Il 17 novembre 1869 fu ufficialmente inaugurato il canale di Suez che consentì la navigazione dall’Europa all’Asia senza circumnavigare l’Africa
Già i faraoni dell’antico Egitto avevano tentato l’impresa di rendere l’istmo di Suez navigabile, poi ritentata dal sovrano persiano Dario I. Gli storici riferiscono che nel 30 a.C. Cleopatra aveva pensato di far passare la sua flotta attraverso Suez, ma nei secoli il passaggio si era insabbiato. Nel ‘500 anche i sultani ottomani progettarono di scavare il canale senza però riuscirci. Nell’età moderna, il primo a intuire l’utilità del canale fu Napoleone e fu proprio nell’Ottocento che si decise di tentare l’impresa seguendo il progetto dell’ingegnere italiano Luigi Negrelli. La direzione dei lavori fu affidata alla compagnia francese di Ferdinando de Lesseps sotto concessione del khedivè egiziano. I lavori iniziarono il 25 aprile 1859 e terminarono dieci anni dopo. L’imponente opera lunga 164 km e con una profondità di 8 m, fu inagurata con una cerimonia sfarzosa in presenza dell’imperatrice Eugenia. Grazie ai progressi raggiunti nel campo della navigazione a vapore, il canale favorì lo sviluppo dei commerci mondiali permettendo di raggiungere l’Asia senza passare per il Capo di Buona Speranza. Permettendo inoltre di raggiungere la parte orientale dell’Africa, fu proprio attraverso il canale di Suez che le potenze europee poterono raggiungere le loro colonie. Il canale era di proprietà del governo francese ed egiziano. Quest’ultimo nel 1875 decise di vendere la propria quota al Regno Unito a causa debito pubblico. Gli inglesi usarono il canale per la rotta commerciale verso le Indie e ne fecero un protettorato. In seguito gli egiziani aiutati dall’URSS hanno scatenato la crisi del 1956 per il controllo del canale. Attualmente, dopo i lavori del 2010, il canale è stato allungato a 193 km e a 24 km di profondità.