Le nuove opportunità per i progetti di mobilità europei

Mappa dell'Europa con la scritta Restart

Come ripartire convivendo con una pandemia: come i progetti di mobilità si sono organizzati e come potrebbero essere in futuro.

La pandemia e la situazione di emergenza sanitaria nella quale ancora ci troviamo a vivere, ha avuto importanti ricadute sui sistemi di istruzione e formazione. Ciononostante, la famosa “generazione erasmus” non si ferma, anzi riparte con più energia. Dopo lo stop degli ultimi mesi, Erasmus+, il progetto europeo che consente di studiare o di effettuare un tirocinio all’estero che ogni anno coinvolge migliaia di ragazze e ragazzi in tutto il continente, riparte in Italia con 54 milioni di euro destinati a finanziare progetti di istruzione e formazione professionale.

Visto l’attuale momento di alta preoccupazione, dovuto alla pandemia, l’obiettivo principale della Commissione europea è la sicurezza e la tutela di tutti i partecipanti al programma Erasmus+ e al Corpo europeo di solidarietà, nel pieno rispetto di tutte le misure di contenimento adottate a livello nazionale.

mano con un cuore verde

La gestione della crisi nei progetti in essere

Durante i primi mesi di lockdown la maggior parte dei programmi, sia a gestione diretta che a gestione concorrente, è corsa ai ripari. Per far fronte a questa situazione, i programmi di mobilità hanno adottato svariate misure che vanno in due principali direzioni. La prima è stata quella di aumentare la flessibilità rispetto a tempistiche e livelli di spesa, spesso introducendo nuove norme di attuazione che permettessero ai progetti di “sforare” scadenze. La seconda direzione è semplificare le procedure relative soprattutto alla presentazione di rendiconti e di documentazione a supporto delle spese sostenute in tema di richiesta di pre-finanziamento per i progetti appena partiti.

Un ulteriore significativo cambiamento si è naturalmente registrato nel passaggio dagli incontri di persona agli incontri sulle piattaforme online: meeting, riunioni di riorganizzazione del lavoro e quant’altro sono stati speditamente trasformati da eventi in presenza a eventi web. In questo modo, si sono dovute apportare delle modifiche nelle modalità di svolgimento degli stessi che tuttavia in moltissimi casi non ne hanno impedito lo svolgimento.

Rimane quindi sotto gli occhi di tutti quanto questa situazione abbia avuto un impatto significativo su tutti i soggetti coinvolti nel ciclo di vita progettuale: sia dal lato della gestione dei programmi a partire dalla Commissione europea, le sue agenzie, le autorità di gestione nazionali e regionali; sia dal lato dei beneficiari, ovvero di tutti quei soggetti pubblici e privati che si occupano di dare attuazione ai progetti co-finanziati.

Le nuove opportunità nello scenario di ripartenza post Covid-19

Quale sarà la più grande sfida che si troverà a sostenere la mobilità nel futuro imminente?

Per rispondere a questa domanda, ovviamente non bisogna tralasciare l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus e anche la successiva fase di ripresa. Questo contesto apparentemente spinoso potrebbe offrire delle nuove opportunità, supportate da altrettante soluzioni tecnologiche di efficacia.

Nello scenario di ripartenza post Covid-19, la Commissione Europea renderà i programmi più flessibili per quanto legalmente possibile per limitare l’impatto negativo della crisi sui giovani volontari che partecipano a progetti di European Solidarity Corps e studenti Erasmus.

La forza di saper ripartire

Se è vero che in questa fase l’attenzione è ancora concentrata sulla gestione dell’emergenza, è nondimeno utile riflettere sulle future modalità di gestione progettuale ed in particolare sugli strumenti da utilizzare. In questi mesi abbiamo assistito ad un cambiamento delle modalità di lavoro e di gestione delle attività di progetto e continueranno certamente a mutare almeno per il prossimo anno. È naturale quindi chiedersi se con il solo utilizzo di tecnologie di comunicazione a distanza riuscirà a garantire quel valore “aggiunto europeo” che è vocazione naturale di questo di questo tipo di finanziamenti e che è, appunto, da sempre fondato sugli scambi, gli incontri e le interazioni tra organizzazioni di paesi diversi.

La sfida per i prossimi mesi sarà, quindi, imparare a sfruttare e potenziare questi aspetti positivi, rendendo i processi più inclusivi anche per una migliore risposta alle sfide sociali che si presenteranno nella fase post-virus, nell’attesa che una nuova normalità si assesti anche nell’ambito dei progetti europei.

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