Il termine crowdfunding, che per chi non “mastica” l’inglese si pronuncia in italiano “craudfanding”, indica quel processo in cui una moltitudine di persone (crowd, folla) decidono di investire somme di denaro (funding) su di un progetto, sia esso imprenditoriale o sociale, attraverso delle piattaforme web, spesso integrato con tutti i social network.
Generalmente questo tipo di attività, da parte della “folla”, è di puro piacere e spirito di supporto delle idee, ma in taluni casi lo fanno per ricevere qualcosa in cambio, spesso un gadget o un prototipo del prodotto di un progetto, e in casi particolari acquistano una vera e propria partecipazione dell’impresa: ovvero si acquistano diritti patrimoniali e amministrativi sulla costituenda società; in questo caso si parla di “equity-based crowfunding”.
In America è ormai un fenomeno perfettamente collaudato e in continua crescita, mentre in Italia si sta diffondendo da poco tempo, ma in compenso è stata emanata la disciplina più moderna, a livello europeo, per la regolamentazione del fenomeno.
L’innovazione, per l’appunto, in questo caso deriva proprio dal “decreto Crescita bis” (d.l. n. 179/2012, convertito nella legge 17 Dicembre 2012, n. 221) nel quale viene identificato l’equity-based crowfunding come uno strumento efficiente di sviluppo dell’imprenditoria, e che può favorire il contesto economico italiano, in particolare l’eco-sistema delle startup innovative, creando un contesto di affidabilità e fiducia a tutela degli investitori.
Ad oggi il crowdfunding conta circa 1 milione di progetti finanziati, e oltre 1 miliardo e 400 milioni di dollari raccolti in tutto il mondo, anche in Italia i numeri iniziano ad essere interessanti, in particolare le piattaforme autorizzate ed esistenti nel settore sono circa 30.
Qui di seguito le più famose, dove poter mettere in mostra le proprie idee, oppure partecipare alla realizzazione di grandi progetti:
