C’è ancora domani, il film che ha fatto breccia nel cuore degli italiani

C’è ancora domani, il film della regista e attrice Paola Cortellesi, uscito nelle sale il 26 ottobre 2023, ha sbancato al botteghino risultando la pellicola più vista nel 2023 su territorio nazionale.

La cineasta ha inaugurato qualche giorno fa l’anno accademico 23-24 dell’Università Luiss con un discorso su sessismo e stereotipi nelle fiabe. Con l’occasione il suo primo film da regista torna a far parlare di sé dopo mesi dall’uscita nei cinema.

La storia di “C’è ancora Domani” è ambientata nell’Italia del Dopoguerra, in un momento in cui il Bel Paese deve ricostruirsi dopo anni di sofferenza. La protagonista è Delia, una donna relegata al ruolo di madre e moglie che deve subire e sopportare le angherie e le violenze del marito.

Costretta ai lavori di casa, alla cura dei tre figli, allo svolgimento di piccoli mestieri sottopagati, a fare da badante al suocero misogino, va avanti nella sua vita con la consapevolezza che la situazione non può essere cambiata, è così e non le resta che accettarla. Eppure, una semplice lettera indirizzata proprio a lei, le darà il coraggio di cambiare il corso degli eventi, se non per la sua situazione, ormai radicata, almeno per sua figlia Marcellina, destinata anch’essa a cadere nel tranello del corteggiamento romantico, senza conoscere la vera indole del suo pretendente.

Non ci addentriamo ulteriormente nei dettagli della trama, anche se “C’è ancora domani” è la pellicola che ha primeggiato al botteghino nel 2023, non vorremmo mai essere autori di spoiler non richiesti.

In questo articolo, infatti, abbiamo cercato di raccogliere i motivi più importanti che hanno fatto dell’esordio della Cortellesi come regista un vero e proprio masterpiece del cinema italiano.

Perché questo film è riuscito a conquistare tutti gli italiani e le italiane, colpendo diverse fasce d’età?

Il potere della comicità

Il linguaggio cinematografico della Cortellesi è davvero potente perché riesce a raccontare una storia di violenza e sopraffazione, rendendola a tratti comica e goliardica. Il risultato è estraniante per lo spettatore che si trova a gestire diverse emozioni tutte insieme: non sa se ridere, piangere o urlare per la rabbia.

Il cinema Neorealista

Il film dell’attrice comica si ispira al Neorealismo italiano che aveva come maggiori esponenti Rossellini, De Sica e Visconti. La scelta stilistica di girare l’intero film in bianco e nero e di mostrare scene di vita quotidiana della collettività romana sono un chiaro omaggio al cinema di questi grandi autori.

La comunità e il quartiere

“C’è ancora domani” mostra come i panni sporchi di una famiglia si lavano insieme al vicinato. No, non abbiamo voluto storpiare il famoso proverbio. Semplicemente la società italiana nel 900 si è formata anche nei quartieri, soprattutto in quelli destinati alle persone meno abbienti.

Il vicinato diventa una piccola comunità dove poter trovare aiuto, dove poter sorridere nonostante tutto e anche dove poter litigare ed esprimersi con rabbia. Nel film appare molto chiaro il ruolo degli abitanti del quartiere: tutti sono consapevoli del duro destino di Delia, insultata e malmenata dal marito quasi giornalmente, ma nessuno si immischia, se non per un timido sguardo di comprensione o compassione.

c'è ancora domani

Gli attori di C’è ancora domani

Una nota di riguardo va fatta alla scelta del cast. Oltre alla magistrale interpretazione di Delia realizzata da Paola Cortellesi, non possiamo dimenticarci della prova attoriale di Valerio Mastrandrea.

L’attore, da sempre abituato a ruoli comici e a personaggi positivi, si è dovuto immedesimare nella figura del padre e marito padrone che non ha mai potuto sviluppare una sua maturità emotiva e riversa tutte le sue frustrazione sulla moglie, facendola sentire una nullità.

Non era facile interpretare un ruolo simile, ma Mastrandrea è riuscito nell’intento di farsi odiare e allo stesso tempo compatire.

c'è ancora domani
Valerio Mastrandrea nei panni di Ivano e Romana Maggiora Vergano nei panni di Marcella

Esilarante l’interpretazione di Giorgio Colangeli nei panni di Sor Ottorino Santucci, il suocero di Delia, un uomo che incarna tutti i pilastri del patriarcato.

Leggera e infinitamente divertente Marisa, la migliore amica di Delia, interpretata da Emanuela Fanelli.

Ottimo debutto inoltre per la giovanissima Romana Maggiora Vergano, nei panni di Marcella, la figlia della protagonista.

L’Amicizia

A differenza delle amicizie del vicinato, quelle che ti capitano e non ti scegli, l’amicizia tra Marisa e Delia è un vero balsamo per il cuore. La scena in cui le due donne prendono il caffè e fumano una sigaretta sedute per strada, parlando come se potessero essere davvero libere, è una scena tanto divertente quanto triste.

Paola Cortellesi ed Emanuela Fanelli in C'è ancora domani
Paola Cortellesi ed Emanuela Fanelli in C’è ancora domani

C’è ancora domani dà voce alla memoria femminile dell’epoca

Con questo ultimo punto arriviamo al nocciolo della questione. Paola Cortellesi in più interviste ha dichiarato che “C’è ancora domani” è stato creato sulla base dei racconti, collezionati nel tempo dalla regista, delle nonne, delle zie e delle signore anziane.

Ed è proprio questo il messaggio più grande del film: non si parla di personaggi inventati o stereotipati, la storia che viene narrata è quella delle nostre nonne, zie o antenate. Sono loro che hanno aderito agli schemi del patriarcato perché non potevano fare altrimenti. E sono le stesse che hanno sopportato angherie e sopraffazioni per il bene della famiglia.

Sono le donne che senza dare troppo nell’occhio, hanno pian piano cambiato le sorti delle loro discendenti perché con l’esperienza hanno cominciato a riconoscere i meccanismi di un teatrino al quale non volevano più appartenere.

Sono figure femminili che seppur ridotte a fantasmi della loro epoca, sono state pilastro fondamentale per chi arrivava dopo.

Come sostiene il suocero Ottorino, “Delia ha un unico difetto: parla troppo”. Eppure la protagonista del film più amato dagli italiani nel 2023, è stata capace di riprendersi, “zitta zitta”, tutti i suoi spazi e di scatenare per la figlia, una piccola “rivoluzione”.

Anche quando sembra tutto immutabile, c’è speranza quindi, c’è ancora domani per provarci.

Forse il monito del film è proprio questo: non smettere mai di lottare per la propria libertà individuale perché, anche se alcuni episodi del film ci appaiono lontani anni luce dalla realtà, i meccanismi e le forme di machismo che si nascondo dietro la svalutazione della donna, non sono poi così distanti dalla nostra attualità.

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