Pasolini raccontato da Abel Ferrara

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E’ stato presentato ieri a Venezia, accolto tiepidamente, il biopic su Pier Paolo Pasolini di Abel Ferrara

Raccontare un personaggio sfaccettato e complesso come Pier Paolo Pasolini, tra gli intellettuali più importanti del Novecento italiano, è una sfida non da poco. Ci ha provato Abel Ferrara, sfrenato e controverso regista de Il cattivo tenente e Go go tales, con un biopic incentrato sulle ultime ore del poeta, saggista, scrittore, regista e attore, quelle tra il 1° e il 2 novembre 1975, quando fu assassinato.

Come spesso ha dichiarato, anche nelle interviste concesse durante la preparazione del film, Ferrara col suo lavoro non ha voluto trovare chi l’ha ucciso ( e difatti il film racconta il momento della morte dell’autore sfrondandolo da tutte le interpretazioni politiche e le tesi del complotto), quanto rendere omaggio al Pasolini che gli ha fatto da maestro. Diviso tra italiano, il romano dei Ragazzi di vita, e inglese, il film sovrappone alle ultime due interviste di Pier Paolo Pasolini, interpretato da uno straordinario Willem Dafoe, quelle concesse a Furio Colombo per La Stampa e ad una tv francese, l”immaginario creato proprio da Ferrara sui suoi lavori mai terminati,quali il romanzo Petrolio e il Porno-Teo-Kolossal che avrebbe dovuto avere come protagonisti Eduardo De Filippo e Ninetto Davoli, attore feticcio del regista romano.

https://www.youtube.com/watch?v=iOVDmHmisQw

In arrivo nelle nostre sale il prossimo 25 settembre, il film è stato presentato  in Concorso alla 71° edizione della Mostra di Venezia, anticipato da un’attesa fervente, che però si è riversata in una tiepida accoglienza e in una critica divisa a metà, in pieno stile Abel Ferrara, che soprattutto stavolta non poteva essere da meno, essendosi cimentato nel racconto di un personaggio tanto dirompente e scomodo come Pasolini. A mettere d’accordo tutti c’ha pensato Willem Dafoe: il volto scavato e asciutto dell’attore proprio come quello di Pasolini è riuscito a regalare un’interpretazione tanto credibile quanto onesta, evitando il rischio di cadere nella più banale imitazione, e cercando, con grande profondità e spessore, di abitare la vita dell’autore e di portarne sullo schermo i sentimenti forti e potenti.

 

 

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