Clima e cibo in Italia. Cosa cambia da nord a sud?

Clima e cibo in Italia. Cosa cambia da nord a sud?

Clima e cibo, un viaggio lungo tutta la penisola. Cinque regioni italiane raccontate attraverso le diversità climatiche e culinarie.

La nostra penisola possiede sicuramente una tra le cucine più varie del mondo. Da dove nasce questa ricchezza? Un fattore ovviamente è la nostra storia, ma altrettanto importante dal punto di vista del cibo è la differenza di clima. Iniziamo allora insieme questo percorso culinario tra alcune regioni italiane!

Le prime tappe toccano il clima caldo e accogliente delle nostre isole. Sicilia e Sardegna

In terra sicula si possono gustare la pasta alla norma, tipico piatto della tradizione che deve alle melanzane il suo caratteristico sapore. Proprio queste ultime sono infatti una pianta che, grazie al clima caldo/mediterraneo della regione, ha una crescita diffusa. Segue il pesto alla trapanese, questo condimento accompagna i primi piatti siciliani. La variante trapanese si distingue dalla classica ricetta genovese per la presenza di mandorle che crescono frequentemente grazie al calcare dei suoli e alla capacità di resistere alle poche precipitazioni. Nella granita siciliana la semplicità degli ingredienti va poi di pari passo con la loro qualità. Tra tutti i succhi di frutta, quello all’arancia rossa è il più caratteristico considerando la diffusione di questo agrume. La vicinanza all’Etna e il contrasto climatico con la pianura rendono unico questo dolce.

Clima e cibo in Italia. Cosa cambia da nord a sud?
Fonte -wikimedia commons

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L’isola dei nuraghi presenta alcuni piatti tipici che spesso si preparano con il grano che cresce proprio in questa regione, come il pane carasau a forma di disco sottile che può essere conservato a lungo. In Sardegna sono poi diffusi i prodotti caseari, apprezzati perché nel territorio c’è una grande estensione di terreni da pascolo con una grande biodiversità. Oltre alle specialità culinarie, c’è molta tradizione per quanto riguarda vini e liquori, come il mirto, ossia un liquore fatto proprio con le bacche del mirto, una pianta diffusa in tutta la Sardegna, che ha bisogno di un clima mediterraneo e di forti venti, entrambi elementi tipici del clima sardo.

Approdiamo nella penisola, dove il clima cambia… E anche il cibo.

Iniziamo dal Lazio

Nella regione della capitale troviamo primi piatti a base di pasta famosi in tutto il mondo. Già citare gli spaghetti alla carbonara e i bucatini all’amatriciana fa saltare subito alla mente delle ricette cucinate da tutti. La loro fama è resa possibile dalle colture di grano che nel Lazio trovano il terreno e le temperature ideali. Nella zona di Viterbo infatti le pianure permettono questo tipo di coltivazione. Tra i secondi piatti i carciofi alla romana hanno come ingrediente principale il carciofo, nella sua variante romanesca di cui vi abbiamo già parlato. La sua produzione nella regione è molto diffusa perché il suo clima, temperato e molto soleggiato, è ideale per la coltivazione di questo particolare ortaggio. Passiamo ora al dolce. Le ciambelline all’anice sono caratterizzate, oltre che dall’anice, dall’olio che secondo la ricetta deve essere rigorosamente della zona della Sabina. Questa zona risulta essere perfetta per il suo clima con le sue temperature miti e l’ideale esposizione al sole di mezzogiorno.

 

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…Passiamo per la Toscana

Nella regione Toscana sono tipici i pici all’aglione, primo piatto originario della zona senese, caratterizzati da questo inusuale ortaggio che cresce unicamente in Val di Chiana. Riguardo alle condizioni climatiche adatte alla sua coltivazione, l’aglione preferisce i climi temperati tipici della regione. Le temperature ideali per la sua crescita sono infatti tra i 15°C e i 20 °C. Nel peposo la fa da padrone il vino dentro cui viene cotta la carne. Solitamente viene utilizzato il Chianti. Questo prodotto, famoso in tutto il mondo, ha bisogno di condizioni climatiche che si trovano facilmente nelle colline toscane. Il clima umido con precipitazioni in primavera e autunno e la forte differenza di temperatura con inverni freddi e estati molto calde rendono il terreno perfetto per la crescita. La tradizione culinaria della Toscana si spinge anche verso i dolci. Il castagnaccio è una torta e ha come ingrediente principale la farina di castagne. Questo frutto trova larga diffusione nel paesaggio collinare poiché, come il Chianti, predilige il clima temperato-freddo.

 

E concludiamo il viaggio con la regione con un clima più freddo

Nel Trentino – Alto Adige un piatto tipico è la polenta di Storo. Viene preparata con la farina gialla che si ottiene macinando le pannocchie coltivate nella Valle del Chiese. Qui i prodotti sono coltivati seguendo i naturali cicli delle stagioni, senza contaminazioni o agenti chimici. Il tortel di patate è un altro classico del Trentino, proprio della tradizione contadina. Ovviamente l’ingrediente principale è la patata, coltivata nell’Alta Val di Non, dove la coltura è fatta in zone ridotte rispetto a quelle industriali e quindi nel rispetto dell’ambiente. Infine, un dolce tipico di questa regione è lo strudel che viene preparato con delle mele, che maturano per gran parte dell’anno grazie alle Alpi che proteggono le coltivazioni dai venti freddi che arrivano da nord.

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Siamo giunti alla fine di questo viaggio, durante il quale abbiamo visto attraverso alcuni esempi quanto il nostro paese abbia tante differenze e somiglianze culinarie. Il clima è stato il protagonista di questo itinerario e ci ha mostrato più volte quanto e come ha influenzato la nostra tradizione e le abitudini alimentari in modi anche molto diversi. L’importanza di questo fattore ci spinge a riflettere su quanto possano cambiare nel futuro queste tradizioni e queste abitudini. 

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