Energie su grande schermo: la comicità-lampo dei fratelli Marx

Energie su grande schermo: la comicità-lampo dei fratelli Marx

Caustici, politicamente scorretti, forsennati, spesso intraducibili. Nessuno come i Marx Bros  incarna la Rivoluzione comica ancora oggi, a pochi giorni dal quarantennale della scomparsa di Groucho.

Leonard è un donnaiolo impenitente, dunque viene soprannominato Chico. La sua maschera, assai politicamente scorretta, sarà quella dell’italoamericano rozzo e manesco. Adolph, che in scena suona l’arpa, diventa Harpo. Quando parla il pubblico non ride molto. Con un’enorme parrucca rosa, muto come un pesce, diventerà l’anima surreale del gruppo.

Il prossimo 19 agosto saranno quarant’anni che è entrato nella Storia. Per il suo carattere brontolone, Julius diventa Groucho. Occhiali, baffoni dipinti, un enorme sigaro, battute fulminanti a raffica, sarà lui il front-man della ditta, oltre a diventare una delle più celebri maschere comiche di tutti i tempi.

Le ghette di Milton lo fanno diventare Gummo. Per i fratelli maggiori è un’eccellente spalla. Sarà l’unico ad andare in guerra ma il suo arrivo al fronte coincide con l’armistizio. Quando torna a casa, il suo posto in scena è occupato dal fratello minore Herbert. Gummo cambierà mestiere e farà fortuna come imprenditore e come agente dei suoi parenti. La leggenda vuole che i nomi nascano durante una partita a poker nel 1914. Il giovane Herbert è già stato chiamato Zeppo, con molteplici ipotesi di spiegazione.

La sera che viene chiamato di corsa per rimpiazzare Gummo sul palco deve rinunciare a un’uscita a quattro con un amico e due ragazze. Quella sera il suo destino dovrebbe cambiare comunque ma in peggio, visto che la serata degenera e l’amico uccide una delle due malcapitate. Zeppo invece è in scena con i fratelli e, con la sua faccia pulita da ragazzino, si guadagna il ruolo di “Marx normale”.

La via “marxiana” alla comicità: il fragore del sonoro e la velocità del muto

In una celebre scena del loro primo lungometraggio, Le noci di cocco (1929), Groucho parla di un viadotto (viaduct) e Chico invece capisce Why a duck? (“Perché un’anatra?”). Una sequenza cult che spiega come l’intraducibilità sia stata per i fratelli Marx un ostacolo da superare. Appartenenti alla generazione nata con il grande schermo, alla fine degli anni ’20 aggrediscono il neonato cinema sonoro con una comicità inarrestabile. O meglio, con più comicità inarrestabili.

Uniscono la comicità fisica del muto a quella parlata, con battute a ripetizione, delle tavole del vaudeville da cui provengono. La parola e il linguaggio vengono sistematicamente destrutturati, sezionati, trasformati in strumenti comici. Un mix a cui si aggiunge una forte vena satirica che diventa una tappa fondamentale nella storia della comicità yiddish americana. Un caos sinfonico e perfetto.

Il loro umorismo fortemente baricentrato sulla mentalità USA li rende per lungo tempo meno studiati nel resto del mondo, rispetto agli altri grandi loro pari. Tra le opere che colmano la lacuna, Groucho e i suoi fratelli – La vita e l’arte dei Marx Bros di Luca Martello (ed. Castelvecchi). Non a caso il titolo privilegia Groucho, che più degli altri della famiglia, grazie ad un’irrefrenabile attività letteraria e alla carriera in tv e radio dopo la scomparsa dei fratelli, è diventato un’icona del ’900, acquisendo un’influenza culturale paragonabile a non molti altri comici.

Una perfetta stravagante famiglia newyorkese

E pensare che le origini sono europee al cento per cento. Loro padre, Simon Marrix, francese d’Alsazia, giunto a New York nel 1882 si americanizza in Sam Marx. Non perderà mai l’accento per cui i pestiferi figli lo chiameranno per sempre, impudentemente, Frenchy. Fa l’insegnante di ballo e nel 1885 finisce per sposare una sua allieva, Minna Schönberg, detta Minnie, una ragazza tedesca dal carattere ferreo e dal grande senso degli affari che la renderanno sempre il vero capofamiglia.

