Alec Ross anticipa ai partecipanti di Medioera14 i settori di sviluppo digitale che ci attendono nei prossimi anni.
Viterbo 2014, Palazzo dei Priori, di fronte a una sala gremita e partecipe, Alec Ross, senior advisor per l’innovazione per il segretario di Stato Hillary Clinton e organizzatore delle politiche tecnologiche, dei media e delle telecomunicazioni durante la campagna elettorale del presidente Obama, ha spiegato quali saranno gli scenari futuri nell’ambito digitale anticipando quelle che saranno le tendenze più importanti sulle quali indirizzarsi e investire. Quattro le principali innovazioni del così detto “digital disruption” (nd: il digital disruption è nuovo modello di business che consiste nell’intercettare tendenze, esigenze e gusti per produrre novità digitali che semplifichino la vita e accompagnino le persone nelle nuove forme di utilizzo del tempo): moneta informatica, robotica, big data e genetica.
Americano 42 anni, Alec Ross ha saputo, nella sua presentazione, ispirare e sfidare allo stesso tempo il pubblico presente attraverso un’analisi lucida e senza sconti ma allo stesso tempo carica di passione. “Da bambino ho vissuto in Italia diversi anni, e seppure non parlo molto bene Italiano ho conservato la sensazione che questo paese sia anche un po’ il mio” racconta in un italiano corretto, e aggiunge: “nell’era della comunicazione digitale l’Italia ha trovato la sua collocazione…quindi la domanda è, di fronte alla prossima ondata di sconvolgimenti tecnologici che ci aspetta saremo in grado di essere pronti e sfruttarli?”.
Quali saranno questi digital disruption, questi sconvolgimenti digitali nel prossimo futuro? Secondo Ross, la prima rivoluzione è fatta di moneta informatica, i bit coin. I bit coin sono la prima valuta virtuale che non corrisponde al valore dell’oro o al classico concetto della moneta, ma a una sequenza fatta di zero e di uno. Nell’ultimo anno si stima il valore dei bit coin in milioni di dollari. E nel periodo a venire, le monete che potranno avere un ruolo centrale nei mercati saranno il dollaro, l’euro, lo jen, lo yuan e una valuta elettronica che potrebbe essere il bit coin o un’altra. La sfida per l’Italia quindi è: decidere se creare una propria valuta elettronica o se lasciare questo compito agli altri per cui “verremo esclusi”, afferma.
Secondo settore in via di sviluppo è la robotica, che vede l’utilizzo di tecnologia sempre più sofisticata in diversi settori. L’Italia è al quinto posto a livello mondiale, preceduta da Giappone, Corea, Germania e Svezia, in termini di manifattura per lo sviluppo di tecnologie in ambito di robotica. Essendo quindi già uno dei paesi più all’avanguardia nel settore, vorrà l’industria italiana continuare a supportare la tecnologia sofisticata nel settore robotics o lascerà la leadership a Germania o Giappone?
Terza sfida per il Bel Paese è rappresentata dallo sviluppo di prodotti e sevizi nell’ambito della genomica. Anche qui l’Italia ha già grandissimi esperti, ricercatori e scienziati che stano sviluppando tecnologie in questo senso. Tuttavia questo paese, ad ora, non ha ancora creato le condizioni ideali per cui le menti brillanti possano anche lavorare ed innovare nei propri confini invece di obbligarli a cercare ambienti fertili in altri paesi.
Ultimo ma non meno importante il settore dei big data. Per big data si intendono quelle applicazioni in grado di analizzare e gestire ampi volumi di dati da impiegare sia in ambito dell’intelligence che per fare economia. La sfida per l’Italia è, ancora una volta, se vorrà porsi come paese innovatore o se invece lascerà lo spazio ad altri paesi e dovrà poi seguire il passo.
Alec, che riesce a coniugare uno stile informale e confidenziale con argomenti e contenuti di alto profilo, racconta di alcuni suoi incontri con esponenti politici che gli hanno chiesto suggerimenti su come innovare i processi di comunicazione in ambito digitale, e lui ha riposto seccamente “non provate a realizzare una silicon valley qui in Italia, ad innovare tecnologie per il solo fatto di farlo. Piuttosto legate l’innovazione ai talenti che il vostro paese ha già, al genio italiano che già si esprime ad alti livelli come nella genomica o nella robotica”. E chiude l’incontro con due suggerimenti da implementare dai decisori politici: primo, iniziare a dare il giusto spazio e il giusto riconoscimento alla generazione più produttiva per eccellenza, che va dai 18 ai 35 anni: questa fascia d’età è certamente ben connessa a livello globale, il vero problema è la difficoltà riscontrata nella possibilità di avviare un’idea imprenditoriale. I giovani a 20, come dimostrano le grandi aziende in ambito digitale a livello mondiale, sono in grado di vedere il mondo con occhi freschi e diversi e hanno solo bisogno venga data loro lo spazio e la credibilità per trasformarle in grandi idee imprenditoriali. Secondo, creare più opportunità per le donne in tutti i settori dell’economia: Goldman Sacks ha pubblicato uno studio che dimostra come l’abbattimento delle barriere per le donne provocherebbe un aumento del PIL e dell’economia che nessun’altra misura di austerity finanziaria potrebbe realizzare.