Statale di Milano: Enrico Mentana presenta Open

Statale di Milano: Enrico Mentana presenta Open

L’incontro con Enrico Mentana giunge quasi a sorpresa per molti, eppure la mattina dell’11 dicembre sono tanti i ragazzi che affollano l’Aula Magna della Statale di Milano. Stanno aspettando il direttore che li incontrerà per parlare di loro, di lavoro e anche per presentare Open, il nuovo giornale che sarà on-line dal 18 dicembre. In realtà i temi sono tutti collegati, ma andiamo con ordine.

Analogie e differenze tra generazioni

Mentana si dice entusiasta di quest’incontro con gli studenti, da cui non si aspettava così tanta partecipazione. Comincia facendo il paragone tra noi, ventenni di oggi e i ventenni del passato. “Io a venticinque anni entravo nel primo giornale e l’anno seguente facevo l’esame per diventare giornalista professionista. Molti di voi oggi a quest’età sono ancora sui banchi a studiare, ma il problema è che non avete la certezza che dopo tanta fatica troverete lavoro!”. Insomma, senza troppi giri di parole Mentana centra il punto della situazione. Ma dice anche che probabilmente la colpa di questo non è nostra, ma della sua generazione, quella composta oggi da 50/60enni, che detiene il potere in buona sostanza. Questa generazione ha fatto “rivoluzioni”, ha cercato di prendersi i suoi diritti, ma poi si è fermata perché non ha più pensato al futuro.

“Avete fatto caso che in nessun programma elettorale c’era una menzione a chi sta per entrare nel mondo del lavoro?” chiede alla platea di giovani “Si, c’è il reddito di cittadinanza, ma è cosa ben diversa!”. Di contro però, anche se i ventenni di oggi non hanno colpe, Mentana dice che siamo troppo fraccomodi, sempre per colpa dei genitori. “La vostra generazione è stata abituata ad avere tutto, per cui non avete fame. Dovreste reagire, fare una sorta di rivoluzione, ma per questo genere di cose non si chiede il permesso!”.

Ad oggi in Italia a “fare grado”, dice Mentana, non è la meritocrazia ma l’anzianità. Per cui un giovane arriverà alla posizione che desidera occupare quando sarà già anziano, o forse ci andrà solo vicino. La nostra è una società gerarchica, visto che quando un giovane entra, ad esempio, in uno studio legale, per molto tempo sarà semplicemente il ragazzo delle fotocopie o quello che porta il caffè. Se poi va bene, dopo aver fatto lo schiavo per molto tempo, qualcuno lo noterà e lo farà salire di grado.

Cosa dovrebbe cambiare

Passa poi al suo mondo, quello del giornalismo, dove il meccanismo gerarchico è molto forte. “Anche se ci sono le scuole di giornalismo” afferma “Quelle servono a poco. Non danno la garanzia al ragazzo che fa praticantato di trovare lavoro in quel giornale”. E ancora “Ormai il mondo dell’informazione è obsoleto. Un giornale o un telegiornale sono prodotti che per i giovani non funzionano più. Nell’era digitale, in cui l’informazione viaggia al secondo, è anacronistico raccogliere i fatti di ieri e pubblicarli la mattina dopo. E farseli pagare anche”.

Mentana parte da questo spunto per creare Open e per spiegare come è nato. “Voi siete continuamente attaccati allo smartphone. È lui la vostra principale fonte di notizie. Anche se ha i suoi difetti: per esempio Google News, che vi propone diversi titoli di diversi giornali, ma dopo una volta che lo avete visitato vi ripropone sempre le stesse cose. Questo non va bene. Sapete sempre di più su quello che già sapete e non cercate altro. Oppure le pagine social dei giornali, che sono una sorta di spin-off dei giornali veri e propri. Sono infarcite di pubblicità, per cui diventa quasi impossibile arrivare alla fine di un articolo. O ti permettono di leggere solo una parte, perché il resto dei contenuti è a pagamento!”. Senza contare il fatto che molte delle notizie che leggiamo oggi, sono scritte da giornalisti “vecchi”, che non sanno comunicare coi giovani e non trovano temi che li accattivino.

Statale di Milano: Enrico Mentana presenta Open

Come nasce Open

“L’idea di un giornale come Open è da molto che mi passa per la testa” dice Mentana. “So che nel mondo del giornalismo le barriere da superare per un giovane sono ancora peggiori che in altri campi lavorativi. Quando i vecchi giornalisti vanno in pensione non li si rimpiazza, per risparmiare. Avevo proposto ad alcuni miei colleghi di autotassarci tutti, tanto ormai la nostra carriera e i nostri guadagni li abbiamo fatti. Ma nessuno si è fatto avanti. Così quest’estate ho deciso di partire da solo!”.

Ed è partito tutto da un comunissimo post su Facebook, nel quale Mentana invitava i giovani a farsi avanti. Il risultato è sorprendente: 15.000 curriculum da tutta Italia, di cui poi ne sono stati selezionati 200. Mentana ci tiene a sottolineare di aver sostenuto personalmente il colloquio con i 200. Da questi è poi scaturita la rosa finale di 20 giovani giornalisti che comporranno la redazione di Open. “Certo, ho chiamato anche giornalisti un po’ più navigati per prendere parte al progetto, visto che i ragazzi avranno bisogno di alcune linee da seguire”.

E quindi Open viene presentato così “Un giornale per giovani, fatto da giovani. Sarà totalmente gratuito, potrete scaricare l’app sullo smartphone e ci troverete dentro tutti i temi classici del giornalismo, ma anche e soprattutto i temi che toccano voi giovani da vicino”. L’invito finale è quello di collaborare col giornale, di esserne in qualche modo parte attiva, scrivendo delle esperienze, dando dei feedback e contributi in generale.

Una mattinata diversa all’Università Statale di Milano, ma sicuramente altrettanto costruttiva.

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