Il 22 settembre 2004 usciva in America Lost: la serie per eccellenza

Il 22 settembre 2004 usciva in America Lost: la serie per eccellenza

Lost, uscita in America il 22 settembre del 2004, è quella che possiamo definire “la serie”, che ha fatto da base per tutte le altre a venire.

Quella che possiamo chiamare “capostipite” della serialità è, appunto, Lost.

Le serie tv sono ormai sempre più diffuse e spesso si preferiscono ai film, sono più lunghe, prendono archi temporali più ampi e si hanno più possibilità di affezionarsi ai personaggi.

Lost è una serie tv creata da J.J Abrams e Damon Lindelof nata nel 2004 e terminata nel 2010. Il mondo creato dagli autori è stato così ampio da permettere alle generazioni di serie future di potersi ispirare e prendere spunto.

Di cosa parla Lost?

Ci troviamo al 22 settembre del 2004 quando l’areo l’Oceanic 815, in volo da Sidney a Los Angeles, cade su un’isola apparentemente deserta. Persone di tutti i tipi e completamente diverse tra loro si ritrovano a dover convivere, concordando caratteri e ideali in modo non sempre semplice.

Ma perché è così iconica?

Caratteristica principale di Lost è stata quella di approfondire totalmente i personaggi. La psicologia dietro ognuno di loro veniva sviluppata puntata per puntata senza lasciare nulla al caso. Ogni episodio, essendo dedicato a un singolo personaggio, permetteva di approfondire sia la sua storia personale sia come stava agendo sull’isola rapportandosi a persone diverse.

Oltre alla psicologia dei personaggi così sviluppata non va ignorato anche il fatto che Lost è una serie che affronta tutti i temi, al suo interno è presente l’avventura, la fantascienza e l’amore.

La mitologia e la numerologia di Lost

J.J Abrams e Damon Lindelof hanno creato un universo talmente vasto da creane anche una mitologia a sé stante. L’isola ha una sua anima, esiste per un determinato motivo e le persone presenti sull’aereo erano lì per una specifica ragione: erano le prescelte. L’isola ha il poter di curare qualsiasi malattia ma solo per coloro che ne sono predestinati. Questo luogo si può intendere come un personaggio a sé stante; un’esistenza comandata da due anime: la parte bianca rappresentata dal padrone Jacob e la parte oscura rappresentata da un’entità astratta: il fumo nero. Altro elemento fondamentale della mitologia sono i numeri. 4 8 15 16 23 42: questi sono i numeri che costituiscono un elemento portante di Lost. Sono ovunque, sono ripetuti costantemente dalla torre radio presente sull’isola, si trovano scritti sulla botola e sono persino i numeri con i quali un personaggio ha vinto alla lotteria. Persino la loro somma è presente all’interno della serie. Ma cosa significano questi numeri? È una delle grandi domande senza risposta di Lost, è una questione di fede.

Il dibattito tra scienza e fede

La mitologia di Lost è talmente imponente da racchiudere al suo interno anche una fede stessa come dimostra uno dei protagonisti della serie: John Locke. Locke ha fede nell’isola appena ci mette piede, e non solo perché era paralizzato e ora cammina, ma perché ne percepisce l’anima. Lui sa che c’è qualcosa di grande nascosto tra gli alberi. Affrontato il tema della fede, Lost affronta anche il tema della scienza e mette come capostipite di questa teoria un altro dei personaggi chiave della serie: Jack Shepard. Jack è un chirurgo, una persona altruista e coraggiosa ma che crede fermamente solo in ciò che può vedere e toccare. Scienza o fede, uno dei dibattiti più lunghi o più interminabili della storia che, a sorpresa, alla fine di Lost si ribalta: Jack inizia a credere e Locke smette di farlo.

Una buona fede che si rispetti deve avere dei fedeli. I nuovi abitanti dell’isola li chiamano “gli altri”: un gruppo di persone che vive lì da tempo immemore capitanate da Benjamin Linus. Ben è forse il seguace più fedele di Jacob pur senza averlo mai visto di persona, lui sa che c’è e per questo si fida.

Ma qual è lo scopo dell’isola?

L’aereo che cade non è un caso, le persone che naufragano nemmeno. L’isola ha bisogno di nuovi fedeli e nel periodo in cui è ambientata la serie, necessita di un nuovo capo. Delle varie persone cadute solo alcune sono davvero destinate a restarci. Una ad una scopriranno di non essere adatte al ruolo e ne resterà solo uno, il più impensabile di tutti ma anche il più buono: Hugo “ Hurley” Reyes. Hugo è quello che potremo definire il vero protagonista di Lost. Egli nasce come personaggio divertente e bonaccione, l’anima del gruppo che con la sua simpatia riesce a tenere uniti tutti ma, man mano con il suo buon cuore, riuscirà a capire sempre di più la vera anima dell’isola diventandone padrone.

Ma quali sono i temi portanti di Lost?

Come dicevamo prima sicuramente Lost è una serie completa capace di soddisfare tutti gli spettatori ma quello che forse potremo definire il tema principale è il cambiamento. L’isola ti cambia. Gli esempi più lampanti sono James “Sawyer” Ford e Sayid Jarrah. James è un truffatore deluso dalla vita, egoista e scontroso con tutti. Imparando a conoscere gli altri e grazie anche l’amore di Juliet Burke riesce a cambiare, a evolvere e a diventare un uomo migliore pronto a sacrificarsi per chi ama. Sayid è forse ancora più complesso di Sawyer, ha passato la sua vita a lavorare come torturatore per estorcere informazioni. Sull’isola trova il suo riscatto, può finalmente essere un uomo migliore e si adopera subito per cercare di aggiustare le telecomunicazioni radio; il suo coraggio non è da meno e più di un’occasione avrà modo di dimostrarlo.

In sintesi, perché andrebbe vista Lost?

Lost andrebbe vista per innumerevoli motivi, non solo per la sua trama e per il messaggio che porta ma anche per quello che ha significato nel mondo delle serie tv. Una curiosità? Barack Obama ha spostato la data di un discorso che avrebbe dovuto tenere sullo stato dell’Unione per non sovrapporsi alla prima puntata dell’ultima stagione di Lost, conscio che gli spettatori avrebbero preferito quest’ultima.

 

A cura di Elena Massaro

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