Cartellini: quando il rosso è troppo e quando il giallo non basta

Cartellini: quando il rosso è troppo e quando il giallo non basta

Partendo dal primo rosso di Ronaldo in Champions abbiamo fatto un giro tra alcuni recenti episodi dubbi rispetto ai cartellini  tirati fuori. Tra paradossi da parte di arbitri e calciatori.

Ronaldo batte un nuovo record: prima espulsione in Champions League…oppure no?

Ricostruiamo un po’ la vicenda prima. Siamo al primo turno di Champions League, Valencia-Juventus, e la notizia che fa scalpore arriva più o meno al 30’ minuto. Cristiano Ronaldo…no! Non ha segnato! È stato espulso! A tutti sembra incredibile, non solo perché la notizia non riguarda un goal, ma proprio perché Ronaldo è stato espulso. È il primo rosso in carriera per il campione portoghese nella massima competizione europea, che esce in lacrime dal campo. Tra lo sgomento generale di chi ancora non comprende il perché dell’espulsione, in tv cominciano a girare i replay dell’accaduto.

La scena è pressappoco questa: Ronaldo è in area, marcato da Murillo, i due svettano di testa per prendere un pallone, ma lo mancano entrambi. Murillo cade a terra, seduto, e Ronaldo gli accarezza la testa, un gesto abbastanza familiare, in cui non si ravvisa nulla di cattivo. L’arbitro Brych non vede nulla, il VAR in Champions non c’è, e così è il famoso arbitro di porta a richiamare l’attenzione del direttore di gara, dicendogli che Ronaldo ha commesso fallo. Brych, senza pensarci, tira fuori il rosso.

Diretto, senza diritto di replica.

Una settimana dopo, tra chi invoca la revoca di questa punizione e chi dice che ormai la UEFA è diventata una mafia, il verdetto del giudice sportivo dice che Cristiano Ronaldo dovrà saltare la prossima gara di Champions League. Non sappiamo ancora se la Juventus farà ricorso.

Cartellini: quando il rosso è troppo e quando il giallo non basta
Fonte: floptv.it

Altri episodi dubbi

Di questi gesti, puniti troppo o troppo poco, ne abbiamo visti e analizzati tanti, soprattutto in Champions, dove l’assenza del VAR, o quantomeno di un po’ di obiettività in più, comincia a farsi sentire. Sempre nella stessa partita, Joao Cancelo della Juventus e peraltro ex del Valencia, prende una scarpinata in testa da un difensore avversario. In questo caso Brych assegna solo il rigore, ma non punisce l’azione dell’altro. Una scarpa all’altezza dell’orecchio ci arriva di proposito, o forse no?

Ma se prendessimo un caso dello scorso anno? Torniamo per un momento alla semi-finale di Champions Roma-Liverpool. Siamo certi che negli occhi dei tifosi della Roma, ma in tutti quelli di chi la sosteneva quella sera, quest’episodio sarà rimasto impresso. Cross in area e la “manina” di Alexander-Arnold che respinge il pallone. In piena area di rigore. In questo caso, chissà perché, nessuno ha visto niente. Eppure un ipotetico rigore avrebbe cambiato le sorti della partita, probabilmente.

Cartellini: quando il rosso è troppo e quando il giallo non basta
Fonte: goal.com

La dura legge dei cartellini

Cartellini che dovrebbero arrivare, ma non lo fanno sempre in modo puntuale, quando l’irregolarità è commessa da un grande campione come Neymar. Il ragazzo, oltre che goleador e giocoliere col pallone, è anche un abile tuffatore. Salta agli occhi una curiosa statistica dell’ultimo mondiale che dimostra come fossero più i minuti passati a terra, che quelli passati a giocare. Neymar è stato sanzionato per il suo comportamento, ma non abbastanza spesso, visto che l’abitudine è rimasta. Il primo cartellino giallo, per simulazione, gli viene comminato, ma se poi se ne dovesse aggiungere un secondo, allora no, meglio non tirarlo fuori!

E che dire dell’irreprensibile Leo Messi, che si permette persino di dire agli arbitri chi devono ammonire, come e quando. In quel caso il cartellino giallo però se lo prese lui, visto che ai calciatori in campo non è consentito compiere azioni del genere.

Tutti questi episodi, sanzionati o meno, danno da pensare.

Sicuramente, ci sentiamo di dire che l’inserimento della tecnologia nel calcio, ha fatto bene. Lo dicono anche le statistiche. Nel campionato italiano, infatti, le simulazioni e i falli furbetti sono diminuiti sensibilmente. In Champions invece ci si ostina ancora a mandare una squadra di arbitri, che comunque è sempre viziata da “soggettività”, in quanto esseri umani, per cui ci è difficile essere obiettivi. Magari bisognerebbe anche stringere i regolamenti, senza pensare solo all’introduzione della tecnologia.

Cartellini: quando il rosso è troppo e quando il giallo non basta
Fonte: calciogoal.com

Il mestiere difficile dell’arbitro

Tra polemiche e valutazioni va comunque spezzata anche una lancia in loro favore, degli arbitri. In quanto giudici non compiono infatti mai un mestiere facile, sempre soggetto ad un giudizio ulteriore, quello dei tifosi, che spesso e volentieri è anche crudele. Certo è che un rosso per una carezza è esagerato e una scarpinata nell’orecchio non può essere “ripagata” solo da un rigore. Ci appelliamo quindi sempre alla legge del buon esempio, quella per cui tutti siamo chiamati a dare il meglio di noi, in campo e fuori, arbitri e giocatori. E i cartellini a questo dovrebbero servire, a dare l’esempio, a non tuffarsi in area o a non commettere lo stesso fallo tremendo due volte. Dovrebbero essere uno strumento utile, temuto e rispettato, non solo un motivo di polemica.

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