La Settimana della Cultura Europea a La Sapienza

La Settimana della Cultura Europea a La Sapienza

Per la Settimana della Cultura Europea (9-16 maggio), tante le iniziative nella Regione Lazio. Eccone un breve racconto.

La Regione Lazio ha celebrato dal 9 al 16 maggio la “Settimana della Cultura europea”. L’iniziativa, voluta e sostenuta dall’Unione Europea, ha avuto l’obiettivo di promuovere, soprattutto tra i più giovani, la conoscenza della storia dell’idea stessa di Europa unita. Ma anche le opportunità che oggi l’UE offre, la cultura, i valori e l’integrazione europea. In tale ottica sono stati organizzati in tutto il Lazio numerosi eventi: dal Festival della cultura digitale e dell’innovazione alle simulazioni dei processi decisionali del Parlamento europeo. Dal management per i finanziamenti europei a gestione diretta di Viterbo alla presentazione di volumi sull’economia e sull’Europa. Sino ad una camminata sull’Appia antica per celebrare il patrimonio storico e archeologico.

Progetti interessanti…

Il 16 maggio il team di Aicem si è recato presso l’Università di Roma Sapienza. Uno l’obiettivo: mettere gli studenti a conoscenza delle interessanti opportunità finanziate dall’Europa di cui, forse, troppo poco si parla. Ma anche avere un riscontro su importanti tematiche quali l’identità e la cultura europea e su come l’Europa possa, eventualmente, migliorare il rapporto istituzioni-studenti.

Sebbene la conoscenza dei progetti europei per studenti e giovani lavoratori coadiuvati dalla Regione Lazio fosse abbastanza limitata, gli intervistati hanno mostrato un grande interesse per queste iniziative. Si sono inoltre soffermati a riflettere sul motivo per cui tali progetti, talvolta, non siano in grado di raggiungere i destinatari designati. La risposta è stata quasi unanime: la comunicazione è carente. Molti degli studenti conoscono direttamente il Programma Erasmus+ in quanto ben sponsorizzato a livello universitario, ma le altre opportunità come l’Erasmus Internship o il programma Torno Subito tendono a rimanere in sordina.

…Ma poco sponsorizzati

E  non sono solo questi programmi a non godere della fama che meriterebbero: l’Eurodesk, che offre la possibilità di candidarsi per attività di tirocinio e volontariato in Europa e in Italia, viene ad esempio sottovalutato. E non è il solo. Stessa sorte sembra toccare al Portale Europeo dei Giovani che offre borse di studio per la formazione universitaria e post universitaria nonché attività lavorative finalizzate ad avvicinare gli studenti al mondo del lavoro. Ogni studente e giovane lavoratore dovrebbe tenere gli occhi puntati su questi programmi, ricchi di offerte e opportunità molto spesso nuove e diverse.

Come si può far fronte alla carenza di informazioni?

La partecipazione attiva degli studenti al dibattito è stata di grande aiuto per individuare possibili soluzioni al problema: migliorare la comunicazione e la sponsorizzazione dei progetti e l’organizzazione di giornate di orientamento ospitate dalle università durante i semestri, è la prima delle proposte ricevute. Oltre questa, gli studenti ritengo utile la pubblicità attraverso i social media come Facebook ed Instagram a cui ogni studente può accedere, o le  dirette video la cui messa in onda invia immediatamente una notifica a tutti i profili attivi su quella pagina.

E per chi non utilizza i social media? Potrebbero essere prodotte delle locandine da distribuire nelle università e nelle biblioteche. Oppure creare degli uffici, magari anche all’interno dei complessi universitari stessi, la cui funzione è proprio quella di favorire una maggiore informazione. Un ruolo di spicco potrebbe essere giocato dai docenti, che potrebbero dedicare qualche minuto delle lezioni alla sponsorizzazione di tutte le attività ed opportunità messe a disposizione dall’Unione Europea. Un’altra soluzione sarebbe quella di migliorare l’utilizzo dei fondi stanziati dall’Europa, molto spesso la maggior parte di essi non vengono utilizzati.

Vi sentite europei? Una percezione ambivalente.

Un’altra domanda posta agli studenti è stata: vi sentite europei? Cosa è la cultura europea? Molti degli intervistati, nonostante un certo scetticismo, hanno risposto di sentirsi europei, ma anche in questo frangente sono emerse delle interessanti riflessioni.

Molti sostengono che lo spirito europeo emerge solo in circostanze drammatiche, ad esempio in caso di attentati o in tutte quelle situazioni in cui viene attaccata la nostra identità sociale e culturale. La percezione che si ha dell’Europa è ambivalente, da un lato se ne riconoscono gli aspetti positivi, dall’altro emerge una sensazione di diffidenza, rafforzata, forse, da un decennio di instabilità economica, politica e sociale, in cui le istituzioni europee non sono state in grado di farsi portatrici di azioni risolutive e che potessero trasmettere sicurezza.

Gli intervistati, anche in questo caso, hanno avanzato delle proposte per trasmettere con successo l’idea di cultura europea. Secondo molti di loro sarebbe opportuno educare i giovani dall’età scolare  all’idea di un’Europa unita e della sua eredità culturale per renderli consapevoli delle possibilità di cui possiamo usufruire.

Un punto di partenza per un miglioramento della cultura europea.

I ragazzi, dunque, non sembrano essere del tutto informati sui molti progetti e finanziamenti posti in essere proprio per loro. Ma vogliono esserlo. Ed è proprio da qui, forse, che si può ripartire. Come? Ascoltare le proposte dei ragazzi può essere un primo passo, ma di certo non l’unico. C’è ancora strada da fare, ma la giornata trascorsa all’Università Sapienza di Roma ci dice molto, per prima cosa che le basi per potenziare il dialogo con gli studenti ci sono.

La Settimana della Cultura Europea a La Sapienza

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