5° Congresso Acli terra: lo sviluppo sostenibile in Sardegna

5° congresso Acli terra: i beni rurali e lo sviluppo sostenibile in Sardegna

Lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali sarde. Un Congresso per saperne di più.

Il 3 novembre, a Sassari, si è tenuto il 5° congresso di Acli terra nel quale si è discusso delle criticità di uno sviluppo sostenibile nella Sardegna rurale.

Il congresso si è aperto con un discorso del Vice Presidente Gianluca Mastrovito, il quale ha sottolineato come Acli terra debba riflettere su nuove sfide dell’agricoltura sociale, cercando di declinarle nella sua dimensione.

Per affrontare queste problematiche è necessario che l’associazione si ponga in un percorso di collaborazione con altre organizzazioni, i cosiddetti corpi intermedi, che mediano i rapporti tra le pubbliche amministrazioni e i cittadini/produttori, spesso difficoltosi.

Durante il congresso ci sono stati diversi interventi da ospiti provenienti da realtà diverse.

Il primo è stato quello del Prof. Giuseppe Pulina, co-rettore del dipartimento di agraria dell’Università di Sassari.

Il Professore ha introdotto il tema dell’agricoltura sarda, definendola come “Il Grande Malato“, sottolineando come in Italia essa sia posta in una posizione svantaggiata. Infatti vi sono grandi aziende che da sole fatturano più dell’intera agricoltura sarda.

Secondo il Professore questo deriva da una grave mancanza di aggregazione: nello scenario sardo non si riesce ad aggregare iniziative importanti, creando così diverse problematiche che Acli terra dovrebbe risolvere.

Sempre a proposito dell’agricoltura sarda ha evidenziato le criticità degli investimenti in questo campo, che oggi sono il 20% rispetto agli investimenti degli anni ’90. Trent’anni di PSN (Piano di Sviluppo Nazionale) ci hanno lasciato una perdita di competitività ed erosione di capitale umano in termini numerici ma, soprattutto, di competenze oltre a mancanze di opportunità a causa di investimenti fatti male.

Perchè tutto ciò accade?

Perchè ci si è soffermati di più nel fare adempimenti piuttosto che nel cogliere opportunità, considerando più le spese che i risultati senza analizzare la situazione e cercare le soluzioni più adatte.

“Le agricolture nazionali devono avere soluzioni fatte su misura per ogni regione, il piano di sviluppo nazionale non va bene da solo” dice il professore, aggiungendo che “avere mappe dettagliate non serve a niente se non sai dove stai andando”.

Dove vuole andare la Sardegna? Quali sono i suoi obiettivi in ambito sviluppo sostenibile?

Il co-rettore sostiene che debbano essere:

  • Maggiore sostegno dei redditi;
  • Zero emissioni, un obiettivo che ritiene essere tanto ambizioso quanto raggiungibile nel nostro territorio;
  • Più investimenti per i giovani, per favorire il ricambio generazionale;
  • Sardegna Smart, la transizione digitale del rurale, non inteso come informatizzazione ma come nuovo modo di pensare e progettare le attività;
  • Formazione degli operatori tecnici attraverso l’alta formazione;
  • Miglioramento della logistica, per facilitare il movimento tra le città e le aree rurali;
  • Conservazione del patrimonio per preservare l’identità e le tradizioni delle aree rurali, senza trasformare la cultura in rappresentazione.

L’intervento del professore si è concluso con una frase molto significativa:

” Un futuro migliore ha bisogno del coraggio di rinunciare a un po’ del presente”

L’evento è proseguito con un secondo intervento, del Dott. Maurizio Malloci, direttore di FO.RE.S.T.A.S, un’ agenzia della Regione Sardegna, che si estende su tutto il territorio che opera nelle zone rurali.

Analizzando la questione agricola dell’isola, è giunto alla conclusione che negli ultimi decenni le aree rurali si sono spopolate, perdendo così beni e valori che compongono un cultura che è la base solida della nostra identità ed attaccamento al territorio.

FO.RE.S.T.A.S cerca di realizzare interventi per favorire lo sviluppo sostenibile del territorio, mettendo insieme aspetti produttivi e di sostenibilità ambientale e sociale.

