Il terremoto del centro Italia e la fragile resilienza della società

Il terremoto del centro Italia e la fragile resilienza della società

Ad un anno dal terremoto che ha colpito il centro Italia, devastando sogni e vite iniziate, cosa è stato  fatto (o non) perché la parola “quotidianità” tornasse ad essere pronunciata?

Il termine bilancio ha in sé una radice prettamente matematica:  freddo, imparziale, calcolatore. Del bilancio ne fa largo uso l’economia per far quadrare i conti con i deficit, inimicandosi la maggioranza dell’opinione pubblica che, sottomessa alle cifre, diventa al contrario irrazionale e sensibile. Se il bilancio in sé, quindi, incute timore, configurandosi come lo spettro di una valutazione finale, è pur vero che in senso lato si appoggia su un principio di “pareggiamento” e di equilibrio formale che, se rispettato, porta ordine e coerenza nella società. E noi di OpenMag, utilizzando questa metafora ci chiediamo: ad un anno esatto dal terremoto che ha colpito il centro Italia, chi si è adoperato per ristabilire il principio di equilibrio?

Il tempo dei bilanci.

Sono le 3.36 del mattino del 24 Agosto 2016: un violento terremoto di magnitudo 6.0, che ha come epicentro la frazione di Accumoli, devasta un’intera area tra Lazio, Marche, Umbria e Abbruzzo. I danni strutturali sono spaventosi (200mila immobili lesionati e inagibili), quelli psicologici ancora di più: 298 sono in totale le vittime rimaste inevitabilmente colpite e 17 mila circa gli sfollati che si sono divisi tra le tende e gli alberghi lungo la costa adriatica.

Amatrice, da sempre ricordata come testimone di una delle ricette culinarie più trasmesse al mondo, oggi completamente rasa al suolo, diventa simbolo dell’impotenza e della fragilità umane, che nulla può di fronte alla “natura matrigna”: imperturbabile, decide di colpire nel cuore della notte, quando non si è in allerta, e in estate, quando il paese si riempie di avventori per la tradizionale sagra degli spaghetti all’amatriciana.

Risorgere dalle ceneri.

Nelle più svariate situazioni di difficoltà che mettono a dura prova le capacità umane, ogni persona è portata a conoscere il proprio grado di resilienza, cioè l’abilità di resistere ad un “imprevisto” (o ad una catastrofe come in questo caso), riscattando il passato con le prospettive di un futuro migliore. Del resto sopravvivenza significa adattamento: è questa la storia del comune di Amatrice, il quale ad un anno esatto dal terremoto che sembrava aver distrutto ogni possibilità di un avvenire certo, “risorge” come una fenice dalle proprie ceneri.

Amatrice, nel solco della propria tradizione gastronomica, decide di ripartire proprio dal cibo, lingua comune e collante di tutta la collettività: è stata recentemente inaugurata l’Area Food  nel complesso in vetro e legno progettato dall’architetto Stefano Boeri,  realizzato grazie alla raccolta fondi di TgLa7 e Corriere della Sera e con il sostengo del comune di Amatrice e della Regione Lazio.

Sette ristoranti storici del paese trovano spazio in altrettanti moduli affacciati su una piazza verde nella località San Cipriano, a pochi metri dalla nuova scuola. Tra questi sarà presente anche il celebre ristorante “Roma”, la struttura che, insieme all’omonimo albergo, fu al centro di uno dei crolli più devastanti dell’intero comune.

I ristoranti diventano luoghi della memoria ma anche l’emblema di una rinascita economica sotto il segno del turismo culinario: da quelli più antichi, come “La Conca” aperto nel 1968 dai quattro fratelli Perilli ma che proprio nel sisma del 24 ha perso due dei proprietari, fino al “Ma-trù”, la nuova leva della ristorazione tenuto in vita dal giovane e creativo Daniele Bonanni. Gli altri, i luoghi della tradizione, rimangono “Da Giovannino”, “Il Castagneto”, “Mari e Monti” e “La lanterna”.

Il terremoto del centro Italia e la fragile resilienza della società

L’importanza della parola “quotidianità”.

E’ del 7 Agosto scorso una notizia storica: è stato infatti inaugurato ad Amatrice, in località San Cipriano, il nuovo supermercato; un evento questo, ad un anno di distanza, forse ancora più importante dell’apertura dell’Area food, e non solo per l’implicito valore commerciale: il supermercato, così come le altre 27 attività partite il 9 agosto e altre 43, nell’Area “Cotral”, il 20 agosto, sono lo specchio di una società che riacquista il valore semplice e genuino dei gesti quotidiani, e la bellezza di una vita che ha di nuovo il sapore della “normalità.

La rinascita sotto il segno della solidarietà.

La catastrofe del sisma ha significato anche la sconfitta degli egoismi e della solitudine, raccontandoci grandi storie di solidarietà che hanno coinvolto persone da tutta Italia: è stata infatti aperta il 9 Agosto scorso la nuova sede del Comune di Amatrice, interamente realizzata con il sostegno del Comune di Milano, con le donazioni dei cittadini milanesi e della comunità cinese della capitale lombarda. Il  nuovo edificio comunale infatti, di poco superiore ai 170 mq, è costato 162.299 euro ed è stato costruito a seguito di una gara indetta dal Comune di Milano. Le donazioni perciò sono state raccolte da Palazzo Marino attraverso un conto corrente aperto a favore delle popolazioni colpite dal sisma.

Il terremoto del centro Italia e la fragile resilienza della società

Commuove il racconto di due giovani fratelli, Alessandro ed Emanuele, e della macelleria di famiglia, storico negozio di Trisungo di Arquata del Tronto, che negli anni è diventato un punto di riferimento per tutto il territorio. Il terremoto spazza toglie loro ogni possibilità di futuro, insieme alla casa e al lavoro, ma la loro storia si lega inevitabilmente con quella di altri ragazzi, giovani e giovanissimi che ad Amatrice il giorno dopo la prima grande scossa hanno fondato una Onlus, “La Via del Sale” (www.laviadelsaleonlus.it), la quale in pochi mesi raccoglierà 270 mila euro in donazioni e offrirà un tetto a una novantina di persone, donando casette usate semimobili. In primavera l’associazione decide di far partire una nuova iniziativa, sempre sotto il segno della solidarietà: indire un bando di 10mila euro per aiutare un’impresa a ripartire.

E’ così che Alessandro ed Emanuele presentano il proprio progetto, ottenendo il punteggio più alto, che permetterà loro di vincere e di acquistare un forno ‘Rational’, realizzando insieme alla macelleria  un intero punto ristorativo.

Il Tempo del silenzio.

Nonostante i continui episodi solidali che da qui ad un anno parlano direttamente al cuore delle persone, il Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi sceglie di celebrare questo macabro anniversario nella discrezione e comunica la sua decisione: il borgo reatino resta chiuso a stampa e telecamere nella notte tra il 23 e il 24 agosto, quella dell’anniversario, impedendo così una inutile spettacolarizzazione del terrore. E’ davvero questo il momento giusto per il tempo del silenzio ad un anno dall’episodio?

Noi questo non possiamo giudicarlo, ma in memoria delle vittime di quella notte ci uniamo nel nostro piccolo a questo silenzio e vi invitiamo a riservare un minuto di silenzio durante la giornata per tutte le famiglie che sono state dilaniate da quella notte e per i loro cari che non ci sono più.

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