Il mondo delle serie tv, in continua evoluzione, si adegua sempre più ai gusti e ai desideri di un nuovo pubblico. Ecco i cambiamenti degli ultimi anni.
Grazie anche alla diffusione di diverse piattaforme, le serie tv al giorno d’oggi sono sempre più centrali nella vita quotidiana di molti. Spesso anche più dei film.
La loro storia inizia con le prime distribuzioni verso la fine degli anni ’50. Parliamo in realtà prevalentemente di rappresentazioni teatrali trasmesse poi su televisione.
Iniziarono poco dopo però anche a nascere produzioni indipendenti e pian piano venne abbandonata la consuetudine di registrare in diretta. Registrare su pellicola era, infatti, molto più semplice considerando che non bisognava star dietro ai lunghi tempi teatrali.
Ma cosa si intende esattamente per serie tv?
Una serie tv è un’opera composta da episodi, ovvero delle parti narrative con personaggi fissi e ricorrenti.
Le prime serie tv degli anni ’50/’60 erano caratterizzate da una trama episodica orizzontale, ovvero che si concludeva all’interno di un’unica puntata.
Una delle più famose e più longeve è sicuramente “La signora in giallo”.
In questa serie e in altre simili i caratteri dei personaggi fissi restano per lo più invariati, non subiscono nessun tipo di evoluzione.
Nel tempo si sviluppano però delle serie che hanno al loro interno sia una trama orizzontale, come un caso da risolvere per esempio in “X-files”, sia una trama verticale che spinge quindi più sui personaggi e sui loro cambiamenti man mano che passano le puntate.
Caratteristica fondamentale di queste serie tv appena citate era che le puntate uscivano una volta al giorno se non, in alcuni casi, una volta a settimana.
Questo costringeva il pubblico di spettatori ad attendere per sapere cosa sarebbe successo nelle seguenti puntate.
Chi non ricorda la suspense di tante serie tv con trama verticale, ricche di colpi di scena e cliffhanger (un finale lasciato in sospeso)? Un modo questo, di certo, più che utile per tenere alta l’attenzione del pubblico.
Ma quando c’è stata la vera svolta?
La più grande rivoluzione fra le serie è stata Lost, uscita all’inizi degli anni 2000.
Caratterizzata da così tanti cliffhanger e colpi di scena che è stata in grado di tenere incollato il pubblico di spettatori per circa sei anni.
Far stare le persone con il fiato sospeso tanto da farle aspettare per così tanto tempo è quindi possibile e dopo Lost moltissime serie ci sono riuscite tenendo viva l’attenzione del pubblico anche per molti più anni. Un esempio in tal senso è sicuramente “Grey’s Anatomy” che conta ben 18 stagioni ed è ancora in produzione.
Ma allora perché le cose sono cambiate così tanto?
Negli ultimi anni c’è stato un cambiamento radicale nel modo di fare, ma soprattutto di vedere, le serie tv.
Con l’avvento delle attuali e numerose piattaforme di streaming, le persone non hanno più bisogno di aspettare giorni e giorni per sapere come va avanti la trama ma possono saperlo subito.
Le nuove piattaforme rilasciano infatti tutti gli episodi insieme così che, volendo, è possibile visualizzare un’intera stagione in una sola notte.
Notevole differenza è anche la brevità delle nuove serie, un esempio in tal senso è la famosissima: “Stranger Things”.
Siamo passati infatti dall’avere circa ventidue episodi a circa dieci e dall’avere sei/sette stagioni ad anche massimo quattro.
Un cambiamento radicale che accompagna le abitudini di un pubblico che, preso dalla frenesia della vita, non ha più il tempo e la voglia di aspettare così tanto tra una puntata e l’altra e preferisce invece vederle tutte insieme.
Complici anche i social, che dopo pochissimo l’uscita di una puntata importante si riempiono di spoiler, “costringendo” lo spettatore a recuperare in fretta tutto.
Possiamo quindi confermare che il modo in cui le serie tv si sono evolute nel tempo è strettamente collegato a come si sono evoluti gli spettatori che hanno sicuramente meno tempo da dedicargli, ma sempre più curiosità.