Sanremo 2021: il Festival verso la parità di genere?

Sanremo 2021

In un Sanremo sottotono e su cui piovono critiche di tutti i tipi, qual è stato il ruolo giocato dalle donne?

Perché Sanremo è Sanremo. Ma, in particolar modo, è una sfilza di critiche e commenti. Su tutto. Dagli abiti ai monologhi, dai super (o meno) ospiti invitati, ai presentatori. E, nel mezzo, anche sugli artisti e le canzoni in gara.
E se il bello del Festival è anche questo, anche noi abbiamo deciso di non esimerci dal commentare.
Niente pagelle, gallery sugli abiti e consigli di stile. Piuttosto parleremo di un tema che ci sta particolarmente a cuore: la parità di genere.

In vista dell’8 marzo non potevano infatti mancare richiami al “pianeta donne” anche sul palco di uno degli spettacoli più attesi e discussi ogni anno. Partiamo dai gesti, prima di arrivare ad ospiti e momenti di riflessione proposti. Il primo è quello dei fiori consegnati solo alle donne. Un gesto “di cavalleria” che a Sanremo non è mai mancato. Ma che nel 2021 si è rivelato anacronistico se non retaggio di un’imposizione culturale radicata da sempre.

Così quello che voleva essere un elegante omaggio, si è trasformato nella prima piccola polemica del Festival. La riflessione, lanciata inizialmente da alcuni cantanti, è stata presto raccolta dai conduttori che hanno cercato nelle serate successive di ammorbidirla con battute e la libertà di far gestire agli artisti il “problema fiori” tra loro. Poi, nella finale di ieri sera, il caos. Voi avete capito perché ad alcuni i fiori di Sanremo sono arrivati “a volontà” (vedi Maneskin, La rappresentante di Lista, Michielin e Fedez) e ad altri per niente? Noi ci siamo svegliati ancora con qualche dubbio.

Focus ora sulle parole

Passato più inosservato è stato il commento di Mario Adinolfi rispetto all’emozione dimostrata da Fedez nella prima puntata. Di fronte all’evidente tensione del cantante prima e dopo aver cantato il brano insieme a Francesca Michielin, il giornalista ha ben pensato di raschiare dal fondo il concetto che si rifà all’equazione uomo=virile e duro. Non sia mai che un maschio possa dimostrare le sue emozioni e, figuriamoci, piangere! “Da quando è il signor Ferragni è diventato subalterno alle femmine”, chiosa Adinolfi su Twitter.

Tutto questo mentre Achille Lauro, con i suoi improbabili ed eccessivi “quadri” (no, non ha dipinto alcuna tela), vorrebbe far passare messaggi sulla fluidità di genere e sull’importanza di essere ciò che si vuole senza sentirsi giudicati.
Peccato che il suo desiderio di proporsi a tutti i costi come un personaggio di rottura abbia reso meno efficaci messaggi che avrebbero potuto esser davvero innovativi per Sanremo.

Le donne di Sanremo 2021

Se le 5 serate ci hanno abituati da sempre ai commenti su vallette di poca personalità, giudicate troppo spesso solo per gli abiti indossati, quest’anno va riconosciuto a un festival un po’ sottotono -per usare un eufemismo- una riscoperta del ruolo femminile. Anche se agli uomini è ancora una volta spettato il ruolo di conduttori, le donne di questa edizione di Sanremo sono infatti apparse molto più degne di nota. Valorizzate anche rispetto a Zlatan Ibrahimovic, chiamato a fare battute sul “suo” Festival giocando sul suo personaggio (simpatico ma proprio quattro sere ci serviva?), le donne hanno nel bene e nel male lasciato il segno in questo Sanremo ventiventuno (si, a quanto pare se non lo dici così non sei nessuno).

Matilda De Angelis

È lei la prima vera rivelazione del Festival. In una serata d’apertura che risente da subito della mancanza di pubblico, l’attrice giovanissima, ma già lanciata anche sul panorama internazionale, non si lascia spaventare. Spigliata, simpatica e coinvolgente, Matilda riesce a far passare in secondo piano gli outfit non proprio azzeccati (anche i critici più velenosi sembrano averglieli perdonati).

Elodie

Anche a Sanremo tutto quello che tocca sembra diventare oro. Oltre i commenti sulla sua bellezza (sfidiamo solo gli invidiosi a dire il contrario!), la romanissima mette tutti d’accordo sul resto. Come la precedente artista, sul palco queste donne -la cui vita appare già intensa nonostante la giovane età- non lasciano spazio alla fragilità, simbolo stereotipato del sesso debole.

A Loredana Bertè va dato atto di aver portato forte e chiaro sul palco del Festival un messaggio importante contro la violenza sulle donne. “Al primo schiaffo denunciate”, ha gridato alla fine della sua grintosa esibizione accompagnata dalle scarpe rosse (simbolo della lotta alla violenza) adagiate accanto all’asta del microfono.

Beatrice Venezi

Giovedì sera è Beatrice Venezi a portare il tema della parità di genere all’Ariston. Una donna che ricopre un ruolo ancora troppo declinato al maschile. Peccato solo per la precisazione, alla quale la Venezi sembra tenere pure parecchio. “Il mio mestiere ha un nome preciso e nel mio caso è quello di direttore d’orchestra”. Niente spazio, a detta sua, per il femminile direttrice.

Sarà. Ma, ed è un ma importante per chi come noi lavora da anni per far capire l’importanza delle parole, è anche dal linguaggio che passano i cambiamenti culturali. Quindi direttore o direttrice non cambierà poi molto quando il mondo non darà peso al genere di chi quel ruolo lo ricopre.

Vittoria Ceretti

La super modella, che ha sfilato per i brand di alta moda più importanti, si impone da subito con la sua eleganza e bellezza ma lascia a casa la supponenza. E piace. Tutto bene fin quando Fiorello le rivolge la fatidica battuta. “Tu sei bella magretta eh?”. E sui social scoppia il caos. Ancora una volta, dopo gli episodi dello scorso anno, a Sanremo spunta il fantasma del bodyshaming. Lo showman cerca però di placare la sera dopo gli animi con qualche battuta e frecciatina.

Barbara Palombelli

Quando parlavamo delle presenze non riuscite in questo Festival pensavamo a lei. Dobbiamo purtroppo accodarci alla pioggia di critiche social, e non solo, piovute addosso alla conduttrice. Proposta a Sanremo non si sa bene perché, ha lasciato il segno in negativo, ci sentiamo di dirlo, con un monologo sui generis. Le lotte delle donne, la difficoltà attuale di ribaltare la predominanza degli uomini nella società… Non passano da qui. Non basta essere donne per dare un senso diverso alle parole. Insomma, Barbara, potevi fare di più (per dirla alla Arisa).

Sanremo 2021

Anche il Festival forse poteva fare di più. Di certo, perlomeno, sul tema parità. Per il resto abbiamo deciso di non infierire. Che fosse un anno particolare anche per Sanremo era scritto, inutile stare a guardare percentuali e numeri. In ogni caso, anche quest’anno è andata. E in fondo.. Sanremo è sempre e comunque Sanremo.

Tag

  • discriminazione
  • discriminazione di genere
  • festival di sanremo
  • gender
  • parità di genere
  • Sanremo 2021

Potrebbe interessarti: