“L’amore è un gambero”, il gradito ritorno in scena di Riccardo Rossi

riccardo rossi teatro

Al Teatro dei Satiri torna in scena lo spettacolo dell’artista romano che, ancora una volta, ci delizia con le sue teorie e i suoi consigli sull’amore e sulla convivenza. Insomma, un manuale di sopravvivenza

Al Teatro dei Satiri di Roma fino al 7 dicembre si parlerà d’amore. Consigli e lezioni di vita impartite da un professore d’eccezione, Riccardo Rossi, che insieme al pubblico in sala ripercorrerà le tappe principali della vita amorosa di un uomo: dalla prima dichiarazione, fatta a mezza bocca e con le mani sudaticce per la tensione, fino all’ “errore” del secondo matrimonio dimostrando così la veridicità della sua tesi, ovvero che l’ “Amore è un gambero”.

Uno spettacolo dall’ironia garbata e sottile, mai volgare e, soprattutto, mai banale. Un aspetto non secondario per un tema, quello dell’amore, dove cineasti e autori teatrali si confrontano da tempo. E ancora una volta Riccardo Rossi si dimostra all’altezza delle aspettative: bravo nel regalarci per un paio d’ore qualche risata, a volte amara a volte bonaria. Ma il monologo dell’artista romano va ben oltre, stuzzicando la nostra visione della vita con semini di cinismo e risaltando situazioni spesso ai limiti del buon senso. Perché, in fondo, per uno strano scherzo del destino o per effetto venefico della pozione affettiva, troviamo un certo qual gusto nel ripetere in amore gli stessi errori. Siamo così tanto tignosi nel perpetrare questa forma di “delitto” che il professor Rossi, sospirando, non può che esclamare: “Non impareremo mai: in amore, invece di andare avanti, torniamo sempre indietro!”.

e3587880-ccda-4652-bbe6-d0f1c06e064f_mediumEppure di amore si vive. Lo sa il comico romano e lo sa il pubblico in sala. Tutti noi abbiamo avuto un amore da raccontare, non importa se sia stato il primo o l’ultimo: ci ha fatto ridere, ci ha fatto piangere, ma è stato amore, ed è rimasto scolpito per sempre nei nostri cuori perché ci abbiamo investito la parte più vera di noi, quella che più ci appartiene. D’amore si parla tutti i giorni in tutti i luoghi tra tutti noi. E Riccardo Rossi nel suo nuovo spettacolo ci “spiega” i trucchi per affrontare al meglio tutte le fasi di una storia sentimentale, tutte le avventure che un amore deve affrontare per sopravvivere a sé stesso.

Esistono tre tipi di amore: l’amore presente,di cui ci nutriamo quotidianamente; l’amore al passato, più longevo, che si alimenta di ricordi spesso nostalgici e malinconici; l’amore al futuro, il più evanescente. Spostando le lancette dell’orologio indietro nel tempo, la prima volta che lo abbiamo incontrato eravamo poco più che adolescenti. Ognuno di noi certamente si ricorderà il primo approccio con l’amata, noi così impacciati e timidi da non riuscire a dir nulla se non il classico “ti posso parlare di una cosa? Ci mettiamo insieme?”. Ma, in realtà, non sapevamo assolutamente nulla di cosa fosse un fidanzamento e di come ci si dovesse comportare. Ed è stato sempre un “no” secco. In cambio, però, la nostra “lei”, spontaneamente, ci offriva la sua eterna amicizia. E a noi andava bene anche così.

L’amore è sofferenza. Per Riccardo Rossi più si soffre più si ama ed è di quell’amore che si hanno i ricordi più belli. A testimone viene scomodato Leopardi, il rappresentante per eccellenza della proporzionalità diretta fra amore e dolore. È evidente negli struggenti versi de “La quiete dopo la tempesta”.

Durante il monologo, mai noioso o pesante, Riccardo Rossi affronta con la sua delicata ironia l’evoluzione dell’amore in ogni sua forma: dalla prima dichiarazione al rapporto con la madre, dal primo fidanzamento alla convivenza fino alle seconde nozze. E ogni passaggio è scandito da musiche e canzoni ad hoc ceh richiamano il tema trattato. Ma alla fine di questa disamina, per il professor Rossi esisteranno coppie davvero innamorate? Solamente la conclusione dello spettacolo e qualche diapositiva proiettata sullo schermo potrà rivelarcelo.

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