Muore Giuseppe Saragat

L’11 giugno 1988 muore a Roma Giuseppe Saragat, il primo socialista che ricoprì la carica di Presidente della Repubblica tra il 1964 e il 1971.

Durante gli anni del fascismo molti esponenti del movimento antifascista tra cui c’era Giuseppe Saragat si trasferirono all’estero svolgendo un’importante attività di propaganda. Tornato in Italia, nel 1943 Saragat fu arrestato e incarcerato insieme a Sandro Pertini. Nel 1946 fu eletto Presidente dell’Assemblea costituente. Nello stesso anno si delinearono nel PSIUP due schieramenti contrapposti. La fazione facente a capo Saragat puntava a un allentamento dei legami con il PCI, era ostile al comunismo sovietico e soprattutto alla politica attuata nell’Europa dell’est da Stalin. Nella cosiddetta “scissione di Palazzo Barberini” del 1947, Saragat guidò i socialdemocratici affinché prendessero le distanze dal PSIUP, la cui maggioranza tuttavia rimase con Pietro Nenni formando il Partito socialista italiano (PSI). Lo schieramento di Saragat dette vita al Partito Socialista dei lavoratori italiani (PSLI) che successivamente si trasformò nel Partito socialdemocratico italiano (PSDI). Dopo il 1956 i due partiti socialisti di Saragat e Nenni si riavvicinarono, promuovendo una nuova alleanza politica tra la DC, partiti minori di centro e PSI. Le forze conservatrici reagirono aspramente contro tale alleanza di centrosinistra. Nel 1960 si formò infine un governo democristiano guidato da Tambroni che fu fortemente osteggiato in violente manifestazioni di piazza. Tambroni si dimise e al suo posto subentrò Fanfani che escluse il PSI dal governo. Nonostante ciò, nel 1964 Saragat fu eletto alla presidenza della Repubblica, segno dell’isolamento subito dal PCI dopo la morte di Togliatti. Saragat fu favorevole all’ingresso dell’Italia nella NATO e al piano Marshall. Terminato il suo mandato divenne Senatore a vita e nel 1976 Presidente del suo partito.

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