I Carbonari: la dichiarazione della legalità

I Carbonari: la dichiarazione della legalità

Si è svolta lo scorso 15 Giugno 2017 l’inaugurazione de ” I Carbonari “, locale in via San Cosimato a Roma che, dopo essere stato confiscato alla ‘ndrangheta, risorge dalle sue ceneri per essere affidato agli studenti dell’Istituto Alberghiero Tor Carbone.

“Giustizia è fatta”, è una massima che si sente sia nei tribunali che nei luoghi della collettività, e contiene in sé dei precisi significati. La giustizia infatti va sicuramente di pari passo con il concetto di legalità ed infrazione delle regole imposte da parte di uno o più, ma in particolare (e se ne sottovalutano le implicazioni) con la rottura del contratto sociale tra le istituzioni e la comunità. Spesso infatti nella società odierna ci si abitua per inerzia alla dissoluzione dello “stato di giustizia” e mentre viene meno la legalità nelle azioni compiute, svanisce cinicamente anche la fiducia verso una società meno corrotta. Esiste un rimedio a questa disgregazione di aspettative nell’onestà? Sembrerebbe di si, e l’inaugurazione de I Carbonari ne è un ottimo esempio.

I Carbonari come allegoria di una rinascita della società.

Si è svolta lo scorso 15 Giugno 2017 l’inaugurazione de  ” I Carbonari ” (alias ex Rosticchio), locale in via San Cosimato a Roma (nel cuore del quartiere trasteverino) che, dopo essere stato confiscato alla ‘ndrangheta, risorge dalle sue ceneri per essere affidato agli studenti dell’Istituto Alberghiero Tor Carbone.

E’ il lontano 2014 quando il palazzo dove nasce Alberto Sordi vede aprire un nuovo locale dedicato al take away made in italy, Rosticchio, che riesce a passare inosservato fino a  che un’anno fa, una indagine delle Forze dell’Ordine porta al sequestro dell’attività, confiscata a un clan della ‘ndrangheta. Il locale quindi ha già un pesante trascorso dietro di sé, una sorta di lettera scarlatta propria (purtroppo) di molti ristoranti della capitale, che però i ragazzi dell’Istituto vogliono cancellare con i loro sorrisi emozionati, l’ingenuità (quella buona) degli sguardi e con l’impegno  e la giusta dedizione nella cucina come nella gestione.

“Pizza e fritti” ma non solo: gli studenti dell’ IPSEOA Tor Carbone prepareranno anche ricette tipiche della  tradizione culinaria romana e piatti più elaborati  secondo il modello di una rosticceria da asporto, (con l’aggiunta di alcuni tavolini per una breve sosta) lavorando nel seminterrato di 200 metri quadri, dove è stato ricavato il laboratorio di cucina, montato dai ragazzi stessi con l’aiuto dei professori. Il principio ideato è quello del turnover: quattro studenti tra bancone e cucina che si avvicenderanno ogni settimana, coordinati da un supervisore esperto. La vera rivoluzione però sta nello sviluppo del piano gestionale: la cooperativa Alpha 53 ( alfa come simbolo di un nuovo inizio e 53 come il numero civico dell’Istituto) sorta per l’occasione, pagherà un affitto ai proprietari delle mura, mentre gli incassi saranno riutilizzati per attività di ristorazione e turismo.

La rivincita delle istituzioni.

All’’inaugurazione de “I Carbonari” sono presenti proprio tutti: dalla Sindaca di Roma Virginia Raggi alla Preside del Tor Carbone Cristina Tonelli, da Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, politico e sindacalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1982, visibilmente orgoglioso della riuscita dell’iniziativa, a Riccardo Cocco, presidente del Consiglio d’istituto ma anche vicepresidente della Cooperativa Alfa 53. E’ proprio quest’ultimo a voler raccontare a tutti i presenti la genesi del progetto: racconta di come l’idea sia partita dalla Preside durante un convegno sulla legalità all’Hotel Gianicolo, anch’esso sequestrato alle mafie e dato in gestione a un privato, e di come, nonostante l’ex “Rosticchio” fosse fermo già da un anno, abbiano voluto entrambi raccogliere la sfida di risollevarne le sorti per poter dare la speranza di un futuro non solo ai propri studenti, ma a tutta la collettività.

Al taglio del nastro è presente anche la Sindaca Virginia Raggi che ci tiene a sottolineare come ogni singola persona messa in moto per far funzionare il progetto abbia costituito un tassello di un quadro più complesso raffigurante la giustizia; la Sindaca parla poi di come sia in questo modo partito un circolo virtuoso che, con l’inaugurazione e con la forza di chi lo porterà avanti ,ha in sé sia la fine che un nuovo inizio.

La generazione dei Carbonari.

Parlando con gli studenti dell’ Istituto, da Marco, 18 anni appena compiuti, ad Andrej di 16, il messaggio che passa è univoco e immediato: l’apertura de “I Carbonari” non solo è l’occasione per un’alternanza scuola-lavoro che sia di qualità, non solo rappresenta una nuova opportunità di crescita e un punto di riferimento in più a livello professionale, ma vuole essere un “segnale forte”, sia per la lotta alla criminalità organizzata, sia alla disoccupazione giovanile di cui tanto si discute ultimamente.

Alessandro, di 14 anni, è il più piccolo ma anche il più determinato: oltre a ribadire con convinzione il concetto di opportunità, vuole segnare marcatamente  una linea di confine tra prima e dopo, una differenza quanto mai netta tra il noi e il loro, tra chi si nasconde dietro attività illecite e chi preferisce lavorare alla luce del sole per il bene della società.

L’inaugurazione è un tripudio di gioia: ai partecipanti si aggiungono gli avventori della strada e i turisti incuriositi, in un’unica folla che vuole celebrare orgogliosamente la fede nella giustizia. La parola Carbonari così, non sottolinea solamente la provenienza dei ragazzi (Istituto Tor Carbone) e il riferimento a un noto piatto della tradizione romana, ma diventa baluardo della giustizia e della possibilità di una nuova vita da ricostruire sopra le macerie lasciate dalla criminalità.

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