Disturbi del comportamento alimentare: evoluzioni e cambiamenti di un problema ancora troppo diffuso.
Non è frequente parlare di disturbi del comportamento alimentare e può non essere facile. In generale, è difficile avere a che fare con i disturbi mentali. Questo perché, ancora oggi, nell’immaginario collettivo, tutti quei disturbi di tipo psicologico vengono ignorati o svalutati. Ci si sente spesso in grado di dare consigli e curare patologie anche gravi con semplici frasi fatte e una scarsa conoscenza reale del disturbo.
Questo accade anche rispetto ai disturbi alimentari: sei anoressico? “Basta mangiare di più”. Sei in sovrappeso? “Basta non abbuffarsi”. Purtroppo non è così semplice. Se così fosse, non avremmo bisogno sul territorio italiano di un aumento delle strutture adibite alla cura e al sostegno degli individui che affrontano questo tipo di disturbi. Inoltre questo tipo di frasi, oltre a non essere di nessun aiuto, porta anche il soggetto a vittimizzare se stesso, colpevolizzandolo della situazione in cui si trova.
Cosa e quali sono i disturbi del comportamento alimentare?
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono caratterizzati da un rapporto disfunzionale col cibo e con il proprio corpo.
Tra i più noti vi è sicuramente l’Anoressia Nervosa, caratterizzata da una scarsa alimentazione, dovuta alla paura costante di prendere peso. Inoltre chi soffre di questa patologia ha un’immagine distorta del proprio corpo, che non raggiunge mai l’ideale sperato e prefissato.
Un altro disturbo riconosciuto è la Bulimia Nervosa, caratterizzata da un circolo vizioso composto da abbuffate e condotte compensatorie: il soggetto che soffre di bulimia ha episodi in cui mangia, in un breve lasso di tempo, enormi quantità di cibo; tale abbuffata è seguita da un comportamento volto ad annullare l’ingestione, attraverso il ricorso al vomito autoindotto, l’uso di lassativi o altre strategie.
Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (o Binge Eating) porta il soggetto che ne soffre a continue abbuffate, composte da grandi quantità di cibo, non seguite da condotte compensatorie. Questo porta l’individuo ad aumentare di peso.
Oltre a questi disturbi, che sono probabilmente i più noti nella società, ve ne sono altri, ognuno con le proprie caratteristiche, ma accomunati da un profondo disagio vissuto da chi ne soffre.
Le vittime dei DCA
I disturbi alimentari colpiscono ogni anno in Italia più di 8000 persone. La fascia più a rischio è quella che va dai 15 ai 19 anni, vale a dire quella relativa all’adolescenza. L’adolescenza di per sé è un periodo difficile, caratterizzato da cambiamenti sia fisici che psicologici che mettono la persona in uno stato di vulnerabilità, per cui diviene più facile sviluppare certe patologie.
Inoltre, i DCA colpiscono prevalentemente le ragazze e l’età media si sta notevolmente abbassando, andando a colpire anche i bambini scolari.
La diffusione dei disturbi alimentari durante la pandemia
La pandemia di COVID-19 non solo è stata caratterizzata dalla diffusione del virus stesso, con tutte le drammatiche conseguenze che essa ha portato, ma ha causato un aumento di individui che hanno sviluppato un disturbo alimentare. Questo aumento dei casi è dovuto a una destrutturazione della vita quotidiana.
L’isolamento sociale, che è stato suggerito come mezzo di contrasto al COVID-19, ha portato le persone a diminuire le proprie attività fisiche e a una conseguente sedentarietà, in cui si è diffusa un’alimentazione sregolata e costituita spesso da cibo spazzatura. Tutto ciò ha portato, in alcune persone, a un aumento del peso e a un cambiamento della propria immagine corporea. Per invertire questo processo, in molti, soprattutto giovani, sono ricorsi a diete dimagranti, una delle cause dello sviluppo dei disturbi del comportamento alimentare.
Il ruolo dei media nella diffusione dei disturbi alimentari
Nel periodo pandemico i media hanno diffuso in continuazione notizie drammatiche relative al virus, provocando nelle persone profondi stati di ansia, paura e depressione. Queste emozioni negative, anche a causa di una minore disponibilità di sostegno sociale, sono state gestite in modo disfunzionale da molti individui. Le persone, infatti, sono ricorse anche a condotte alimentari sregolate. Tra queste vi è l’Alimentazione Emotiva, che consiste nell’ingestione di cibo non in risposta a stimoli fisiologici (che caratterizzano la sensazione di fame), ma in risposta a stimoli emotivi, quali appunto la rabbia e l’ansia.
Il cibo stesso è stato talvolta descritto dai media come possibile mezzo di diffusione del virus, perciò il consumo di alimenti è stato spesso ridotto oppure, una volta ingerito, sono state utilizzate condotte eliminatorie, a causa della paura del contagio, con tutte le conseguenze legate a questi comportamenti altamente a rischio.
Inoltre, sono molti i giovani che utilizzano quotidianamente i social media, facendosi spesso influenzare dai contenuti che trovano in rete. Infatti, i social media propongono una determinata immagine corporea che diventa un modello da imitare. Sempre più ragazze ricercano i modi più efficaci per raggiungere quella che considerano la perfezione, col rischio di sviluppare un disturbo alimentare.