie da parte degli operatori del Terzo settore a Maria, a Carlo e a tutti coloro che hanno aiutato a mettere in luce, a volte in modo impacciato, queste storie semplici, sicuramente differenti tra loro ma unite da qualcosa: la forza del racconto e la voglia di cambiamento. Voto 9 e 1/2.

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