Bulli Free: tutti nella stessa squadra contro il bullismo

copertina bulli free

Insieme agli amici di AICEM, siamo andati a scoprire più da vicino uno dei tanti progetti di cui l’associazione si occupa: Bulli Free. Un’iniziativa per contrastare i crescenti fenomeni di bullismo e cyberbullismo.

Partiamo dall’inizio…

Prima di tutto, cos’è un progetto? Diciamo che è una sorta di percorso, in cui, che ne prende parte, debba imparare qualcosa. Questo qualcosa è l’obiettivo del progetto, che può essere tanto a medio, quanto a lungo termine. Una sorta di onda che si espande: dai formatori ai partecipanti, fino alle altre persone che man mano verranno coinvolte.

Nel caso di Bulli Free, le varie associazioni partner hanno voluto contrastare gli episodi di bullismo e cyberbullismo, purtroppo sempre più frequenti, inserendo nella formazione sportiva il tema del contrasto alla violenza, avvalendosi di percorsi formali e non formali.

Ad oggi infatti, appare essenziale che tutti coloro che lavorano con bambini e ragazzi abbiano a disposizione i mezzi necessari per contrastare questo fenomeno oramai troppo diffuso.

Le fasi del progetto

Il progetto viene suddiviso in quattro moduli: diritti umani e bullismo, la comunicazione, la partecipazione giovanile, educazione e sport. Come possiamo notare, tutti argomenti importanti e fra loro collegati.

I diritti umani, anche se li pensiamo come a qualcosa di molto lontano, sono in realtà molto più vicini di quanto non realizziamo. Il diritto al gioco, quello all’espressione, sono tutti diritti che i bulli calpestano senza spesso che le vittime se ne rendano conto. Vittime che spesso non sanno a chi rivolgersi ed è anche per questo che chi opera con i ragazzi dovrebbe fare molta più attenzione.

La comunicazione è l’aspetto che spesso manca e che invece dovrebbe essere implementato. Dovremmo aiutare i ragazzi a comunicare i loro disagi e i problemi con i bulli, accogliere le loro richieste. E anche gli allenatori dovrebbero comunicare di più con i ragazzi, al fine di comprendere meglio come aiutarli.

Ancora, fondamentale è la partecipazione giovanile, un motore potentissimo per i ragazzi. Partecipare spesso vuol dire stare tutti dalla stessa parte e anche diminuire episodi di bullismo o cyberbullismo. Il secondo dei due oggi, a causa anche dei social media, va per la maggiore, perché è più facile attaccare nascosti da dietro a uno schermo e, magari, rimanere impuniti.

Educazione e sport: un connubio fondamentale per il contrasto di questi fenomeni. L’educazione passa infatti anche attraverso lo sport. Perché a volte ci insegna più una partitella a calcio che un discorso contro il bullismo tenuto in classe.

Le fasi principali del progetto sono state una provinciale, in cui bambini e ragazzi hanno giocato fra loro e hanno incontrato degli ex atleti. Poi una fase interregionale (attualmente in corso), un momento di sensibilizzazione e promozione dell’iniziativa e dello sport. Sempre in questa fase, oltre ad avvicinarsi alle varie discipline, verrà illustrato il modulo educativo “Bulli Free” e verranno consegnati gli omonimi bollini ai partecipanti.

Testimonial d’eccezione

In occasione della Finale Regionale di cacio a 8, è stata consegnata la targhetta del Bulli Free Club ad un grande campione: Francesco Totti. Esempio di dedizione sportiva per molti, Totti è sempre stato vicino a cause come quella della lotta al bullismo. Un uomo che ha sempre preferito la squadra ai singoli e che ha sempre cercato la coesione piuttosto che la spaccatura nello spogliatoio.

Bella atmosfera

Come ci raccontano i formatori, chi li ha particolarmente colpiti sono stati i bambini, che da subito si appassionano alle cose e difendono i loro diritti. Senza contare le riflessioni argute, che spesso spiazzano gli adulti, che arrivano puntuali quando i piccoli comprendono bene il problema.

Durante un centro estivo è stato bello, ci dicono per esempio, notare l’atmosfera creatasi durante un momento di svago, per la precisione, grazie al ballo e alla musica. Era un’attività intesa per i bambini, ma era presente anche il personale di cucina, che ha partecipato attivamente, creando così un clima generale di festa intergenerazionale.

Infine, un ultimo episodio, che proviene da un ragazzo portoghese che si trovava in Italia per un altro tipo di progetto, uno Youth Exchange. Anche lui è rimasto contagiato dall’energia di Bulli Free.

“Nonostante non avessi mai giocato a calcio e in una partitella mista per di più, mi sono molto divertito e soprattutto dopo” dice “Quando abbiamo mangiato la pizza tutti insieme, ho capito quanto sia forte il potere dello sport. Provenivamo tutti da paesi diversi, da contesti diversi eppure, dopo quella partita, sembrava ci conoscessimo da una vita”.

L’importanza del messaggio

Abbiamo allora chiesto ai formatori se credono che il messaggio sia arrivato. E sì… Sono certi che alle persone formate, sia arrivato forte e chiaro. Ma molto di più può essere fatto in quest’ottica.

Ad esempio coinvolgere tutti coloro che con i bambini e i ragazzi lavorano tutti i giorni, come insegnanti, educatori, allenatori e via dicendo. Tutti questi insegnamenti non devono limitarsi ad un progetto, ma divenire un qualcosa di strutturale all’interno della vita dei ragazzi. Solo così, forse, potremo creare un ambiente in cui tutti ci rispettiamo gli uni con gli altri e rispettiamo, dunque, i diritti umani.

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