Versace, Zanardi, Astori… Quando l’idolo è d’esempio

Versace, Zanardi, Astori… Quando l’idolo è d’esempio

Icone, modelli, esempi positivi e portatori sani del credere in ciò che si fa. Giusy Versace, Cristiano Biraghi, Alex Zanardi.. Oggi parliamo di insegnamenti ed esempi, anche nel mondo dello sport.

Siamo al 92′ di Polonia-Italia. Nonostante l’Italia abbia creato tanto, la porta sembra maledetta e quella palla non vuole saperne di entrare. Sembra profilarsi l’ennesimo 0-0 per gli Azzurri. Ma ecco che, inaspettatamente, arriva il gol. La firma non è di Insigne o di qualche altro attaccante, ma di Cristiano Biraghi. Nessuno ci crede, persino la panchina esplode in urlo liberatorio.

E poi c’è lui, Biraghi, che porta le braccia al cielo e con le mani mima un numero 13. Il 13 è il numero del suo capitano, di Davide Astori, scomparso lo scorso marzo. Quando a fine partita gli chiedono il perché della dedica, Biraghi risponde: “Senza gli insegnamenti e i consigli di Davide, probabilmente oggi non sarei qui”. Un bravo ragazzo, un vero capitano, rimasto un po’ nel cuore di tutti, oggi un modello di come la costanza nel proprio lavoro e l’educazione fossero per lui pilastri imprescindibili.

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Fonte: stadionews

Alex “Ironman” Zanardi

Uno degli esempi positivi per eccellenza, come si suol dire, è Alex Zanardi. Perfetto esempio del fatto che non ci sia nulla che non si possa fare se lo si vuole davvero. La storia la sappiamo tuti. Pilota automobilistico, Zanardi perde entrambe le gambe in brutto incidente di gara. Anziché abbattersi, Alex ha spesso detto: “Io quel giorno ho ringraziato Dio per ciò che era rimasto”, visto che rischiò anche la vita.

Da lì in poi, è stato come se fosse iniziata per lui una seconda vita, visto che non vuole proprio saperne di mollare lo sport. Così diventa ciclista paralimpico, (ricordiamo i due ori e un argento alle ultime Paralimpiadi, tenutesi a Rio de Janeiro), ma non si ferma qui! È recente la sua partecipazione all’Ironman (una sorta di triathlon estremo: nuoto, bicicletta e corsa) di Cervia in cui ha stabilito il record del mondo nella sua categoria, ma la cosa che salta all’occhio è che Zanardi si piazza quinto in assoluto. Anche fra i normodotati! “Bhe, ognuno deve essere cosciente delle proprie forze e dei propri limiti. Io so di non essere al pari dei miei contendenti in forza fisica, ma so di avere un buon approccio alla gara” spiega “L’allenamento ha fatto tanto. Per me era già un onore essere fra i partecipanti, ma ottenere questo risultato è veramente bellissimo!”

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Fonte: Biografieonline.it

Mai arrendersi!

E che dire di Giusy Versace, atleta paralimpica e ragazza sempre sorridente. Anche la Versace, come Zanardi, ha perso le gambe per via di un brutto incidente, lei non era una sportiva però. Comincia a correre proprio per fare riabilitazione, quindi all’inizio è un passatempo come un altro. “Io ho cominciato a correre a livello agonistico per ripicca” racconta. “Mi dicevano che ormai ero grande, che era inutile tentare. Non volevano neanche darmi le protesi per correre!” conclude con il suo onnipresente sorriso. Anche Giusy Versace ha deciso di non arrendersi e così, tentativo dopo tentativo, ha abbattuto ogni tipo di barriera che le veniva messa davanti, diventando la prima donna in Italia a correre con doppia amputazione agli arti inferiori. Ha ottenuto una medaglia d’argento ai campionati paralimpici europei di Grosseto nel 2016, grazie alla quale giungerà alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Anche Giusy Versace ci insegna a non fermarci alle prime difficoltà, ma a persistere nel raggiungere il nostro obiettivo.

Versace, Zanardi, Astori… Quando l’idolo è d’esempio
Fonte: Citynow.it

Una leggenda vera

Ma possiamo anche spingerci in altri tipi di esempi, come quelli che rendono possibile ciò che si pensava impossibile. Come il Leicester del 2015 guidato da Claudio Ranieri. Una squadra data già per retrocessa ad inizio campionato, che si ritrova a battagliare con le grandi e a vincerlo alla fine! E no, non è un film! Per farvi capire quanto sembrasse improbabile la cosa, diciamo solo che i bookmakers davano più probabile la scoperta del mostro di Loch Ness che la vittoria finale del Leicester.

All’inizio ero scettico anch’io” ammette Ranieri “Ma poi quell’idea ha cominciato a farsi spazio nella mia mente e mi sono detto: perché no?”. Giusto. Perché no? Solo perché è una piccola squadra il Leicester non può sognare? Solo perché l’intera rosa vale meno di Cristiano Ronaldo non può ottenere dei risultati? Anche loro sono esempio del credere in loro stessi, sono la dimostrazione che il gruppo possiede una forza impressionante, che i milioni non possono comprare.

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Fonte: RTE.com

Tutte queste persone: Alex, Claudio e il suo Leicester, Giusy Versace, Davide Astori, sono persone che hanno sempre creduto in loro stesse e nelle proprie esperienze. Sono persone che con il loro buon esempio ci insegnano che nulla è impossibile. Chi più, chi meno, tutti loro hanno incontrato delle difficoltà, ma le hanno affrontate, godendosi al doppio il risultato ottenuto. Quel goal al 92esimo, quello insperato, quello dedicato a Davide Astori, è anche suo. Anche se non lo abbiamo visto fisicamente Davide c’era, era pura forza, la forza di tutti i ragazzi in campo e fuori. La forza di Cristiano Biraghi di andare a segno. La forza di credere nell’impossibile.

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