Le sciarpe, le mascherine e ora? Le Luci! Il dicembre di Aicem e Openmag dedicato ai diritti umani sta per illuminarsi a giorno!
Siamo a Dicembre e, mentre nell’aria risuonano vari motivi natalizi, si entra in un mood fatto di sentimenti gioiosi e dello spirito tipico delle festività.
Se ci seguite già lo saprete, se invece siete nuovi su queste pagine sappiate che nella famiglia di Aicem e Openmag, oltre al Natale, sentiamo particolarmente nostra in questo periodo una ricorrenza internazionale: la Giornata Internazionale per i Diritti Umani che cade ogni 10 dicembre. Per sensibilizzare noi stessi e chi ci sta intorno su una tematica sulla quale c’è ancora molto da lavorare, ogni anno decidiamo perciò di fare dei “regali”, un modo per sentirci vicini anche a chi non conosciamo. Ma che con noi condivide (o dovrebbe) un aspetto: i diritti.
Dicembre con noi
Abbiamo avuto le sciarpe, che ci avvolgono e ci “coprono” dal freddo dell’indifferenza e dell’incertezza. Lo scorso anno è stata la volta delle mascherine, anche loro strumento di protezione. E a cosa servono i diritti umani se non a proteggerci da un mondo non sempre giusto e corretto?
Attraverso questi “regalini” abbiamo cercato di lanciare dei messaggi e di parlare a tutti dei diritti umani, un tema importante, di cui si sottovalutano molti aspetti. Per questo, nel 2021, abbiamo pensato di “illuminare” (letteralmente) alcuni di essi.
La nostra parola d’ordine è stata in questi giorni proprio “Luce”: abbiamo immaginato il mondo come un luogo in cui i diritti fossero delle lucine, che in alcuni punti brillavano di più e in altri meno. E, sempre parlando di lucine, queste sono purtroppo ancora spente in molte parti del mondo.
Attenzione, non perché i diritti non esistano, ma proprio perché non vengono riconosciuti, non si conoscono affatto o peggio, perché pur essendo conosciuti, vengono ignorati.
Paragoni “luminosi”
Come piccole luci, già accese, anche i diritti hanno talvolta bisogno di un “check” periodico, o magari vanno semplicemente avvitate meglio. O forse attendono qualcuno che schiacci il tasto “On”. Proprio come con le luci di Natale!
Le lucine di Natale però, le tiriamo fuori una volta l’anno, per illuminare a giorno casa o l’albero e dare al tutto un’atmosfera più gioiosa. Non funziona così per i diritti umani: queste luci dei diritti devono invece essere accese tutti i giorni, non solo il 10 dicembre.
Diritti “normali”
Prendiamo ad esempio i diritti dei bambini, come quello al gioco. In Italia sono tendenzialmente rispettati, tanto che, se chiedessimo a qualcuno se esiste il diritto al gioco, risponderebbe di “no”, perché, appunto, è dato talmente per scontato che non pensiamo più alla sua esistenza e al fatto che se non ci fosse la realtà potrebbe essere diversa. Insomma, questa sembra essere un luce molto vivida, in Italia come nei paesi industrializzati.
Eppure abbiamo imparato proprio durante l’ultimo anno l’importanza di questo stesso diritto, la cui luce è diventata, a causa della pandemia, più flebile. Sono stati tanti, purtroppo, i diritti dei bambini mutati durante questo periodo, che però si stanno pian piano riaccendendo cercando di provare a tornare alla “normalità”.
Noi li diamo per scontati, eppure sono tanti, troppi, i bambini del mondo che non sanno cosa sia il gioco. A causa delle guerre, delle epidemie, dello sfruttamento minorile. Una lucina che senza dubbio vorremmo vedere accesa e brillante e che fatica tuttavia a rimanere ben accesa.
Diritti “concessi”
Come per il diritto al gioco, in molti paesi industrializzati, la “normalità” passa anche per il diritto di una donna a guidare un’automobile. In molti si chiederanno: cosa ha a che fare questo con i diritti umani? Tanto per incominciare parliamo di uguaglianza indipendentemente dal sesso e libertà di movimento.
Ecco, tutto questo per dire che per noi è scontato ma in alcuni paesi, fino a poco tempo fa, le donne non potevano guidare, né da sole né accompagnate. Il re Salman, in Arabia Saudita, “ha concesso” alle donne il diritto di guidare. Quanto può essere stridente questa frase? Una luce che si è si accesa, eppure non illumina come dovrebbe, senza contare che alcune attiviste sono ancora sotto processo per questo.
Diritti “a intermittenza”
Passiamo a un altro argomento, un tema molto dibattuto in questi tempi: il lavoro. Per la carta dei diritti umani, si ha diritto al lavoro con una paga adeguata. Eppure il problema persiste ancora oggi. La pandemia ha infatti amplificato questioni ancora irrisolte: ad esempio la presenza di persone sottopagate, assunte in nero, sfruttate, senza giorni di riposo, precarie e via dicendo.
Ma non è tutto buio. Alcune “lucine dei diritti” iniziano ad accendersi anche in questo campo: per esempio, nei Paesi Bassi e in altri paesi europei si sta rivoluzionando la settimana lavorativa a quattro giorni, dai classici sei di partenza. Anche qui, anche se non lo vediamo o non lo sappiamo, c’entrano i diritti umani.
Viene infatti sancito il diritto a riposo, sacrosanto quanto quello al lavoro. Anche perché, un lavoratore riposato lavorerà meglio di un lavoratore stressato, non credete? Sempre per questo motivo, in Portogallo viene fatto divieto ai datori di lavoro di contattare i dipendenti al di fuori dell’orario lavorativo.
Come possiamo vedere, quello dei diritti umani è un metro che può essere applicato tutti giorni in diverse situazioni. Per tornare al nostro paragone, sono lucine che, pur essendo accese, potrebbero brillare un po’ di più.
Perché non dobbiamo pensare ai diritti umani solo come l’essere solidali con chi sta peggio di noi, accogliere chi fugge dalle guerre, donare qualcosa ai più indigenti e così via.
Certo, anche e soprattutto in queste situazioni ci rendiamo conto della loro importanza, proprio perché estremamente complesse e senza apparenti vie d’uscita. Situazioni in cui c’è bisogno di accendere queste luci e che siano anche estremamente brillanti.
Illuminiamo di diritti umani!
Ecco ciò che vogliamo fare questo 10 dicembre: illuminare i diritti umani con tante piccole lucine, che possano portare consapevolezza sul tema e che soprattutto siano durature.
Per rimanere in tema e concludere in musica, vi lasciamo con la melodia di un famoso brano dei Coldplay, che tanto si avvicina al nostro tema: