2018 azzurro: lato chiaro e lato oscuro della Nazionale

2018 azzurro: lato chiaro e lato oscuro della Nazionale

Con l’occasione del 120° anniversario dalla fondazione della Figc, abbiamo esaminato ricordi, vittorie, sconfitte e futuro della Nazionale italiana.

Con la pausa per le nazionali molti dei principali campionati europei si fermano. Così anche il nostro, ma sappiamo bene che questa pausa è diversa. Solitamente, nel marzo dell’anno che precede il Mondiale, visto che non ci sono qualificazioni di alcun tipo, le varie Nazionali organizzano delle amichevoli, una con una nazionale “a portata”, e l’altra “di lusso”. L’Italia, con la sua non-qualificazione, è un’avversaria di lusso abbastanza richiesta. Così mentre gli altri si apprestano ad un’estate mondiale, noi facciamo loro da sparring partner.

Effetto boomerang

Quest’anno, il 2018, doveva essere quello in cui l’Italia avrebbe dovuto prendere parte al Mondiale di Russia da protagonista, come sostenevano in molti. Invece no. L’Italia non ci sarà… E non solo. Quest’anno infatti, per uno strano scherzo del destino, è quello in cui la Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio) festeggia i 120 anni dalla fondazione. Come un grande boomerang, l’anno dei (bei) ricordi coinciderà con quello che dovrà essere l’anno della rinascita. Così, mentre la Figc organizza festeggiamenti che dureranno per otto mesi, concludendosi in novembre con l’anniversario dell’apertura del Centro Tecnico Federale di Coverciano, noi vogliamo ricordarvi cosa è accaduto in 120 anni di calcio italiano.

2018 azzurro: lato chiaro e lato oscuro della Nazionale
Maglia celebrativa 120 anni Figc
Fonte: Digital-sat.it

Breve storia della Nazionale

Senza dubbio siamo una delle Nazionali più vincenti al mondo, con 4 titoli Mondiali all’attivo, un Europeo, un’Olimpiade e svariate edizioni dell’Europeo Under-21, senza contare i diversi buoni piazzamenti. I primi successi sono tutti frutto di uno straordinario ciclo. Nel ’34 vinciamo la prima edizione del Mondiale, che si gioca in Italia fra l’altro, nel ’36 un oro Olimpico a Berlino e nel ’38 nuovamente il Mondiale a Parigi. Erano gli anni del Grande Torino, in cui gran parte di quella squadra faceva parte della nazionale. Dopo Superga, la Nazionale cadrà in un profondo dolore, per riprendersi molto tempo dopo. Paradossalmente, in anni bui a livello mondiale, la nostra nazionale di calcio regalava momenti di gioia.

Con questi successi, bisogna ricordare che l’Italia è l’unica ad aver vinto un mondiale in casa ed insieme al Brasile, l’unica squadra ad aver vinto due edizioni consecutive del Mondiale. Nel frattempo, mentre gli insuccessi si susseguono, ricordiamo ad esempio la mancata qualificazione a Svezia ’58 (per la serie, a volte ritornano: Svezia, Mondiale, anno che termina con l’8), bisognerà aspettare dieci anni per la rinascita.

Sguardo al passato

Siamo nel 1968 e si giocano gli Europei in Italia. La Nazionale è guidata da Ferruccio Valcareggi che riuscirà a portare a casa l’unico titolo europeo della nostra storia, vinto sempre in casa, da notare. Due anni dopo ci sarà il Mondiale di Messico ’70, che l’Italia perderà, giungendo seconda, battuta dal Brasile. Ma all’Italia di quell’edizione va il titolo di campione morale. Quell’edizione infatti, verrà e viene ricordata ancora oggi per “La partita del secolo”: Italia-Germania Ovest 4-3.

Per gli azzurri fu una vittoria sofferta, contro una Germania veramente forte, ma che li fece apparire come dei supereroi probabilmente. Poco importa che il Brasile li batté in finale, quei ragazzi erano stremati, ma comunque felici di aver compiuto a loro modo una piccola impresa. Dopo Messico ’70 si susseguono alti e bassi, fino a che giunge sulla panchina il mitico Enzo Bearzot, che dà alla squadra un’impronta importante. Il suo ciclo culminerà col Mondiale di Spagna, nel ’82, vinto dagli azzurri dati per sfavoriti, che riuscirono a battere tanto l’Argentina, quanto il Brasile in rapida successione.

