MLS: cenni storici e contraddizioni. Parliamo di calcio, ma stavolta di quello d’oltreoceano, di come è concepito e soprattutto di come si comporta la FIFA nei suoi confronti.
Il fatto
La notizia è di qualche giorno fa: il TAS di Losanna, ovvero il Tribunale Arbitrale dello Sport, ha rilasciato una sentenza a dir poco storica: “Essendo la FIFA l’organo che governa le varie federazioni calcistiche del mondo, essa ha diritto e dovere di decidere per esse, anche per quella americana”. Le parole pronunciate sono pressappoco queste, ma a cosa ci stiamo riferendo? Su cosa la FIFA dovrebbe decidere riguardo alla MLS (Major League Soccer)?
Cenni storici sulla MLS
Prima di tutto, precisiamo che il campionato americano è giovanissimo. Nasce infatti in concomitanza a USA ’94, primo mondiale della storia organizzato dagli States. La FIFA allora costrinse il paese ospitante, non ancora dotato di un campionato professionistico, a crearne uno. Così, a mondiale disputato, due anni dopo prende vita la Major League come la conosciamo oggi. È un campionato professionistico di calcio, in cui è previsto il salary cap, cioè il tetto massimo degli stipendi per i calciatori acquistati e tutti i contratti sono supervisionati dalla federazione centrale, cosa che non accade altrove, ad esempio.
Franchigie e Conferences
Ma la cosa che più salta all’occhio, ed è qui che FIFA e TAS intervengono, è il sistema di retrocessioni e promozioni che, ancora oggi, in MLS non esiste. Già… Il campionato di calcio si basa infatti sul sistema delle franchigie e delle conference, come ogni altro campionato americano. Ciò vuol dire che non c’è il girone unico e le squadre non si affrontano, generalmente, in partite di andata e ritorno.
Abbiamo Eastern e Western Conference e le migliori 4 di ognuna si scontrano alla fine nei Play-Offs, che decretano il vincitore. Il campionato è sostanzialmente chiuso, visto che le squadre sono sempre le stesse da anni. Entrano nuove franchigie, appunto, su base di indagini di mercato sulla città che si “candida” in un certo senso, ad ospitare la franchigia stessa. Ecco come, per esempio, David Beckham ha creato una squadra dal nulla, l’Inter Miami FC, che si appresta a fare il suo debutto proprio a marzo. Un franchigia può anche spostarsi da una città all’altra, come già accaduto nel basket: i Lakers infatti, non sono sempre stati a Los Angeles.
Chi gioca nella MLS?
Il problema delle promozioni e retrocessioni, sembra non scalfire la MLS. Il loro infatti è un sistema collaudato, che permette di avere un campionato livellato, senza enormi disparità e con tanti colpi di scena. In 26 anni di storia, non si è mai verificato che la vittoria finale fosse sempre appannaggio delle stesse quattro squadre, come accade nei campionati europei. Ma non si è nemmeno mai verificata qualche favola moderna, come potrebbe essere quelle del Napoli e del Sassuolo. Inoltre, non c’è scambio con i calciatori provenienti da altri campionati, che solitamente vanno in MLS solo a fine carriera. Lo hanno fatto Beckham, Pirlo, David Villa e ultimamente anche Chicharito Hernandez.
Nella MLS infatti, i calciatori sono prevalentemente americani o mesoamericani. Inoltre, grazie al sistema del draft, si scoprono ogni anno giovani talenti provenienti dai college che vengono prontamente sistemati nei vari team. Come? Si prende la classifica finale e la si inverte, di modo che alla squadra più debole, vada il calciatore più forte, anche se sono concessi degli scambi di posto per ottenere il giocatore che si desidera. Sapete che fanno anche un All-Star Game?
Tante contraddizioni
Dopo tutti questi cenni storici, dobbiamo però dire che la FIFA non ha sempre usato il pugno di ferro sulla federazione americana. Sono già anni che vengono raccolte delle lamentele da parte di presidenti dei team e altri addetti ai lavori, che vogliono un cambiamento. Gianni Infantino, presidente FIFA, durante un colloquio con Trump, disse che lui non poteva nulla. Se la MLS non voleva un sistema all’europea, allora le cose sarebbero rimaste così. Ed è qui che entra in gioco il TAS.
Secondo il tribunale di Losanna infatti, la FIFA ha questo potere, e deve utilizzarlo. Senza contare che gli USA hanno già ottenuto l’assegnazione per il mondiale 2026, in collaborazione con Messico e Canada. È probabile quindi, che entro quella data, la MLS debba “regolarizzarsi”. Sempre però chela FIFA intervenga.
La FIFA, irreprensibile organo che anche per voce del presidente Infantino ha spesso detto che il calcio non deve essere elitario, tanto che vorrebbe aprire il mondiale a più squadre. Ironia della sorte, quella di Qatar 2022 sarà l’ultima edizione con 32 partecipanti e USA 2026 dovrebbe averne 48. Sarebbe un po’ strano aprire il mondiale a tante squadre, ma avere un paese ospitante che invece chiude, non trovate?
Continueremo a monitorare la situazione, soprattutto per sapere se la FIFA deciderà secondo coerenza o secondo la sempre più dura legge del business.