Avventure moderne tra sacro e profano

avventure moderne tra sacro e profano

Un’avventura tra sacro e profano, quella che vi proponiamo questo mese su Openmag. Un viaggio tra mondi diversi, tradizioni e cambiamenti da intraprendere passando esclusivamente da una rubrica all’altra.

Nell’Italia delle tradizioni, spesso legata al passato, alla religione e alla storia quanto c’è ancora di “sacro” nella vita di tutti i giorni? E quanto invece è cambiato il mondo “profano”, che avvolge la quotidianità e il presente?

È partendo da queste domande che abbiamo deciso di aprire le nostre riflessioni di maggio, mese mariano per la tradizione religiosa e, per quasi diretta derivazione, della festa della mamma per quella laica.

E allora quale momento migliore, se non questo, per intraprendere un insolito viaggio alla scoperta di questi due termini. Un’avventura tra sacro e profano, che cercheremo di farvi vivere attraverso le nostre rubriche. Un percorso in cui esempi e storie di commistione tra questi due mondi si confonderanno con i punti di domanda su come il rapporto tra sacro e profano potrebbe evolvere in futuro.

Tra passato e presente

Quell’etimologia che voleva il sacro come un mondo “separato”, impregnato di quel divino che lo rende inviolabile per eccellenza, sembra oggi aver sfumato incredibilmente la sua natura. In un mondo in cui i confini diventano sempre più difficili da tracciare, anche quelli tra sacro e profano sembrano aver dovuto imparare a dialogare per trovare un loro equilibrio. Tutto nuovo. Tutto – o in larga parte – ancora da scoprire.

Quello che però è chiaro è che il mistero del sacro ha iniziato a irrompere nel quotidiano varcando di molto le porte delle Chiese e degli edifici religiosi in generale. E gli esempi, anche linguistici, del cambiamento della percezione dei due concetti non sono mancati in questi anni. Dal “buon pranzo” di Papa Francesco, diventato ormai un’abitudine non solo per i fedeli riuniti in piazza San Pietro, all’uso dei social da parte del Pontefice stesso. Il tutto passando per le discussioni riguardo temi etici che tante volte hanno mostrato la distanza del mondo religioso da quello profano, ma talvolta anche aperture e spiragli di ammorbidimento delle posizioni tradizionali.

Con questo spirito Sara ci ha portato quindi a guardare in un modo tutto nuovo la rivoluzione “sacra” apportata dal digitale. Analizzando il caso dell’account twitter @Pontifex e di una comunicazione completamente rinnovata abbiamo iniziato a domandarci quali siano stati i risultati del nuovo modo di dialogare tra sacro e profano. Per comprendere meglio l’attualità abbiamo però ritenuto opportuno spingerci anche indietro nel tempo, al momento in cui questo cambiamento è avvenuto. E così Valeria ci ha fatto viaggiare fino all’epoca in cui gli artisti sono riusciti ad affiancare l’arte sacra alle emozioni e al realismo del mondo profano.

Cos’altro ci aspetta

L’appuntamento con la musica di questo mese, in programma per martedì 9, ci racconterà Patti Smith, la “sacerdotessa del rock”: una rockstar a metà tra la “musica del diavolo” e una vita basata su una sua religione laica. Giovedì 11 Carolina partirà invece da esempi di commercio equosolidale per approfondire nella rubrica di terzo settore la sacralità del rispetto dell’ambiente da parte di molte popolazioni, in un’ottica talvolta diversa rispetto a quella “profana” occidentale.

Domenica 14 sarà la volta della moda: elemento profano per eccellenza, come si accorda con il mondo del sacro e, dunque, della religione? Ce lo spiegherà Gaia, cercando di chiarire se si possa essere alla moda pur rispettando i dettami delle religioni e se esista una moda “sacra”. Sabato 20 Marco ci condurrà invece tra i colori e i significati dei fiori alla scoperta di un linguaggio affascinante che richiama il mistero del sacro e aspetti del profano.

Giovedì 25 sarà la volta di Irina e di un viaggio tra le processioni del nostro paese in quel persistere di tradizioni religiose ancora molto forti in alcuni casi e luoghi d’Italia. Chiuderemo infine il mese con Andrea e il suo pezzo su Luis Buñuel, regista “ateo per grazia di Dio”.

Chi l’ha detto quindi che sacro e profano non possano coesistere? Di certo non noi di Openmag, che vi auguriamo invece di perdervi tra le parole e le riflessioni che abbiamo preparato per voi!

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