Una mensa per educare: la salute passa attraverso il cibo

mensa bambini

Domani, Venerdì 21 Aprile 2017, dalle ore 9.30, una decina di bambini visiterà il centro cottura di via Ulisse Nursia (L’Aquila) per capire l’importanza della correlazione tra salute e cibo, secondo il progetto promosso da ActionAid e Vivenda Spa “La commissione mensa delle bambine e dei bambini”.

Il cibo è nutrimento, qualcuno direbbe non solo per il corpo, anche per l’anima, ma è anche qualcosa di più: come ricorda lo spot principale dell’ Expo di Milano 2015: “Il cibo è scoperta, è colore, è scambio, è spreco”. Numerose sono quindi le correlazioni tra il cibo e le sue funzioni socio-culturali (di aggregazione o anche artistiche in una società delle immagini come quella contemporanea).

Cosa accade però quando a mancare è il legame più stretto e importante di tutti, quello tra cibo e salute? Lo sa bene ActionAid che, in collaborazione con Vivenda Spa, ha promosso un progetto dal nome “La commissione mensa delle bambine e dei bambini” per educare i più piccoli ad una sana e corretta alimentazione che si concluderà domani 21 Aprile 2017.

La relazione sanità-nutrimento secondo ActionAid e Vivenda Spa.

Si terrà dunque domani 21 Aprile 2017, dalle ore 09:30, la seconda parte del progetto educativo “La commissione mensa delle bambine e dei bambini” promossa da ActionAid con il supporto di Vivenda Spa, la cui fase principale è stata “Monitoraggio degli sprechi”. Alla presenza dell’assessore alle politiche sociali con delega alle politiche educative e scolastiche Emanuela Di Giovanbattista e delle altre autorità cittadine, dieci bambini, scelti in rappresentanza di quattro scuole dell’Aquila, faranno visita al centro cottura di via Ulisse Nursia gestito da Vivenda.

A distanza di due settimane dal primo appuntamento che ha visto la partecipazione di altri dieci alunni, si ritorna nella stessa struttura  per capire da vicino come funziona un centro di cottura. Un’idea di progetto che dal Gennaio 2017 ha coinvolto già oltre 200 bambini per aiutarli a familiarizzare con una idea di alimentazione che sia appetibile ma anche sana, oltre che a sensibilizzare di riflesso anche i genitori, responsabili quotidianamente delle scelte alimentari dentro e fuori casa.

La mensa come metafora di scelte responsabili.

Accompagnati dallo staff di nutrizionisti, cuochi e personale tecnico-amministrativo della filiale aquilana, i bambini seguiranno un percorso che li porterà a comprendere l’importanza delle varie fasi di produzione, dalla ricezione e stoccaggio delle derrate alimentari fino alla preparazione e spedizione dei pasti nelle scuole. Inoltre gli sarà spiegato come si preparano i menu, i concetti di stagionalità (per nulla scontata nelle regole del mercato globale) e corretta alimentazione e gli saranno illustrati accorgimenti in materia di sicurezza e qualità.

Secondo Lisa Di Dino, dietista del centro cottura Vivenda, il momento più stimolante della giornata è lo spazio dedicato alle domande, in cui i più piccoli si mostrano incuriositi dalle varie tematiche affrontate, in particolare riguardo alle scelte da compiere su cosa mangiare e quando, dando vita a dibattiti per nulla scontati.

Il pericolo dell’alternativa sbagliata.

Non è la prima volta che ActionAid, in quanto a responsabilizzazione delle scelte nutritive, ci mette la faccia: il progetto portato avanti in questi mesi infatti è solo la punta dell’iceberg di una grossa campagna di sensibilizzazione sulle tematiche di una corretta alimentazione. In questo senso va vista sia la partecipazione della stessa ActionAid con Slowfood, Cittadinanzattiva e la carta di Milano nell’alleanza “Italia Sveglia”, sia la petizione, ad oggi ancora attiva, #IOMANGIOGIUSTO, promotrice di una revisione delle linee di indirizzo per una corretta alimentazione scolastica, coinvolta in un giro d’affari di 380 milioni di pasti l’anno.

Nella battaglia tra sano e dannoso, sembra però che il secondo stia avendo la meglio: i dati recenti sull’obesità infantile infatti sono a dir poco allarmanti: secondo il rapporto della commissione ECHO (Ending Childhood Obesity) dell’Organizzazione mondiale della Sanità, il numero dei bambini in sovrappeso dal 1990 ad oggi sarebbe raddoppiato, attestandosi sui 15.5 milioni (facendo sobbalzare la Francia che ha appena escogitato un nuovo sistema di etichettatura a colori in base alla quantità di grassi e zuccheri contenuta nei cibi).

Non basta quindi frenare le pretese del marketing sui prodotti per i più giovani, così come non bastano le grida di aiuto da parte delle associazioni che restano isolate da un omertoso vuoto istituzionale, apparentemente giustificato dalla logica del profitto a spese delle generazioni future.

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