Il cinema spagnolo arriva nelle sale italiane

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Il Festival del cinema spagnolo andato in scena a Roma negli scorsi giorni ci ha lasciato pellicole degne di nota. Oggi, intanto, arriva nelle sale “La notte che mia madre ammazzò mio padre”.

Oggi arriva nelle sale italiane “La notte che mia madre ammazzò mio padre”, divertente commedia noir di Ines Paris distribuita da Exit. Cosa aggiungere agli entusiastici commenti sul ritmo serrato del film, sui paragoni alla Christie. La regista accompagnata da Belen Rueda, già conosciuta per altre pellicole al grande schermo, come Mare Dentro e Con gli occhi dell’assassino, ha presentato questo film in una sala gremita del Cinema Farnese a Roma durante il Festival del Cinema Spagnolo.

Ha mostrato tutta la sua umanità e sicuramente l’immensa passione per il cinema.

Ciò che maggiormente ha inciso su questa pellicola è stata la crisi economica, nata da un’idea abbastanza vicina alla realtà, ovvero regista, produttore e attore che si ritrovano a una cena e cercano un possibile attore conosciuto di bella presenza e che possa partecipare anche finanziariamente alla creazione del film. Novità svelata dalla regista è che questo film nato e sviluppatosi nelle stanze di casa prevedeva un protagonista che arrivasse dall’America, un attore conosciuto e alla fine ha vinto su tutti un attore argentino, Diego Peretti che nonostante le apparenze non aveva nessuna conoscenza del ballo latinoamericano, piccolo scherzo del destino, visto il bellissimo e seducentissimo duo con Belen Rueda.

In questo incontro è venuta fuori una regista capace di mettersi in gioco, di stupirsi, e con umiltà accettare e prendere in considerazione di mettere mano alla propria creatura, un po’ grazie ai consigli di chi le lavora accanto, un po’ per caso, come la storia della parrucca della giovane Patricia Monterro. Una parrucca scelta per distinguerla dalla Rueda, per darle un tocco particolare, e che per caso rimane fra le mani di un terzo attore. Un caso però che la stessa regista non si lascia sfuggire. Anche di questo è fatta questa pellicola.

Julieta

Altro incontro degno di esser ricordato è quello di Rossy De Palma, che è entrata nel cast del film diretto da Pedro Almodovar, Julieta. In sala il suo personaggio è stato amato, è stato contestato e ha lasciato un sorriso, anche se a volte amaro. Nella storia raccontata dal regista spagnolo emerge in una bellissima Spagna del Nord la figura dell’attrice Emma Suarèz che manifesta profondamente la sua contraddizione e le sue menzogne messe in campo per affrontare la morte dell’uomo che amava. Rossy ha spiegato mirabilmente come questo film chiede continuamente una redenzione degli attori, contesi fra una schietta verità come quella del personaggio da lei interpretato e quello del resto della famiglia per cui lavora, che ha costruito il suo equilibrio su un cumulo di bugie nella profonda ricerca continua di una verità che libera, di una sincerità che redima e che sciolga i cuori in una vicinanza reale e non solo fisica.

Un monstruo de mil cabezas

Altro film del Festival Spagnolo che racconta una realtà amara “Un monstruo de mil cabezas”, di Rodrigo Plá che mostra la lotta di una donna per dare un supporto medico a suo marito in attesa dei trattamenti per un tumore. Nella storia emerge una profonda non accettazione di una moglie alla richiesta del marito di lasciarsi andare dopo tanto dolore sofferto a causa della malattia. Nonostante l’inizio lento, ad animare la visione allo spettatore arrivano colpi di pistola, e di scena. Un intreccio familiare dove rimandi e continue mancanze di responsabilità si mescolano a cambi repentini dei personaggi in scena che colpiscono in modo diretto lo spettatore.

El Olivo

Fra le pellicole più rappresentative del Festival spagnolo certo non si può dimenticare “El Olivo” e la superba interpretazione di Anna Castillo, che le è valso il premio Goya per la sua recitazione come miglior esordiente. Un film in cui la testarda Castillo emerge trainando il cuore oltre la semplice accettazione dei problemi familiari, che provoca col suo atteggiamento incostante ma coinvolgente, fatto di domande che rispondono ad altre domande. Il suo personaggio colpirà non solo i familiari, ma riuscirà a coinvolgere un folto pubblico proveniente dalla rete, grazie all’iniziativa di alcune giovani tedesche che hanno conosciuto e condiviso la sua storia. Uno scontro fra modernità e radici alla ricerca di ciò che è realmente importante, cosa vincerà lo lascio scoprire agli spettatori.

Cerca de tu casa

Un momento dolce è rappresentato da “Cerca de tu casa”, un musical che racconta le difficoltà di una giovane famiglia alle prese con un crisi che ha attanagliato tutta la Spagna trattando con delicatezza e profondo orgoglio umano il tema degli sfratti causati dal forte rallentamento dell’economia. Emergono le dolcissime note della bellissima Silvia Pérez Cruz cantante che interpreta nella pellicola Sonia. Segno particolare che emerge anche in altre pellicole spagnole è la lieve dimenticanza della regola dei terzi per introdurre un nuovo personaggio, come una copertina che ci introduce in un nuovo capitolo della storia.

La Mano invisible

Stesso metodo rispetto a quello appena citato viene utilizzato nel film “La mano invisible” di David Macián: viene messo in scena un esperimento/spettacolo in cui alcuni lavoratori, dall’addetta al call center, al muratore, al macellaio e molto altro lavorano contemporaneamente sullo stesso palco sotto gli occhi degli spettatori presenti in sala per acclamare e indirizzare il lavoro dei giovani partecipanti al gioco.

La scelta delle copertine viene adottata anche nel film “la vendetta di un uomo tranquillo”, già presente nelle sale italiane ma riproposto nel Festival nel cinema spagnolo.

Neruda

Ultimo film da segnalare è “Neruda”, del cileno Pablo Larrain, pellicola dedicata alla contestata e ispiratrice figura di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, in arte Pablo Neruda. Una fotografia attenta volta a raccontare come gli stessi personaggi del film sono creati e distrutti dallo stesso scrittore, che anima e guida il popolo che riconosce in Neruda una guida nel momento della repressione.

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