Le sue attività prendono spunto e si basano sull‘agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile. Si tratta di 17 obiettivi che mirano a preservare la presenza della popolazione sul territorio, favorendo così aspetti economici e produttivi, e allo stesso tempo quelli di rispetto e preservazione dell’ambiente.

Un esempio pratico delle loro attività, è il progetto per garantire la sopravvivenza del grifone in Sardegna, aiutando così la conservazione ambientale e allo stesso tempo lo sviluppo economico e turistico.

Acli terra collabora inoltre con altre organizzazioni, tra cui la Coldiretti. A questo proposito è intervenuto Luca Saba Direttore Regionale Coldiretti Sardegna.

Il suo intervento si è aperto con la considerazione che Acli terra e la Coldiretti condividono la stessa strada e quindi lo stesso percorso di carattere politico. Cosa dovrebbero fare insieme ?

Innanzitutto un percorso di rivitalizzazione e di riappropriazione dei corpi intermedi, che negli ultimi anni sono stati esclusi dai rapporti tra cittadini e pubbliche amministrazioni, credendo di accelerare i tempi a livello burocratico e facilitare i rapporti ma ottenendo il risultato opposto.

A questo proposito, il Presidente parla degli incendi di luglio 2021 , durante ed a seguito dei quali sono emersi numerosi problemi, soprattutto nella gestione delle informazioni. Coldiretti, con i dati che possiede e attraverso varie sovrapposizioni, in poco tempo ha potuto sapere con certezza che terreni erano stati colpiti, che tipo di colture sono state bruciate, e tante altre informazioni. Tuttavia a causa della situazione dei corpi intermedi non ha potuto fare molto per aiutare sia le pubbliche amministrazioni che i produttori a snellire i lunghi e difficili processi burocratici.

Durante il suo intervento, il Presidente ha sottolineato anche il fatto che procedure che per via telematica sarebbero semplicissime e veloci, diventano caotiche e lunghe per la mancanza di un’amministrazione smart ed informatizzata. Eccoci allora tornati ai corpi intermedi, il cui ruolo dovrebbe essere quello di stimolo delle istituzioni e reale abbattimento della burocrazia. Bisogna modernizzarsi ed essere stimolo per farlo, sia per i soci che per le pubbliche amministrazioni.

Il direttore apre anche una parentesi sul bisogno di un ricambio generazionale in campagna e di investire su questo e sulla necessità di un piano energetico nazionale per le campagne, da programmare in modo tale che ne beneficino tutti e tutta la comunità.

Durante la conferenza si è parlato anche del ricambio generazionale nelle campagne e della formazione dei giovani sardi.

Ottavio Sanna, il direttore degli ITS di Sassari, spiega l’importanza degli istituti tecnici superiori nella formazioni dei futuri lavoratori agricoli.

Gli ITS offrono una formazione terziaria professionalizzante, alternativa a quella universitaria e che risponde alla domanda delle imprese, fornendo elevate competenze tecniche e tecnologiche per promuovere i processi di innovazione.

Il direttore spiega come questi percorsi siano fondamentali per il mercato sardo, che ha bisogno di personale giovane e formato.

I percorsi ITS in Sardegna sono 5, attivi dal 2015, quello di Sassari riguarda la filiera agroalimentare. Operano in stretta collaborazione con le aziende, per questo ne conoscono sempre le esigenze, attraverso tirocini e stage che permettono l’ingresso diretto al mondo del lavoro.

Gli ITS non sono presenti su tutto il territorio sardo ma l’obiettivo è quello di espandersi sempre più, grazie anche ai grossi finanziamenti che sono stati destinati dal governo Draghi a questo settore.

Dell’importanza della formazione dei giovani e del ricambio generazionale ha parlo anche Giovanni Ligios, sindaco di Osilo, evidenziando ancora una volta l’importanza dell’ingresso nel mondo del lavoro agricolo di giovani competenti e formati. Il sindaco ha anche parlato dei problemi che riscontra in questo ambito, per esempio i pochi iscritti ai corsi di formazione.

Con il suo intervento si chiude il 5° convegno ACLI Terra sui beni rurali nella transizione ecologica in Sardegna, un incontro interessante e formativo, grazie alla varietà di esperienze degli ospiti che hanno dato un quadro completo della situazione sarda.

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