Stereotipi: ma l’arte contemporanea è davvero arte?

L’arte contemporanea può essere un argomento controverso. Spesso criticata, non capita o additata come prodotto di poco conto, è veramente da considerarsi meno valida dell’arte classica o moderna?

Gli stereotipi, quando si parla di arte contemporanea, sono quasi sempre l’ingrediente fondamentale di dibattiti e discussioni. Troppo spesso si sentono infatti ripetere dal pubblico di qualsiasi museo d’arte contemporanea commenti del tipo: “Cos’è questa roba?”. Tuttavia, nonostante pensare che l’arte contemporanea non sia vera arte è diventato ormai un cliché, la storia racconta tutt’altro! Per questo oggi abbiamo deciso di parlarvi della famiglia Guggenheim. Una famiglia di collezionisti privati che ha amato l’arte contemporanea per farla conoscere, sfidando gli stereotipi.

Arte contemporanea, quando il presente diventa passato

Tutte le forme artistiche sono state contemporanee.

Questa, che può sembrare una sciocca riflessione, è forse una verità poco presa in considerazione. L’arte contemporanea è propria di un determinato presente storico. Il tempo vede nascere l’arte e la influenza a tal punto da farla divenire da contemporanea a moderna e da moderna, antica. Non è affatto facile seguire il flusso dell’arte, perché questa come ogni scoperta scientifica o corrente artistica in genere, viaggia tra i secoli mutando agli occhi di chi la giudica. Questo significa che l’arte va compresa e accettata per la verità che racconta nel momento stesso in cui essa è nata. Ovviamente se il prodotto artistico è vero, ossia è capace di suscitare emozioni, rimarrà sempre valido. Il problema nasce quando l’arte supera i confini dell’oggettività per preferire la rappresentazione astratta di idee.

Arte contemporanea, i Guggenheim e il loro insegnamento

Questa riflessione, divenuta una guida per gli artisti a cavallo tra ‘800 e ‘900, è stato il mantra dei Guggenheim. Infatti grazie ad Hilla Rebay, consulente della famiglia Guggenheim, la concezione di arte “non-oggettiva” ha segnato il futuro dell’arte contemporanea.

Il concetto e idea di arte non oggettiva di Kandisky, ripreso dalla Rebay, spiega che l’arte è invenzione artistica generata dallo spirito e pervasa da un’essenza mistica. Quest’idea, datata 1911, ha permesso all’arte contemporanea di entrare nelle collezioni private dei Guggenheim, divenute oggi raccolte artistiche esposte nei musei pubblici più noti al mondo. Il genio di Solomon R. Guggenheim e l’estro della nipote Peggy hanno dato così un futuro all’arte contemporanea. I Guggenheim infatti sono stati capaci di non lasciarsi influenzare dallo stereotipo sull’arte. Non si sono detti “Che roba è questa”, ma hanno saputo guardare l’arte con l’anima. In questo modo artisti come Jackson Pollock, Jean Arp, Marcel Duchamp, André Breton e molti altri hanno fatto la differenza.

Noi di Openmag abbiamo deciso di dare spazio all’arte e alla riflessione su di essa, qualunque sia purché espressione di un linguaggio, di un emozione o semplicemente portatrice di un messaggio da scoprire.

A concludere questa riflessione lasciamo allora una citazione, quella di un pensiero di Peggy Guggenheim.

“Grazie alla visione di un grande uomo [Solomon Guggenheim], da lungo tempo dedito a collezionare e preservare la vera arte, attraverso il mio lavoro e la mia esperienza il nome Guggenheim ormai rappresenta un ideale artistico”.

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