Giovani e alimentazione. Fotografia negativa quella che esce dall’indagine condotta nell’ambito di “Benessere a KM0”.
Consumare programmi televisivi, spesso in concomitanza dei pasti principali o, peggio, accompagnati da cibo spazzatura. È quanto emerge da un’indagine sui giovani dai 16 ai 26 anni condotta nell’ambito del progetto “BenEssere a KM0”, realizzato dal MODAVI Onlus con il contributo di Arsial, Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio.
Il MODAVI, da sempre impegnato in attività di educazione, informazione e sensibilizzazione rivolti ai giovani, ha elaborato e somministrato un questionario volto ad indagare le abitudini alimentari, gli stili di vita e la conoscenza del territorio da parte dei giovani residenti nella Regione Lazio, portando alla luce alcuni dati che, se da un lato evidenziano un miglioramento nelle abitudini dei giovani in termini di conoscenza dei prodotti e consumo di cibi salutari, dall’altro sottolineano come certe abitudini siano ancora radicate tra i nostri giovani, come ad esempio l’utilizzo di cibi preconfezionati e la sedentarietà.
L’analisi
Dall’analisi dei dati raccolti emerge che il 16% degli intervistati consuma sempre i pasti guardando la TV, ben il 56% dichiara di farlo “spesso”. Nessuno mangia senza guardare mai la TV. Molto alto il numero di coloro che consumano cibi fuori pasto guardando la TV, come ad esempio patatine, merendine ed altri snack dolci e salati.
Ben il 35% dichiara di mangiare spesso questi cibi e il 30% “a volte”. Il 43% del campione consuma a volte cibi confezionati durante i pasti, il 23% li consuma “spesso” e il 21% “sempre”. Ancora basso il consumo di frutta e verdura. Il 33% dei giovani che hanno preso parte alla survey consuma verdura almeno 2 volte al giorno, il 27% più di due volte. Il 6% dichiara di non essere abituato a mangiare verdura in generale.
Il progetto
Dalle risposte fornite si evidenza una buona conoscenza da parte dei partecipanti su corretta alimentazione e stili di vita, sui prodotti del proprio territorio e l’importanza di fare sport ed evitare le cattive abitudini, tuttavia l’informazione di base non basta e la conoscenza non sempre si traduce in una pratica quotidiana. “Per questo abbiamo promosso il progetto Benessere a KM0”, spiega il presidente Mario Pozzi. “Educare i giovani alla prevenzione, ai corretti stili di vita ed al benessere psico-fisico significa investire in uno sviluppo sostenibile per il futuro, nel quale non solo è possibile prevedere migliori condizioni di vita per le persone ma anche un impatto sociale, economico e ambientale più contenuto e, appunto, sostenibile”.