Stadio San Siro: si può demolire un monumento?

Stadio San Siro: si può demolire un monumento?

Atmosfera sempre più calda attorno alla questione stadi in Italia. Il focus di oggi su Openmag è sul Giuseppe Meazza di Milano, alias San Siro.

L’affaire San Siro

Avevamo già detto della strana questione milanese: il Milan aveva un progetto di stadio, naufragato con la gestione Berlusconi. L’Inter sembrava invece non intenzionata a mollare San Siro, ma da quando Suning è diventata proprietaria della squadra, tutto è cambiato.

Anche loro vogliono lo stadio di proprietà.. Ma non è finita qui!

Nella vicenda c’è infatti un terzo attore coinvolto: il comune di Milano. È stato proprio Sala a far presente a Inter e Milan che il caro vecchio San Siro avrebbe bisogno di lavori di ristrutturazione e ammodernamento. Lo stadio è infatti di proprietà del comune e siccome le società ne usufruiscono, l’amministrazione non intende pagare questi costi da sola. Dopo una serie di incontri, il verdetto è questo: demolire San Siro per costruire un impianto nuovo e più piccolo.

Questa soluzione è molto gradita dall’Inter, che inizialmente pensava proprio di comprare San Siro e farne il suo stadio, magari passando da 80.000 posti a 60.000. E il Milan? Si era addirittura pensato di riconvertire il vecchio ippodromo, ormai non funzionante, a stadio del Milan. E poi abbiamo sempre il sindaco Sala, che non è solo il primo cittadino di Milano, ma è pure interista, e che comunque auspicava una soluzione che prevedesse ancora un impianto pubblico.

I tifosi

Tra tutti questi contendenti però, l’Inter, il Milan e Sala hanno dimenticato delle componenti fondamentali. Una miriade di tifosi infatti, non solo appartenenti alle squadre di Milano, si è espressa negativamente sul fatto di demolire San Siro. “Da persona che lo frequenta una domenica si e una no, penso che a parte qualche lavoro di ammodernamento possa bastare! Demolirlo mi sembra esagerato!” dice qualcuno. Sono tanti però anche i commenti di chi lì ha vissuto emozioni diverse rispetto a quelle che può dare una partita: “Ci ho visto un sacco di concerti lì! Mi fa male pensare che nessun artista potrà più esibirsi lì!”.

E poi, a sorpresa, sono anche tanti quelli che per puro orgoglio milanese non mandano proprio giù l’idea di vedere uno dei simboli della città in frantumi: “A me del calcio non frega proprio niente, ma San Siro è uno dei simboli di Milano! È storico! Non può essere demolito!”. Secondo uno studio, per i milanesi lo stadio si colloca infatti al terzo posto come simbolo della città, dopo il Duomo e la Triennale.

Stadio San Siro: si può demolire un monumento?
Fonte: archistadia.it

Un po’ di storia

Lo stadio nasce per volere di Piero Pirelli, che si rese promotore della costruzione  e ne pagò le spese. Venne inaugurato nel 1926, con un’amichevole proprio fra Inter e Milan. La prima partita ufficiale fu sempre disputata nello stesso anno dal Milan, il 3 ottobre. Il comune lo acquista nel ’35 e compie i primi lavori di ampliamento: da 35.000 si passa a 55.000 posti. Durante il secondo conflitto mondiale, San Siro viene temporaneamente abbandonato per lasciare spazio all’Arena Civica e riprendersi la scena solo nel ’47-’48.

Nel ’55 viene portato a 100.000 posti con il secondo anello e le famose rampe elicoidali che permettevano di raggiungerlo; due anni dopo avremo anche l’illuminazione per le partite in notturna. Forse a questo si deve la line del Times, che nel 2009 lo inserisce al secondo posto fra gli stadi più belli del mondo: «La prima volta che vedi lo stadio Giuseppe Meazza è impossibile non avere un sussulto. Quando è illuminato, sembra un’astronave atterrata nella periferia milanese.». Nel 1980 viene intitolato, appunto, a Giuseppe Meazza e in occasione dei mondiali del ’90 gli venne data la forma che conosciamo oggi.

Cambiamenti ed emozioni

Come dicevamo, sono state tante le emozioni vissute all’interno di questo stadio, non solo per Inter e Milan, ma anche per altre squadre. Nel 2016 infatti si è disputata qui la finale di Champions League fra Atletico e Real Madrid, vinta dai blancos. Senza contare che San Siro è la roccaforte della Nazionale: gli azzurri non sono mai usciti sconfitti quando giocavano qui. E oltre al calcio, sono tanti i nomi della musica italiana ed internazionale che ne hanno calpestato il suolo. A partire da Bob Marley nel 1980, primo in assoluto ad esibirsi, fino a Vasco, colui che ha tenuto ben quattro serate consecutive! Abbiamo Edoardo Bennato e Laura Pausini, primi italiani a far registrare il tutto esaurito. E senza dimenticare “The Boss”, Bruce Springsteen, l’artista straniero che si è esibito a San Siro più volte.

Niente più “Luci a San Siro”?

Insomma, pare proprio che San Siro non possa essere eliminato così, con uno schiocco di dita. In fondo si sta parlando di un monumento, un simbolo, e c’è chi, come Enrico Mentana, si spinge a dire che “è come se volessimo demolire il Colosseo o il Pantheon per renderli più moderni”, provocando l’indignazione di alcuni. Non metteremo certamente a paragone le due opere, eppure c’è una cosa da dire: anche il Colosseo a suo tempo nacque per far godere la gente di spettacoli. Nessuno si è mai messo in testa, nei secoli, di demolirlo (vandali a parte), visto l’importanza storica che ha assunto.

Ora non vogliamo dire che San Siro sarà il Colosseo del futuro, ma sarebbe come togliere a Milano una parte del suo essere. San Siro non è solo lo stadio di Milano, non è solo la casa di Inter e Milan, non è solo un luogo dove assistere a un grande concerto. San Siro è Milano stessa, in un certo qual modo.

E allora cosa fare?

Magari pensare, vista la tradizione positiva della nazionale, di farlo diventare la sua casa, sul modello Wembley. O come auspicava qualcuno, tenerlo solo per i concerti. Possibile che un luogo che viene chiamato “La Scala del Calcio”, debba vedere terminare la sua vita per un inutile tira e molla?   

Stadio San Siro: si può demolire un monumento?
Fonte: calciomercato.com

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