Il 9 luglio del 2006 a Berlino la nazionale italiana di calcio batte la Francia si laurea per la quarta volta campione del mondo
“Il cielo è azzurro sopra Berlino”, con questa frase il telecronista Marco Civoli annunciava che la festa poteva iniziare: l’Italia era campione del mondo di calcio per quarta volta. Il 9 luglio del 2006, a Berlino, contro la Francia di Zidane va in scena una finale tiratissima, con molte occasioni. Segna proprio Zidane su rigore per un non fallo di Materazzi nell’area azzurra, ma è proprio il difensore numero 23 dell’Inter a pareggiare. I due saranno protagonisti anche nei supplementari con la famosa testata che il transalpino rifila all’italiano. Rosso per Zizou. Da li si va fino ai calci di rigore. I 5 italiani non sbagliano, sbaglierà solo Trezeguet. A Grosso, che aveva segnato il gol vittoria in semifinale contro i padroni di casa della Germania, l’onore dell’ultimo tiro dal dischetto. Segna. Un trionfo non solo all’Olimpyastadion ma in tutte le strade di ogni città italiana. Una gioia incontenibile, una notte di caroselli, di bagni nelle fontane, si rivedono le scene dell’82. Per alcuni giorni tutti dimenticano come quell’Italia era arrivata ai mondiali. L’estate del 2006 infatti verrà ricordata anche per lo scandalo calciopoli. Molti voglio che Lippi e i giocatori della Juventus non facciano parte della spedizione. E’ il momento più basso del movimento calcistico italiano, non si attende altro che il fallimento per poter scatenare la rabbia verso i calciatori e invece questo non fa altro che cementare ancora di più il gruppo. Buffon, Cannavaro, Pirlo, sono i pilastri di una nazionale forte, che non perde nessuna partita, è la nazionale di gente come Gattuso e Zambrotta, gente che non si risparmia.
Al ritorno in Italia è un tripudio, sul carro dei vincitori salgono tutti, detrattori, politici e giornalisti ipercritici. Subito dopo iniziano i processi a Moggi, le penalizzazioni e la Juventus in serie B ma quelle notti non ce le toglierà nessuno.
