Emigrazione. L’Italia tra memoria e presente

Storie di emigrazione. L’Italia tra memoria e presente

Apre a Washington il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana. Analogie, riflessioni e differenze tra fenomeni migratori del passato e del presente.

Superati gli slogan elettorali e in un momento di discussione rovente su economia, spread ed Europa, l’immigrazione rimane tra i temi più dibattuti a livello nazionale. Immigrazione incontrollata e poca sicurezza. Sono questi i capisaldi di un binomio che risveglia la paura verso l’ “altro” e non aiuta nel processo di realizzazione di politiche di integrazione a lungo termine.

Ma mentre il “problema immigrazione” continua a preoccupare l’opinione pubblica, anche la tendenza opposta non accenna a diminuire. I dati ISTAT continuano infatti a confermare il trend dell’alto numero di cervelli in fuga. E, allo stesso tempo, anche i pensionati vanno all’estero. E allora, se di immigrazione si parla tanto, anche l’emigrazione continua ad essere un fenomeno strettamente legato alla storia e alla cultura italiana. Temi, dunque, collegati fra loro più di quanto non sembri e, forse anche per questo, spesso richiamati a livello politico.

“Anche noi siamo stati migranti”

Ricordare la grande emigrazione italiana in America diventa talvolta un modo per raccontare l’immigrazione attraverso una chiave più umana, con tutte le difficoltà che questo comunque comporta. Eppure il fenomeno migratorio che ha investito l’Italia a fine ‘800 e inizio ‘900 ha diversi punti in comune con il presente.

Intanto per quanto riguarda i numeri e la percezione degli arrivi incontrollati, per questo spesso osteggiati dai locali. In secondo luogo per il tipo di persone che intraprendevano il viaggio. Gli italiani che partivano erano infatti poveri, ma non poverissimi. I braccianti non potevano sostenere economicamente il viaggio. Allo stesso modo i migranti che arrivano oggi sulle nostre coste hanno bisogno di metter da parte risparmi considerevoli, destinati spesso a finire nelle tasche di scafisti e sfruttatori. Molti, come i migranti diretti oggi in Italia, morivano durante il viaggio. E altrettanti partivano senza la famiglia, per tentare la fortuna in un paese visto come un’ancora di salvezza. Inferiori, mafiosi, delinquenti e clandestini. Spesso erano queste le definizioni riservate ai nostri connazionali.

Se i punti in comune sono tanti, altrettante sono tuttavia le differenze, che non permettono di prendere la storia ad esempio per risolvere la situazione che oggi ci troviamo a vivere spesso al contrario.

Ieri e oggi. Il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana

Conoscere la storia aiuta però a saper affrontare il presente. È forse anche per questo che, dopo tanti anni, a Washington è stato inaugurato il nuovo Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana. Un museo, dedicato a 26 milioni di italo americani, che ripercorre tutte le tappe di quello che per il nostro paese è stato quasi un esodo. Testi, musica e immagini che parlano di un periodo lontano. Oggetti che rievocano le difficoltà di chi ha lasciato il proprio paese alla ricerca di un futuro migliore e ricostruiscono molti viaggi “della speranza”.

Suggestivo risulta non solo il tema, ma anche le modalità scelte per raccontare il fenomeno. Tra le varie sezioni del Museo, spiccano infatti quella della musica (con spazio a Caruso, Beniamino Gigli e la canzone napoletana fino a Madonna e Lady Gaga), l’angolo “delle donne” (con la ricostruzione dei luoghi nei quali stiravano e confezionavano abiti per poter contribuire al menage familiare, dei mobili d’epoca e l’immancabile presenza dei santi protettori) e il modello in scala dell’Ile de France, la nave che per prima soccorse i passeggeri dell’Andrea Doria, naufragata al largo di New York il 26 luglio 1956.

Il Museo si trova presso la sede centrale della National Italian American Foundation (NIAF), ma il ricordo non si ferma a Washington. La fondazione italo americana intende infatti organizzare non solo negli Stati Uniti ma anche in Italia un importante “percorso della memoria”. Si parla di mostre e conferenze di approfondimento – da realizzare anche all’interno delle scuole – su vari temi riguardanti l’emigrazione italiana e i suoi protagonisti. Un modo per arricchire un dibattito tanto attuale e sviscerarlo sotto diversi punti di vista, oltre facili speculazioni. Un modo per provare ad uscire dalla retorica sbrigativa e dalla strumentalizzazione politica di un tema incredibilmente complesso da risolvere.

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