…E alle soddisfazioni più recenti

Devono passare 26 anni prima che l’Italia possa vivere una nuova gioia mondiale e nel frattempo ci sono stati due secondi posti (Italia ’90 e USA ‘94) a causa dei calci di rigore e la Corea, nel 2002. Giungiamo al nostro ultimo mondiale, quello del 2006, nel quale ancora una volta l’Italia viene data per sfavorita. Ma i nomi che compongono la rosa non sono quelli di persone qualunque, per citarne solo due: Francesco Totti e Alessandro Del Piero. Senza dimenticare che quella squadra ebbe la difesa migliore del torneo, mai battuta, tranne dallo sfortunato autogol di Zaccardo e da quello di Zidane in finale.

Si gioca in Germania ed è ormai storia quello che è accaduto: l’Italia si laurea campione del mondo, grazie all’ultimo rigore tirato da Fabio Grosso. I rigori che ci avevano condannato qualche edizione prima, gli stessi che quella notte ci regalarono la gioia del Mondiale. Dopo il 2006, abbiamo guadagnato un terzo posto in  Confederations Cup e un secondo posto agli europei in Polonia e Ucraina.

Il movimento calcistico italiano che fa scuola nel mondo

Come possiamo notare, l’Italia non sarà il Brasile, ma è tutt’altro che una squadretta. In 120 anni non sono solo questi i successi da ricordare. Dobbiamo ricordarci, ad esempio, che la scuola dei portieri italiana è una delle migliori al mondo, se non la migliore. Zoff e Buffon sono solo alcuni dei più grandi rappresentanti di questo sotto-movimento, interno al calcio stesso.

2018 azzurro: lato chiaro e lato oscuro della Nazionale
Fonte: goal.com

All’estero tanto i portieri quanto i preparatori dei portieri italiani, sono molto richiesti. C’è chi si dice fortunato a poter lavorare con loro. E che dire degli allenatori… Arrigo Sacchi ha fatto scuola al mondo intero con il suo tatticismo esasperato. Allenatore del Milan pluricampione, ancora oggi Florentino Perez, presidente del Real Madrid, gli chiede consiglio dopo l’acquisto di un nuovo giocatore. E all’estero si fa letteralmente a gara per accaparrarsi un allenatore italiano.

Antonio Conte in Inghilterra, al primo anno al Chelsea, ha vinto la Premier League e solo un anno prima di lui Claudio Ranieri ha compiuto una vera impresa trascinando il Leicester dalla zona retrocessione alla vittoria in campionato. Carlo Ancelotti ha sempre vinto, qualsiasi squadra abbia allenato: Psg, Real Madrid, Bayern Monaco, Chelsea. Massimo Carrera, campione di Russia con lo Spartak Mosca. Come possiamo notare un movimento a carattere internazionale, anche se parliamo di calcio italiano, che nel tempo si è sempre fatto valere.

Anche a livello giovanile possiamo fregiarci di ottimi risultati, con la nostra Under-21 che detiene il record di europei di categoria vinti. Molti sono anche i tornei giovanili, come quello delle regioni, che vede sfidarsi le rappresentative regionali, mettendo in mostra i loro migliori talenti. Anche il Beach Soccer e il Calcio femminile sono ora nell’orbita Figc, che sta comunque cercando di creare entusiasmo attorno a queste nuove declinazioni del calcio, accolte comunque in modo molto positivo.

2018 azzurro: lato chiaro e lato oscuro della Nazionale
Claudio Ranieri Fonte: RTE.com

Pensare al passato, guardando al futuro

Fermiamoci un momento però. Ricordare le vecchie glorie è sempre bello, ma in pratica serve a poco. Il 2018 sarà l’anno in cui ricorderemo, ma sarà anche l’anno in cui ci viene chiesto di fermarci e non solo perché non giochiamo i mondiali. Ci viene chiesto, come movimento calcistico, un esame di coscienza, un ampio respiro e uno sguardo oltre l’orizzonte, che non deve essere la competizione più vicina.

Il movimento va pensato come qualcosa che duri nel tempo, con grande attenzione alle strutture e ai ragazzi soprattutto, due delle costanti che sembrano essere cadute leggermente nell’oblio oggi. Certo, in un anno non si può rivoluzionare tutto, ma si possono mettere quantomeno delle solide basi.

Così, anche se questo passerà alla storia come l’anno della disfatta, possiamo trasformarlo davvero in un anno di rinascita. L’anno in cui siamo caduti e poi ci siamo rialzati, perché solo “sbagliando si impara”.

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