Anna Magnani: la geniale diva dei due mondi

Anna Magnani: la geniale diva dei due mondi

Geniale e irrequieta, scoperta tardi dal cinema, Anna Magnani ha creato personaggi memorabili. Scomparsa 45 anni fa, è stata la prima attrice italiana a vincere un Oscar.

Quando cade sotto il mitra di un soldato tedesco al termine della sua corsa disperata, in Roma città aperta di Roberto Rossellini, diventa in un lampo uno dei simboli della cultura italiana nel mondo. Nel 1945 Anna Magnani ha 37 anni. È famosa a teatro, ma fino ad allora il cinema è stato poco capace di impiegarla. Troppo anticonvenzionale, stracolma di un temperamento che a volte sembra avere effetti quasi psicosomatici anche sulla sua bellezza. Troppo difficile tenerla a freno, con quel carattere e quel talento torrenziali che intimidiscono, sotto i riflettori e nella vita.

La sua ascesa sul grande schermo inizia a un’età inaspettata, quando per molte attrici si profila la crisi. Merito di un cinema che rompe con gli schemi consolidati e le permette di uscire dalle solite particine-spalla di sciantosa o cameriera. È una delle tante virtù del Neorealismo, saper plasmare ruoli e storie che danno vita a parabole artistiche rivoluzionarie e capaci di imprimere a una carriera svolte imprevedibili. Quella di Anna Magnani collezionerà trionfi in Europa e in America.

Un’attrice “irregolare”

La figura di “Nannarella”, poi, è una continua battaglia contro i tempi dello spettacolo. Nata nel 1908, è troppo giovane per appartenere all’era delle Muse del muto, troppo grande di età per essere inserita appieno tra le attrici italiane del dopoguerra, troppo “irregolare” per canoni estetici e personalità per trovare un suo spazio nella generazione di mezzo del “cinema dei telefoni bianchi” degli anni ‘30. In fin dei conti, i film ci consegnano solo una gloriosa metà della sua arte. I suoi successi a teatro possiamo solo ricostruirli da foto di scena e recensioni d’epoca.

Nasce a Roma il 7 marzo 1908. Non conoscerà mai suo padre, figlia di una ragazza madre 18enne, Marina Magnani, che si trasferisce in Egitto quando lei è in fasce. Anna Magnani non smentirà mai, fino quasi a fine carriera, la leggenda che la vorrebbe nata ad Alessandria d’Egitto, forse anche per compiacere un pubblico sempre affamato di esotismo. La giovane Anna cresce con la nonna materna nel rione Palatino della Capitale. Va a scuola con scarso interesse, studia pianoforte, si iscrive adolescente alla scuola di recitazione “Eleonora Duse”; nel 1927 viene scritturata nell’importante “Compagnia drammatica italiana” di Dario Niccodemi. Per tutti gli anni ’30 scala il teatro dalle parti minori fino a essere protagonista. Spazia dalla prosa alla rivista, dalla commedia, al comico, al dramma. Durante la guerra affianca Totò in scena per molte stagioni.

Il cinema, dal Neorealismo all’Oscar e oltre

Ma le occasioni nel cinema, per un’attrice che necessita di copioni su misura per esprimere tutta la propria potenza, latitano. Solo parti secondarie. Debutta nel 1934 con La cieca di Sorrento. Nel 1935 sposa il regista Goffredo Alessandrini, da cui divorzierà nel 1950. Il primo film da protagonista arriva nel 1941 da Vittorio De Sica. Anna Magnani è la vulcanica soubrette Loletta Prima in Teresa Venerdì.

Dopo la consacrazione con Roma città aperta, inizia l’era dei grandi ruoli, con annessa pioggia di premi. Il cinema viene concepito in modo diverso e ora i più importanti registi, su entrambe le sponde dell’oceano, sono in grado di calibrare sulla figura di Anna Magnani grandi parti femminili, volitive e anticonvenzionali. Esilaranti o tragiche, ma sempre grandiose. Luigi Zampa con L’onorevole Angelina, Luchino Visconti con Bellissima, l’ormai ex-marito Goffredo Alessandrini con Camicie rosse (Anna Magnani è Anita Garibaldi), Jean Renoir con la Carrozza d’oro, Sidney Lumet con Pelle di serpente, Mario Monicelli con Risate di gioia, Pier Paolo Pasolini con Mamma Roma.

La Rosa tatuata di Daniel Mann, nel 1956 le vale l’Oscar per la migliore interpretazione, il primo nella storia aggiudicato all’Italia. Avrà una seconda nomination due anni dopo per Selvaggio è il vento di George Cukor. Ironia della sorte, nel 1962 Sophia Loren conquisterà il secondo Oscar a un’attrice italiana con La ciociara, declinato dalla Magnani. La sua ultima apparizione cinematografica è nel 1972 per Federico Fellini, nel ruolo di se stessa, in Roma.

I saluti

Anna Magnani se ne va il 26 settembre 1973, a 65 anni, nella sua Roma. Quella sera sulla Rai è in programma il suo lavoro televisivo Correva l’anno di grazia 1870, che diventa così l’estremo omaggio a un’icona di grandezza artistica e di emancipazione femminile, un’attrice che è stata ed è un unicum del nostro cinema. Profondamente romana ma dotata di uno spessore internazionale forse mai più eguagliato, ambasciatrice orgogliosa dell’italianità nel mondo. La mattina del 23 marzo 1956, ai giornalisti che la tempestano di telefonate per l’Oscar appena vinto, risponde: “Sono felice perché penso di aver fatto al pubblico del mio Paese il regalo più bello che era in mio potere di fargli”.

Anna Magnani: la geniale diva dei due mondi
Foto di L Lee from San Francisco, USA – Anna Magnani star

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