Covid-19: Come trasformare una difficoltà in risorsa

Covid-19: Come trasformare una difficoltà in risorsa

Com’è cambiata la mia esperienza all’estero a causa del Covid-19 e come sono riuscita a fare di una situazione difficile e improvvisa un tesoro per la mia crescita personale.

Domande introspettive

Ci siamo rivisti, abbiamo parlato, ci siamo confrontati, ognuno ha raccontato la propria esperienza di quarantena; dagli aneddoti più divertenti ai momenti più bui e difficili; dalle emozioni provate alle trasformazioni avvenute interiormente.

Ma per coloro che erano appena arrivati in un nuovo paese (come me), pronti ad iniziare un’esperienza totalmente nuova con mille aspettative e buoni propositi, qual è stata la reazione questo Covid-19?

Arrivare in una città mai vista o vissuta prima, dove la lingua parlata non è la tua, lontano da casa, e immediatamente dover rimanere chiusi in un appartamento, magari con persone appena conosciute. Tutto così veloce che difficilmente avremmo potuto chiamare casa dopo così poco tempo.

Abbiamo appreso qualcosa da questa difficile e inaspettata situazione o è stata solo un’esperienza negativa che ci ha fatto soffrire?

Adesso vi racconterò quella che è stata la mia esperienza personale. Che cambiamenti sono avvenuti dentro di me e come si è modificata la mia percezione rispetto alle aspettative e idee che mi ero fatta prima della partenza.

Aspettative

Una cosa importante che ho capito da questa situazione: non pianificare la vita a lungo termine perché arriverà sempre qualcosa, qualcuno (magari un virus) che ribalterà totalmente la situazione. In questa situazione tutti ci siamo trovati a dover rivedere i progetti presenti e futuri, le scadenze, le partenze, la routine, gli hobby e in pratica ogni aspetto della quotidianità e realtà che stavamo vivendo.

Prima di partire per la Spagna mi ero fatta delle idee su cosa avrei potuto imparare da questa esperienza, in quali sfide mi sarei imbattuta, quali scogli avrei dovuto superare, quali limiti personali avrei dovuto pormi e quali altri invece avrei dovuto soverchiare.

Ero pronta per immergermi totalmente nelle varie attività proposte dal Consell Valencià de la Joventut, scoprire il mondo delle associazioni giovanili della Comunità, farmi avvolgere totalmente dalla bellissima natura che circonda la città, tra boschi fiumi e montagne. Volevo scoprire ogni angolo della città, farla mia, poterla chiamare casa e sentirmi a mio agio girando in bicicletta per las calles di Valencia.

E invece…

Realtà

E invece una volta arrivata a Valencia non ho avuto nemmeno il tempo di capire dove mi trovavo, con chi avrei dovuto lavorare per un anno, l’ufficio, il quartiere, i supermercati più vicini. Non ne ho avuto il tempo perché ci ha colpiti in pieno il Covid-19 e poi la quarantena. E’ stato uno shock.

Tutto ciò che mi ero proposta di fare, vedere, conoscere… Non era più possibile.

Sinceramente i primi momenti sono stati i più pesanti per me, come per molti. Rivedere tutte le mie abitudini, dalle più semplici come leggere un libro al parco alle più organizzate come passare il fine settimana a camminare o arrampicare in montagna, è stato il primo scoglio da affrontare.

Abituata all’aria aperta, al sole, alla natura incontaminata, stare tutto il giorno fino a data indefinita chiusa in un appartamento è stato complicato.

Ma c’è un ma… come dice De André “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior”.

Covid-19 e cambiamenti

Se ripenso a quei mesi mi sale come una specie di ansia e tensione; soprattutto adesso che posso vivere, esplorare, dar da mangiare alla mia curiosità. Allo stesso tempo però mi rendo conto di quanto quel periodo mi abbia cambiata, trasformata, fortificata. E’ stato un tempo prezioso che ho voluto sfruttare al massimo e al meglio, anche se non sempre è stato possibile.

Partendo dalle cose materiali ho potuto leggere tutti quei libri che avevo accumulato sulle mensole e che non trovavo mai il tempo di iniziare o finire. O, ancora, vedere documentari su argomenti di mio forte interesse, praticare yoga ogni giorno (anche se nella mia stanza), migliorare le mie (scarse) abilità nel disegno e nella musica, conoscere sotto ogni punto di vista i miei e le mie conquilini/e.

Ma soprattutto…

Ho imparato a conoscermi di più, a capirmi e ascoltarmi. Ad avere pazienza, una virtù che non ho mai posseduto ma così necessaria!

Ho sempre temuto le attese, la lentezza, il fermarsi. Ed è stato invece tutto quello che dovevo fare. Imparare a vivere con calma, lentamente, aspettando il momento in cui saremmo potuti tornare a vivere (fuori). Momento che non aveva una data precisa, il che rendeva tutto ancor più ignoto.

Col senno di poi sono quasi grata di aver potuto passare un momento così duro e al contempo fortificante, di evoluzione.

In conclusione penso che la casualità non esista, che ogni cosa venga per qualche motivo e che possiamo far tesoro di qualsiasi situazione, persona, luogo, conoscenza con cui ci imbattiamo durante il nostro percorso di vita.

di Marta Giorgetti

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