Muore Ayrton Senna

Il primo maggio del 1994 moriva all’età di 34 anni Ayrton Senna, uno dei più grandi piloti di Formula Uno di sempre.

Ayrton Senna da Silva è stato un pilota automobilistico brasiliano, tre volte Campione del mondo di Formula 1 nel 1988, 1990 e 1991. Nasce a San Paolo il 21 marzo del 1960; la famiglia era benestante e gli permise di avvicinarsi molto presto al mondo dell’automobilismo. Gareggiò nei kart all’età di tredici anni con un Parilla 100 cm³ a Interlagos grazie al primo istruttore Lucio Pascual vincendo all’esordio e conquistando nello stesso anno, il 1973, il Campionato Junior. Dopo un lungo periodo di vittorie e successi nelle formule minori, nel 1984 esordisce in Formula 1 nel Gran Premio del Brasile su Toleman- Hart. Nel corso della prima stagione ottenne il secondo posto nel Gran Premio di Monaco, una gara nella quale emersero le due costanti della sua carriera: l’abilità sotto la pioggia, e l’ostilità nei confronti del pilota Alain Prost. Nel 1985 fu ingaggiato dalla Lotus e nel 1988 passò alla giapponese McLaren, dove si trovò in squadra proprio con il suo rivale Prost. Nel 1994 Senna lasciò la McLaren per trasferirsi alla Williams campione in carica; ma il mondiale non cominciò con buoni presupposti, perché la vettura progettata da Adrian Newey era meno competitiva che in passato e l’abitacolo era troppo stretto; Senna faticava a calarvisi e di conseguenza faticava nella guida e lo stesso Senna, dopo le prime prove effettuate con la vettura, affermò: “se mangiassi anche solo un panino, non riuscirei ad entrare nell’abitacolo…”. Era inoltre instabile e difficile da guidare, a causa dell’eliminazione dei dispositivi elettronici. Senna cominciò i lavori di collaudo, ma sarebbe servito del tempo per risolvere tutti i problemi della vettura. Gareggiò con questa vettura il Gran premio di Imola del 1994, cominciato male già il venerdì quando Ruben Barrichello ebbe un incidente senza gravi conseguenze e il giorno dopo un altro pilota, Roland Ratzenberger, perse la vita in un altro incidente. La domenica seguente Ayrton era molto scosso dagli incidenti avvenuti nei giorni precedenti e decise di correre con la bandiera austriaca nella sua monoposto, per sventolarla in caso di vittoria in segno di solidarietà. Questa  bandiera fu poi rinvenuta all’interno dei resti della Williams dopo l’incidente, intrisa del sangue del pilota brasiliano. Erano le 14:17 quando al 7º giro, Senna uscì di pista ad altissima velocità alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo. Il piantone era stato modificato e allungato nella notte dopo le prove cronometrate, alla vigilia della gara, dopo che Senna aveva chiesto di migliorare la visibilità della strumentazione. La saldatura manuale si era mostrata però insufficiente a reggere le sollecitazioni della gara, e il giorno successivo, dopo la partenza, il pilota non riuscì a controllare la monoposto. Provò a frenare ma non riuscì a evitare il muro del Tamburello; l’impatto fu tremendo. Ogni sforzo per salvargli la vita fu vano e Senna spirò alle ore 18,40, all’età di 34 anni, senza aver mai ripreso conoscenza.

In Brasile, centinaia di migliaia di persone si misero in fila per ore per poter ammirare per l’ultima volta il corpo di Senna e dargli l’ultimo saluto prima del suo funerale; un tributo a colui che non era solo più di un tre volte campione del Mondo di Formula 1 ma simbolo di patriottismo  e di orgoglio per i brasiliani.

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