Vettel-Bottas, quando l’ordine di scuderia è un sacrificio

Vettel-Bottas, quando l’ordine di scuderia è un sacrificio

Vettel, Bottas, Hamilton. La Formula 1 tra episodi ambigui e campionati quasi compromessi.

L’ultimo Gp si è tenuto in Russia, per la precisione a Sochi. La parabola negativa della Ferrari continua, purtroppo: solo terzo Vettel e Raikkonen quarto. Sui gradini più alti rispettivamente Lewis Hamilton e il compagno e “wingman” Valtteri Bottas, che in realtà aveva dominato la gara fino alla fine.

Per The Hammer non si tratta della solita gara facile, nel senso che il giorno prima non ha guadagnato la pole position, soffiatagli dal compagno di squadra Bottas. La Mercedes però adotta una strategia che lo metterà in condizione di vincere, anche a discapito dell’altro pilota. La Ferrari sembra svegliarsi nel corso della gara e grazie ad una fantastica strategia durante il cambio gomme, porta Vettel in seconda posizione,con Hamilton alle sue spalle. La gioia durerà solo pochi giri, in quanto Hamilton riesce a prendersi nuovamente la posizione. L’episodio brutto però, arriva verso fine gara.

Siamo agli ultimi giri e Bottas sta dominando il Gp di Russia, quando dal team radio gli dicono: “Valtteri devi far passare Lewis in curva 13!”, con un “devi” abbastanza marcato. La scena agli occhi di chi guarda è questa: Bottas che frena (letteralmente) per far passare il compagno di squadra. Certo era già successo altre volte, ma mai in modo così evidente.

Il risultato è importante. Lewis Hamilton vince per la 70esima volta in carriera ed ora il distacco da Sebastian Vettel è di ben 50 punti.

La linea sottile tra l’ordine di scuderia l’umiliazione

Non è la prima volta che assistiamo a ordini di scuderia Mercedes al limite della sportività. C’è anche chi chiama in campo la Ferrari, visto che fu la prima ad adottare questo metodo, ai tempi di Schumacher. Eppure, in Mercedes, più che un primo e un secondo pilota, sembrano avere un pilota e il suo “ruotino di scorta”. Un Bottas, costretto a farsi da parte e a beccarsi anche del “wingman” o peggio, come lo ha definito Arrivabene, del “maggiordomo”.

Dal canto suo, però, Hamilton fa il signore: “La vittoria oggi la meritava Valtteri!” dice. Stesso copione di qualche Gp fa. Addirittura, come gesto nobile, lo fa salire con lui sul gradino più alto del podio. Anche dal team radio, dopo la frenata, dicono a Bottas: “Scusaci Valtteri, ma Lewis aveva del leggero blister alle gomme. Non potevamo rischiare”. Per chi non lo sapesse il blister o blistering, è quel fenomeno per il quale si nota quanto lo pneumatico si stia consumando. “Lewis non aveva nessun blistering!” dirà a fine gara Sebastian Vettel, dopo aver dato uno sguardo alla monoposto dell’avversario “In questo sport rischiamo la vita, c’è bisogno di sportività da parte di tutti. Lewis poi, è un grande pilota, non ha bisogno di certi mezzucci per vincere” conclude, con disappunto.

Sebastian Vettel: dove sei finito?

Ma a lui invece, cosa sta succedendo? Infatti, in quello che sembrava l’anno buono per il grande ritorno della Ferrari, ci sono parecchie cose che non vanno. Prima di tutto lui, Vettel, che nonostante una partenza formidabile, dal Gp di Germania non è più lo stesso. In quel Gp avrebbe dovuto aumentare il gap da Hamilton e ce l’avrebbe anche fatta, ma commette un errore grossolano, che lo costringe al ritiro e consegna la vittoria proprio all’inglese. Da lì in poi solo disastri, come a Monza, dove si gioca la seconda posizione a causa di un eccesso di tensione. Altri errori sparsi in altri Gp, con la complicità anche della scuderia, che proprio non riesce ad attuare una strategia vincente. O si fa sorprendere dalle mosse Mercedes o non dà ordini di scuderia, nel caso in cui davvero servissero.

Il punto della situazione quando manca poco alla fine

Insomma, una Formula 1 in cui capitava di tutto, mancava da tanto tempo. Certo è che c’è un confine tra un ordine di scuderia vero e proprio e un’umiliazione. Persino quella giustificazione del team radio suona come una presa in giro. E la faccia dello stesso Bottas a fine gara dice tutto sul suo stato d’animo.

Lui però non reagisce, non sappiamo se perché non voglia, o peggio, non possa. Per quanto riguarda la Ferrari invece, non ci resta che sperare. Certo, 50  punti non sono un abisso, ma la vittoria bisogna cercarla e una volta che si è vicini, bisogna tenerla stretta, senza darla per scontata. Vettel e la scuderia dovranno lavorare sodo durante i Gp rimanenti, reagendo su pista alle provocazioni e alle grandi prestazioni di Hamilton e della Mercedes.

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