Le vent nous portera: una canzone di Pier Ferdinando Casini

Ognuno decide il suo modo di stare al mondo. Casini per esempio va laddove il vento è sempre più mite. Un’azione necessaria per la sua stessa sopravvivenza. Non colomba, non falco, magari tortorella.

Scherzi a parte, l’Italicum avanza e quindi meglio correre al riparo.

Si addice perfettamente alla sua vicenda la parabola del figliol prodigo, quello che torna a casa dal padre misericordioso (Berlusconi), dopo essersi allontanato. Vediamo nel dettaglio.

Dal  Vangelo secondo Silvio 15,11-32:

“Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. Portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E si misero a fare grande festa.”

Dimenticate frasi quali “gli italiani non sono in vendita”, il Cavaliere vuole solo “alleati servili”, Berlusconi ha governato pensando “solo ai suoi interessi”. Erano soltanto parole, soltanto parole, parole d’amor (travestite) sul profilo twitter di Pierferdi.

Ma Berlusconi sorvola: “Ho sempre auspicato il suo ritorno e ne sono lieto”. Per conquistare il famoso 37 per cento al primo turno, bisogna chiudere un occhio.

“Parigi val bene una messa”, diceva Enrico IV circa la sua tattica conversione al cattolicesimo pur di conquistare il trono di Francia.

Noi invece diciamo: “Casini val bene una legislatura”. Parola di Silvio.

A cura di Silvia Di Pasquale.

Tag

  • berlusconi
  • casini
  • politica

Potrebbe interessarti: