Raissa e Momo: storie di immigrazione, integrazione e divulgazione contro i pregiudizi

Raissa e Momo: immigrazione, integrazione e divulgazione contro i pregiudizi

Raissa Russi e Mohamed Ismail Bayed, conosciuti semplicemente come Raissa e Momo, sono una delle coppie più famose sui social che da qualche anno si occupa di utilizzare l’ironia e l’autoironia come arma per combattere i pregiudizi. Lei italiana, lui marocchino, una storia d’amore che sa di integrazione, di incontro di culture, di rispetto reciproco e che, grazie al loro attivismo, è diventata un esempio per tante persone.

Raissa ha 26 anni e Mohamed, detto Momo, 30. Si conoscono dai tempi del liceo e intrapresero una relazione sentimentale qualche anno dopo il diploma. Durante la prima quarantena iniziarono a far conoscere la loro storia attraverso dei video ironici su TikTok. I loro contenuti raccontavano le difficoltà che una coppia mista affronta ogni giorno a causa dei pregiudizi. I video diventarono da subito virali e dal racconto di episodi di razzismo subiti nella vita quotidiana, passarono a rispondere con la stessa ironia ai commenti pieni di pregiudizio ai loro contenuti.

Con la massima semplicità e spontaneità, riescono a strappare un sorriso affrontando tematiche importanti.

Dietro la loro ironia, però, si nasconde la rappresentazione di una parte della società ancora troppo arretrata e chiusa nei confronti di culture diverse. Allo stesso modo, grazie ai loro contenuti, riescono a diffondere informazioni utili per chi è aperto ad accogliere la trasformazione della società italiana. Negli ultimi decenni, infatti, la popolazione italiana sta diventando sempre più multiculturale, visti i flussi di immigrazione di varie provenienze.

Storia di Momo e della sua famiglia, dal Marocco all’Italia

I marocchini sono la popolazione di immigrati con la più alta percentuale tra gli stranieri in Italia; infatti, l’afflusso proveniente dal Marocco iniziò già dagli anni ’80 in seguito ad una grave crisi finanziaria nel paese. La famiglia di Momo arrivò in Italia nel ’98. La motivazione che la spinse a lasciare il paese fu il trattamento riservato alle persone down come Soukaina, la sorella di Momo. Erano considerate “matte” e per loro era impossibile essere accettate a scuola e vivere una vita normale. Nonostante le condizioni in cui vivevano in Marocco non fossero economicamente le migliori, come racconta Momo, non è stato semplice decidere di lasciare la propria casa, la loro vita, il lavoro e partire verso un paese sconosciuto del quale non conoscevano la lingua, ricostruendo tutto da zero. L’amore dei genitori di Momo verso la figlia li ha spinti però ad intraprendere un viaggio coraggioso capace di cambiare drasticamente le loro vite.

Con non poche difficoltà, ecco arrivare il “lieto fine”.

In occasione della giornata mondiale della sindrome di down, Momo ha raccontato la sua storia e la riconoscenza verso la sua famiglia:

 

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Raissa e Momo oggi affrontano la vita con il sorriso

Le differenze culturali sono per loro un’opportunità di scambio, non un limite. Raccontano come Raissa accompagna Momo durante il Ramadan; Momo partecipa con Raissa alle feste di origine cristiana; insieme cucinano piatti della tradizione italiana e marocchina condividendone le ricette con i loro seguaci; rispondono alle curiosità circa la religione musulmana e ogni volta che viaggiano in Marocco mostrano gli aspetti più curiosi della cultura, fornendone una spiegazione accurata nel tentativo di combattere i pregiudizi.

Ecco perché vorremmo sentire più spesso storie come queste, capaci di raccontarci oltre la superficie difficoltà, opportunità e modalità per affrontare senza paura le differenze che ci circondano.

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