Nel 1886 nasce Manfred, che muore in fasce. Il destino di primogenito tocca a Leonard/Chico, nel 1887. Crescendo, si dimostra portato per il pianoforte, per fare la corte alle ragazze e per fare il bullo. Adolph/Harpo nasce nel 1888. Somiglia al fratello maggiore come una goccia d’acqua ma caratterialmente è l’esatto opposto, di una timidezza immane. Julius/Groucho è del 1890. Polemico, litigioso, perennemente imbronciato, tiene i fratelli a distanza e coltiva l’ambizione di diventare scrittore. Milton/Gummo nasce nel 1892 e deve fronteggiare problemi cardiaci che lo portano a frequentare più i dottori che i fratelli. Molto più tardi, nel 1901, arriva anche Herbert/Zeppo.

La famiglia Marx, ebrea non molto praticante, vive a Manhattan, nel popolare ma non povero Upper East Side, al 179 della 93° strada. Chiassosa, turbolenta, estrosa, numerosissima. Oltre ai cinque fratelli con i genitori, ci sono anche i nonni materni e una zia con la figlia.

La via del grande schermo

Tra i primi del ‘900 e lo scoppio della I guerra mondiale, uno dopo l’altro i Marx esordiscono nel vaudeville sotto la guida di mamma Minnie, che viene da una famiglia di artisti e si rivela un’ottima impresaria. Dalle tavole del cabaret a Broadway, il passo è breve. Dopo l’esperimento abortito del film muto Humor Risk (1921), il vero incontro con il cinema è nel ’29 con Le noci di cocco, trasposizione di una commedia che hanno già portato in teatro. Impuntandosi con i registi Robert Florey e Joseph Santley, Groucho riesce a tenere davanti alla cinepresa gli improbabilissimi baffi pitturati sul viso e, fatto inaudito, ottiene il permesso di recitare guardando in camera. Quasi un presagio della carriera televisiva.

Il film è un enorme successo ed apre l’epoca d’oro dei Marx al cinema, con titoli come Animal Crackers,Monkey BusinessI fratelli Marx al college e il loro film manifesto La guerra lampo dei fratelli Marx di Leo McCarey. Paradossalmente, il contenuto successo al botteghino di quest’ultimo è la loro prima battuta d’arresto.

La separazione

Passano alla Metro Goldwyn Mayer, alle dipendenze di Irving Thalberg, produttore dal fiuto leggendario che imbriglia però definitivamente l’energia comica e creativa del gruppo. Con lui girano Una notte all’opera e Un giorno alle corse. Dopo la morte di Thalberg nel 1936, per i Marx al cinema sembra arrivato il definitivo appannamento. Si separano nel 1941, dopo Il bazar delle follie.

Torneranno insieme episodicamente, ma ormai la carriera di Chico è incentrata sul ritorno al primo amore, la musica, con la sua band di jazz; Harpo rimane da solista al cinema e in teatro, con risultati poco all’altezza; Zeppo si dedica all’imprenditoria.

La nuova vita di Groucho

Chi vive una terza vita artistica è Groucho. Dal 1947 al 1961 conduce un popolarissimo quiz, prima in radio, dal ‘49 in tv. È You Bet Your Life, che lo fa tornare ad essere popolarissimo ed onnipresente nelle case degli americani.

E arriva il 1968. Chico è scomparso da sette anni, Harpo da quattro. Ma, sulla scia della contestazione, l’energia rivoluzionaria della comicità dei Marx Bros è oggetto di un’ondata di rinnovata popolarità. Alla soglia degli 80 anni, Groucho diventa un’icona pop indelebile. Come non pensare, un esempio per tutti, al nostro Dylan Dog?

Non se la sente di abbandonare il tepore della California per venire a Roma a recitare in Fellini Satyricon. Nel 1974 riceve l’Oscar alla carriera. Julius Henry “Groucho” Marx si spegne il 19 agosto 1977 al Central Sinai Hospital di Los Angeles, dove è ricoverato per polmonite. Per non aggravare il suo stato precario, gli è stata nascosta la morte di Gummo, nell’aprile precedente. Nonostante l’ospedale sia stato assediato per tutto il tempo dai giornalisti, la notizia della morte passa in sordina, sopravanzata dalla scomparsa, tre giorni prima, di un altro immortale: Elvis Presley. I Fratelli Marx si ritrovano nuovamente tutti insieme con la dipartita di Zeppo, nel 1979.

Negli ultimi anni di vita terrena, Groucho ha avuto il tempo di designare un erede artistico, un giovane comico newyorkese come lui, che sta iniziando dove lui ha concluso: in tv. Tanto che, nel 1972, l’erede dà a Erin Fleming, la giovane compagna di Groucho, una piccola parte in un suo film di satira sulla Rivoluzione sessuale di cui l’anziano comico, non certo un puritano, è felice ma in verità un po’ perplesso. Il film è Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso… ma non avete mai osato chiedere; il giovane rampollo di Groucho, naturalmente, è Woody Allen.

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