Giunta alla sessantottesima edizione, la sagra del carciofo di Ladispoli si prepara ad accogliere i turisti nel secondo weekend di aprile.
Anche quest’anno torna un imperdibile e tradizionale appuntamento del litorale romano: la Sagra del Carciofo, che vedrà la cittadina di Ladispoli protagonista di una grande manifestazione enogastronomica, ad aprile.
La partecipazione di diverse regioni d’Italia renderà possibile la degustazione di molti prodotti tipici, aventi sempre come protagonisti il gustoso ortaggio.
Il weekend in cui si svolge la manifestazione sarà quello del 13-14-15 Aprile 2018.
Il carciofo nel Lazio:
La coltivazione del carciofo nel Lazio riveste da sempre un ruolo importante, non solo sotto l’aspetto economico, ma anche socio-culturale: infatti, secondo il botanico Montelucci, è da attribuire agli Etruschi l’opera di addomesticamento alla coltivazione della specie, a partire dalle popolazioni selvatiche di Cynara cardunculus (cardo selvatico).
Le estese popolazioni selvatiche di questa specie nella zona collinare tra Civitavecchia e Tolfa fino alle vicinanze di Cerveteri, e le raffigurazioni di probabili foglie di carciofo in alcune tombe della Necropoli etrusca, confermerebbero le affermazioni del botanico.
Pur essendo coltivato fin dall’antichità , ed avendo una lunga tradizione nella cucina laziale, le superfici investite a carciofo romanesco, sono rimaste per secoli a livello di semplici orti familiari, per poi confluire sul mercato di Roma solo dopo la I Guerra mondiale.
Con l’avvento della riforma agraria la coltivazione del carciofo divenne intensiva, tant’è che nel 1950 il comune di Ladispoli organizzò la prima edizione della “Sagra del carciofo romanesco”.
A tale manifestazione ne seguirono altre, analoghe, negli altri comuni produttori di carciofo (ricordiamo ad esempio la Sagra di Campagnano e quella di Sezze).
Tornando a Ladispoli, la Sagra ha cadenza annuale e la sua data è fissata in base al calendario agricolo.
L’eco del successo di questa manifestazione, che si ripete da allora ogni anno, varcò i confini del Lazio, e per gli agricoltori si aprirono le porte di altri mercati.
Cultivar e specie di carciofi laziali:
Le varietà del carciofo romanesco coltivate nel Lazio si sono ben affermate per le loro ottime caratteristiche commerciali (grossezza ed assenza di spine), nonchè per le pregiate qualità organolettiche.
Le cultivar che si sono affermate nel tempo sul territorio sono la “Castellammare”, famosa per la sua precocità , ed il capolino allungato, e “Campagnano”, piuttosto tardivo e con capolino globoso.
Note anche le cultivar “Grato1″, “C3” e “C4”.
Il colore delle brattee puo’ essere, a seconda delle cultivar, dal verde al violetto.
Le zone tipiche di coltivazioni si estendono lungo il litorale tirrenico dalla pianura del Marta (provincia di Viterbo), alle colline della Tolfa, all’areale di Cerveteri e Ladispoli (provincia di Roma) e nella piana di Latina.
Caratteristiche botaniche e di coltivazione:
Appartente alla famiglia delle Asteracee, il carciofo (Cynara scolymus) è pianta erbacea poliennale rustica, con rizoma e radici principali lunghe fino a un metro.
Le foglie hanno notevole lunghezza, sono provviste di robusta nervatura e risultano di colore verde intenso nella pagina superiore e chiaro argenteo in quella inferiore.
La pianta è caratterizzata da uno scapo fiorale eretto e ramificato, e alla estremità di ogni ramificazione si sviluppa un’infiorescenza che allo stato immaturo rappresenta la parte edule del carciofo, il capolino.
A maturazione l’infiorescenza si apre mostrando fiori violacei ermafroditi.
Il carciofo si moltiplica a partire dai giovani polloni radicali intorno alla pianta madre, detti carducci, adoperati per l’inizio delle coltivazioni in pieno campo.
Il seme non è buon sistema di propagazione invece in quanto, per via della sua eterozigosi marcate, non sempre le caratteristiche della pianta madre rispecchiano poi quelle della nuova generazione.
Importante al momento dell’impianto della carciofaia e’ il terreno, accuratamente sarchiato prima per eliminare le erbacce: deve essere sciolto, ben drenato e non deve esserci ristagno idrico.
Proprietà ed usi in cucina:
Il carciofo ha lunga storia farmaceutica e terapeutica fin dall’antichità : ne parlano infatti Galeno, Plinio e Varrone.
La sua parte edule contiene diverse proteine (con elevato contenuto di amminoacidi essenziali), zuccheri, tra cui inulina (non dannosa per i diabetici), moltissimi sali minerali (in maggioranza ferro e rame) e vitamine (A,B,C,Niacina), ma anche sostanze polifenoliche notoriamente bioattive.
Una consistente letteratura biomedica ha dimostrato che queste sostanze possiedono marcati effetti epato-protettivi, coleretici (aumentano flusso biliare) ed ipocolestoremici (abbassamento del tasso di colesterolo ematico).
Curiosità :
Dal novembre del 2011 al carciofo Romanesco è stata attribuita la denominazione IGP.
La sua fama era gia’ nota nell’Antico Egitto, dove veniva cucinato con acqua e vino.
Pablo Neruda ha dedicato addirittura un poema a questo ortaggio: Ode al carciofo (Oda a la alcachofa).
In passato in California c’era anche un concorso di bellezza che incoronava Miss Carciofo che venne vinto nel 1946 da Marilyn Monroe.
La specie è coltivata anche per l‘alto valore ornamentale della sua fioritura, e ben si presta ad essere inserita in aiuole e bordure miste in clima mediterraneo, accostata magari ad altre piante col fogliame dalle tonalità di grigio, come teucrium, cineraria marittima ed artemisia.