Gran Premio di Baku: il regno delle Safety Car

GP di Baku: il regno delle Safety Car

Parliamo ancora di Formula 1, focalizzandoci sull’ultimo GP, quello di Baku, in Azerbaijan, ma soprattutto sul suo circuito cittadino, che potremmo definire “scoppiettante”.

A Baku vince ancora la Mercedes, con Valtteri Bottas che finalmente sembra aver trovato la giusta mentalità per non sembrare più un wingman, ma un victory man. Solo secondo Lewis Hamilton, a cui segue un sempre meno riconoscibile Sebastian Vettel. L’unica consolazione per la Ferrari viene ancora una volta da Charles Leclerc, costretto a partire ottavo per una serie di motivi che approfondiremo, ma che almeno ottiene il punto extra dato dal giro più veloce.

Ma più che sulla gara, vorremmo concentrarci questa volta sul circuito di Baku, che doveva riservare delle sorprese e invece ci ha lasciati un po’ a bocca asciutta. Infatti, da quando è presente nel calendario di F1, Baku è stato il Gran Premio degli incidenti e delle Safety Car!

Baku è presente in F1 dal 2016, prima come Gran Premio d’Europa e in seguito come Gran Premio d’Azerbaijan. Il circuito sembra favorire le Mercedes, che qui ha vinto con tre piloti diversi: Rosberg, Hamilton e Bottas; e anche Sergio Perez sembra esaltarsi qui. È infatti arrivato a podio due volte su quattro da quando si corre a Baku. Ma andiamo a vedere che cosa è successo nel circuito in questi anni, andando a ritroso.

Una bandiera rossa per ogni sessione

Quest’anno ci si aspettavano incidenti, come da programma, che infatti ci sono stati, ma non in gara. Il primo a fare le spese della scarsa sicurezza del circuito è George Russell, della Williams. Un tombino, precedentemente sollevato dalla Ferrari di Leclerc, squarcia di netto la scocca inferiore della sua auto! Russell rimane miracolosamente illeso, i tombini vengono sigillati su tutto il circuito, ma siamo solo nella prima sessione di libere! Questa viene sospesa, ma le sorprese non sono finite, né per la giornata, né tantomeno per le Williams.

Il secondo incidente è infatti firmato Robert Kubica, compagno di squadra di Russell. Perde il controllo della macchina e va a muro nella cosiddetta “curva del castello”. Si riscontrano talmente tanti problemi nel rimuovere l’auto dal tracciato che la sessione viene sospesa. In molti si chiedono se quello stesso incidente fosse avvenuto in gara, come si sarebbero comportati gli addetti ai lavori, visto che non si può perdere troppo tempo.

GP di Baku: il regno delle Safety Car
Fonte: f1ingenerale.com

Ultimo in ordine di incidente è il nostro Leclerc. Durante le Q1 è il migliore e anche nelle Q2 sembra averne più degli altri, tanto che si spera guadagni la tanto agognata pole position. Le speranze dei ferraristi si spengono quasi subito: anche Leclerc va a muro. Epico il suo team radio “I am stupid! (sono stato stupido!)”. Il ragazzo ha infatti ecceduto un po’ con la velocità e va a sbattere nella stessa curva di Kubica.

Safety Car continua nel 2018…

Lo scorso anno è stato quello dello scontro tra le due Red Bull. Ricciardo e Verstappen stanno infatti battagliando per la terza posizione, con l’olandese che si trova davanti. L’australiano tenta due volte il sorpasso, ma alla seconda tampona malamente il compagno di squadra. Siamo al 40esimo giro e non appena la Safety Car rientra, ecco che anche Grosjean finisce a muro! E a ruota abbiamo anche gli incidenti di Vettel e Bottas, di cui il secondo causato da detriti di altre auto. Ma anche al primo giro ci sono state scintille: Ocon e Raikkonen vanno infatti a scontro!

…Lotta serrata nel 2017

E il 2017? Quello fu l’anno in cui Vettel, esasperato dal comportamento di Hamilton in regime di Safety Car, gli diede una ruotata. In regime di Safety Car infatti, tutti i piloti devono seguire suddetta auto e rallentare l’andatura, non possono esserci sorpassi, almeno fino a che questa non rientra ai box. Quel GP, non appena la Safety Car finisce il suo giro, Hamilton rallenta volutamente l’andatura, tenendo dietro Vettel e gli altri, che ancora non possono superarlo. Vettel aveva provato ad insidiarlo, solo perché questo aumentasse la velocità, ma nulla. E lì arriva la famosa ruotata, che gli costerà ben 10 secondi di penalità (solitamente comminati per chi causa incidenti gravi).

GP di Baku: il regno delle Safety Car
Fonte: motorbox.com

Siamo sicuri della spettacolarità di Baku?

La gara del 2016 fu invece abbastanza piatta, ma comunque possiamo notare che a Baku sono più i minuti corsi in regime di Safety Car, che quelli di gara. È un po’ la pecca dei circuiti cittadini forse, tanto che anche a Montecarlo ne abbiamo avuti un bel po’. Eppure Baku, pur essendo in calendario da soli quattro anni, sembra primeggiare in questo campo. Fortunatamente non ce ne sono stati di gravi; qualche incidente qua e là può anche aggiungere spettacolarità, ma fare 40 giri su 50 con la Safety Car, fa si che non ci sia alcuna gara a cui assistere.

Quella del circuito cittadino però, sembra essere la via sempre più seguita quando si tratta di aggiungere nuove tappe al mondiale. Le piste stile Monza sembrano non attirare più, ma lì almeno si hanno tutte le sicurezze del caso, per esempio non ci sono tombini da sigillare… Questo per dire che un circuito cittadino deve essere fatto bene e con criteri adeguati.

A Baku è sembrato mancare un po’ di tutto, sicurezza in primis purtroppo, cosa che la F1 non può assolutamente permettersi.

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