Kobe Bryant, dalle notizie al ricordo

Kobe Bryant, dalle notizie al ricordo

“Kobe Bryant morto in un incidente di elicottero”. E’ la notizia che sconvolge Los Angeles e il mondo intero la mattina del 26 gennaio. Da lì in poi fughe di notizie, indagini seguite passo passo ma soprattutto ricordi di una grande persona.

La tragica notizia

Quando arriva la notizia della morte di Kobe Bryant all’inizio si pensa sia uno scherzo di cattivo gusto, ma c’è chi fa notare che TMZ, la tv che ha rilanciato la notizia, difficilmente sbaglia su queste cose. E in effetti TMZ non ha sbagliato nemmeno stavolta, purtroppo. Le cose che probabilmente stonano sono però la velocità e la facilità con cui la notizia è stata data. Infatti, da subito, si è saputo che la star NBA si trovava a bordo del velivolo e che con lui c’erano altre sette persone. Le fughe di notizie si susseguono, dicendo che con lui c’erano tutti i familiari, poi solo le figlie, forse qualche amico. E dopo tanto scavare viene svelata l’identità delle altre persone presenti, senza nemmeno troppo tatto. Senza nemmeno pensare che qualche caro potrebbe apprenderlo dalla tv. Oltre a Kobe Bryant, su quell’elicottero c’era anche Gianna, la figlia che aveva deciso di seguire le orme del papà nel basket. Con loro, due compagne di squadra di Gianna alla Mamba Academy: Alyssa Altobelli assieme ai genitori e Payton Chester, insieme alla mamma. Un altro membro delle Mamba Academy, Christina Mauser, allenatrice delle ragazze, perde la vita e con loro anche Ara Zobayan, il pilota.

Passo breve da notizia a pettegolezzo

E così, i giornali continuano a scrivere notizie su notizie, ripetendosi, parlando al pubblico delle indagini, della vita privata di coloro che hanno perso la vita e di coloro che sono rimasti a ricordarli. Magari alcuni di loro nemmeno si fermano a pensare che ci sia un confine e che, forse, al momento, i parenti delle vittime preferirebbero essere solo lasciati in pace. Ha a che fare con questo lo sfogo dell’attrice Ellen Pompeo, meglio conosciuta come Meredith Grey, la quale si scaglia duramente contro il direttore di TMZ. “Ma complimenti!” scrive su Twitter, taggandolo “Come dormirai stanotte?! O forse era più importante avere lo scoop?!”. Si riferisce proprio al fatto che la notizia sia stata data immediatamente, quasi in diretta con l’accaduto, facendo persino i nomi di chi era presente a bordo. Ecco dove sta il confine fra notizia e pettegolezzo.

Ma per quanti racconti scientifici e purtroppo tragici siamo costretti a sentire, c’è un’altra parte che celebra la vita. Perché Kobe sarà anche scomparso, ma ha lasciato un’eredità immensa.

Kobe Bryant, dalle notizie al ricordo

Tutti amano Kobe Bryant

Sono tanti gli amici che lo ricordano tramite i social, primo tra tutti Lebron James, suo erede ai Los Angeles Lakers. Anche Jennifer Lopez, Jay Zee e altri artisti che lo conoscevano personalmente ci tengono ad esprimere il loro pensiero. Come anche molti dei giocatori NBA, a partire da Luka Doncic, passando per i nostri Gallinari e Belinelli. Persino Milan e Barcellona, squadre di calcio a cui era molto legato, esprimono il loro cordoglio attraverso le pagine social. E l’Italia intera, paese in cui Bryant aveva vissuto da giovane, piange la scomparsa di un campione che si sentiva italiano dentro, tanto da dare alle sue stesse figlie nomi italiani.

Lo Staples Center, dove giocano i Lakers, diventa meta di pellegrinaggio per lasciare fiori, disegni, lettere, magliette, palloni da basket e tanto altro; c’è posto persino per un gagliardetto del Milan e una bandiera italiana, lasciata dal corrispondente di Sky Sport Flavio Tranquillo, a nome di tutti i tifosi italiani. La stessa cosa accade davanti alla Mamba Sports Academy, il luogo in cui Kobe e gli altri erano diretti, il luogo che ha perso tre delle sue promesse e una giovane allenatrice, madre anche di tre bambini. Persino davanti casa Bryant vengono lasciati degli omaggi, anche per far sentire la vicinanza a Vanessa e alle sue figlie.

In giro per il mondo è un fiorire di murales dedicati al grande campione, ritratto da solo o con la figlia. A Napoli viene addirittura data nuova vita ad un campetto abbandonato, scrivendo Kobe a caratteri cubitali in giallo-viola, sul pavimento. Senza dimenticare i vari omaggi del mondo dello sport: dal minuto di silenzio del Milan alla dedica di Neymar a pochi minuti dall’accaduto e il tributo ai Grammy Awards.

E ancora…

E la sua casa, Staples Center, che come sempre si supera nel ricordo del campione. Palazzetto colorato di giallo, visto che su ogni sedia c’è una sua maglietta, una parte la maglietta col numero 8, utilizzato a inizio carriera e un’altra parte con l’iconico 24. Senza contare l’unica sedia su cui si trova invece una maglia nera, della Mamba Academy col numero 2, in onore di Gianna. Persino la data della cerimonia pubblica è simbolica: 24 (Kobe) 2 (Gianna) 20 (gli anni spesi a giocare nei Lakers). Anche l’All Star Game onorerà Bryant con un formato speciale e con i due team che scenderanno in campo solo con numeri 2 (Team Lebron) e numeri 24 (Team Giannis).

Tutti vogliono ricordare Kobe e non solo per il campione che era, ma soprattutto per la persona. Un grande atleta, un bravo padre, una persona che amava scoprire ogni giorno un ambito nuovo, ora che si era ritirato dal basket, come la letteratura o il cinema. In parole povere, Kobe Bryant era “uno di noi”, si famoso, ma sempre coi piedi per terra. Ciao Campione!

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