Diritti umani: diritti quotidiani. C’era una volta…

Diritti umani: diritti quotidiani. C'era una volta...

Per il 10 dicembre, Giornata mondiale dei Diritti Umani, abbiamo deciso di raccontarvi una storia, e come cominciano tutte le storie degne di questo nome?

“C’era una volta…”

…un ragazzo che viveva in un bellissimo paese, da cui sono passate diverse culture: arabi, romani, turchi e ognuno di essi ha lasciato delle tracce importanti. Hanno lasciato un paese linguisticamente variegato, con una cultura profonda e tradizioni molto radicate. E allo stesso tempo hanno lasciato tracce nella cucina, un po’ mediterranea e un po’ araba.

La capitale è un luogo bellissimo e sicuro e chi vive lì ama molto viaggiare all’interno del paese per conoscerlo meglio. Rani, il nostro protagonista, adora passeggiare, uscire con gli amici. Soprattutto ama andare durante il weekend a casa dei nonni, dove si ritrova con tutta la famiglia per godere dei manicaretti della nonna e dei racconti del nonno.

“Ma all’improvviso…”

Una vita tranquilla, quella di Rani, che abita in Siria, a Damasco. Una vita che non sembra molto lontana dalle nostre, eppure, in un momento cambia tutto e questa vita luminosa e brillante, si spegne di colpo. In Siria arriva la guerra e Rani stesso, che è ancora piccolo, è scioccato da ciò che accade attorno a lui.

E’ costretto a scappare con la sua famiglia, lasciare indietro casa, amici e la vita di tutti i giorni per poter vivere. Per sei anni è la Malesia ad ospitarli, anche se Rani coltiva il sogno di venire a vivere in Italia, un paese di cui ama guardare i documentari, leggerne, ammirarne cultura e bellezze.

Finalmente, nel 2018, Rani riesce a giungere in Italia, per studiare. Un luogo che l’ha accolto e in cui si è sentito a casa. Oggi studia Global Governance a Roma e dice “E’ stata di gran lunga la scelta migliore della mia vita”.

“Felici e contenti?”

Questa storia è quella di tante persone, ragazzi come noi, in fondo, che di punto in bianco si trovano a dover stravolgere le loro vite per poterne costruire un nuova. Da capo. Prima della guerra, la situazione siriana assomigliava a quella di molti paesi come l’Italia. Dopo è cambiato tutto.

Per prima cosa non vengono rispettati alcuni diritti fondamentali, come quello all’espressione, la libertà di parola o il diritto ad avere un proprio credo. Rani ci dice che in Siria, questi diritti, sono “sconosciuti”. Non solo da parte delle istituzioni, ma anche da parte della popolazione.

Al contrario, in Italia, Rani si è sempre sentito rispettato e accolto e come una persona con diritti ben definiti. Un paese per cui spende solo parole positive e con gli abitanti “più simpatici che abbia mai conosciuto”.

Insomma, due situazioni opposte, con la Siria che ha due facce, quella prima della guerra, in pace e quella dopo, in cui di diritti umani non si sente neanche parlare. E dall’altro lato un’Italia in cui i diritti vengono rispettati, anche se con l’arrivo della pandemia la luce dei diritti sembra essersi comunque affievolita.

Diritti umani: diritti quotidiani. C'era una volta...

Come brilla la luce dei diritti umani nel mondo

La storia di Rani non è una fiaba, come nessun racconto che faccia parte del quotidiano. Eppure, come le favole, sembra aver avuto un inizio felice e una brusca interruzione. La Siria che cambia volto. Un paese che si ritrova a fare i conti con la guerra, con le privazioni.

Abbiamo voluto accendere la luce sulla storia di Rani, che purtroppo è spesso quella di molte persone, private di una “normalità” che credevano acquisita, e di diritti universali che vengono spenti all’improvviso. E allora il racconto di Rani, come una fiaba, porta con sé un messaggio che non possiamo ignorare: in questo caso il fatto che tutto potrebbe cambiare da un momento all’altro. E che i nostri diritti potrebbero essere spazzati via o modificati. Come ciò a cui stiamo ad esempio assistendo adesso a livello globale, una nuova situazione nella quale alcuni sembrano essere un po’ messi da parte, come ci racconta Rani essere la sua percezione, per dare più spazio a un diritto comunque fondamentale, quello alla salute.

Questo 10 dicembre, siamo chiamati a riflettere proprio su questo: i diritti umani e la nostra quotidianità. Quanto la loro luce brilli tutti i giorni nelle nostre vite e se possiamo fare qualcosa, partendo dal nostro paesino o quartiere, per renderla più brillante.

Grazie a Rani per aver condiviso con noi la sua storia e per averci permesso di raccontarla.

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