Laurel & Hardy: la prima coppia d’assi del cinema, dopo i Lumière

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50 anni fa moriva Stan Laurel. ‘Stan & Ollie’ rivoluzionarono la comicità e rappresentarono la classe media americana flagellata dalla crisi del ‘29

L’inglese era magro e sbarbato, portava il papillon e tentava sempre, invano, di mantenere il suo aplomb britannico, senza mai capire come mai intorno a lui si perdesse così facilmente la calma. L’americano era corpulento e con i baffi, aveva la cravatta ed affrontava ogni situazione con un piglio decisionista da vero yankee che puntualmente portava al disastro. Il primo un subalterno incapace di obbedire, il secondo un leader incapace di comandare.

Stan Laurel e Oliver Hardy, la prima coppia comica a lasciare il segno nella storia del cinema, continuano ad aver con il pubblico una familiarità che gli altri grandi della loro generazione non hanno. Nessun loro contemporaneo, nemmeno i più venerati, ha saputo conquistare l’affetto di cui loro godono tuttora. A sette decenni di distanza, i loro film e le loro comiche vengono riproposti in tv continuamente, incontrando sempre nuove generazioni di fan, soprattutto giovanissimi.

Un successo dovuto soprattutto all’originalità del loro linguaggio filmico, che non li rende inquadrabili né nel cinema muto né in quello sonoro, e all’immediatezza della loro comicità. Immediatezza non vuol dire superficialità. Vengono lanciati nel 1926 dal leggendario produttore Hal Roach ma hanno già alle spalle una decina d’anni di carriera ciascuno. Si sono già sfiorati sul set nel 1921 con Lucky Dog. Niente a che vedere con la coppia che consociamo: Ollio era un rapinatore, Stanlio il derubato. Roach rovescia lo stile del suo rivale Mack Sennett e impone alla velocità vorticosa della comica improvvise decelerazioni del ritmo, che infondono all’azione una modernità spiazzante. Non può essere un caso che i due siano gli unici divi del muto a saper passare al sonoro in maniera indolore. Il segreto della loro comicità sta in un perenne conflitto latente tra dialogo e silenzio. I loro film hanno un impianto sonoro ma improvvisamente irrompono lunghe pause mute in cui si accumulano i disastri causati da Stanlio e la collera trattenuta a fatica di Ollio, fino alla successiva esplosione di caos, anche acustico. Quella parlata così strana che usano entrambi (le loro principali voci italiane saranno Alberto Sordi per Hardy e Mauro Zambuto per Laurel) è come un gesto di protesta, una ribellione alla “dittatura delle parole” che si è instaurata nel cinema.

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Arthur Stanley Jefferson, in arte Stan Laurel, nasce ad Ulverston, nel nord dell’Inghilterra, il 16 giugno 1890. Suo padre è un impresario teatrale e Stan inizia a calcare il palcoscenico fin da bambino. Arriva negli Usa nel 1910 con la compagnia teatrale di Fred Karno. È nella compagnia anche Charlie Chaplin, di cui Stan è il sostituto. Esordisce nel cinematografo con la Universal e inizia a lavorare come regista e attore. Le sue comiche hanno discreto successo ma non riescono a emergere nel mare di concorrenza che si è ormai creata. Servirebbero un colpo di genio e uno di fortuna.

Oliver Norwell Hardy è nato ad Harlem, in Georgia, il 18 gennaio 1892, quinto e ultimo figlio di un avvocato. A 14 anni pesa 111 kg e arriverà ad essere alto quasi 1,90. La famiglia vorrebbe destinarlo alla carriera militare ma Ollie è irresistibilmente attratto dall’arte. È un discreto cantante ma la sua vera passione è il cinema. Con quella stazza gli vengono assegnate quasi sempre parti da cattivo (vedi Lucky Dog).

Il primo film in cui Hal Roach li mette ufficialmente insieme è A 45 minuti da Hollywood. Il successo della coppia è immediato e non accenna a diminuire fino a dopo la guerra, con titoli leggendari come I figli del deserto, Compagno B, Avventura a Vallechiara, Fra’ Diavolo, Gli allegri imbroglioni, Noi siamo le colonne e tanti altri. Dal punto di vista tecnico, il cervello della coppia sarà sempre Laurel che, a differenza dell’amico, incide fortemente anche su scrittura, regia e post-produzione dei film. Hardy davanti alla cinepresa è sempre un fuoriclasse ma, appena finito sul set, preferisce correre sui campi da golf o alle mega-feste di Hollywood.

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Dopo un periodo di appannamento alla fine degli anni ’40, la coppia ritorna in voga grazie alla riproposizione televisiva dei propri film che conquista anche (e non potrebbe essere diversamente) il nuovo pubblico. Purtroppo i due, entrambi minati da gravi problemi di salute, non possono approfittare a dovere di questo nuovo successo. Nel loro ultimo film, Atollo K (1951), co-produzione italo-francese dalla quale si sfilano all’ultimo momento Totò e Fernandel, Stan e Ollie compaiono in condizioni fisiche pessime.

Oliver Hardy muore il 7 agosto 1957, dopo un periodo di molteplici peggioramenti. Stan Laurel si spegne il 23 febbraio 1965, esattamente mezzo secolo fa. Nel 1961 ha ricevuto un Oscar alla carriera, che naturalmente ha dedicato al grande amico e collega scomparso.

Stan Laurel si è sposato cinque volte (una delle sue ex-mogli lo ha accusato di averla picchiata con una padella); Oliver Hardy tre: la seconda moglie ha chiesto il divorzio dopo che lui aveva perso 30mila dollari alle corse dei cavalli in un pomeriggio. Eppure sullo schermo i due diventano il simbolo dell’ottimismo e dell’incapacità di odiare che finiscono sempre per avere la meglio sulla violenza e sulla prepotenza. Non tardano a identificarsi con loro il pubblico americano e mondiale impoverito dalla crisi del ’29, trovando qualche ora di svago nelle gesta di due ingenui spesso vestiti di stracci che sgominano prepotenti d’ogni sorta, non di rado in uniforme. Assolutamente nessun messaggio politico da parte della coppia. Il loro patto mai sciolto con il pubblico è: non siamo qui per dirvi che avete un sacco di problemi, perché lo sapete già, siamo qui per farveli dimenticare per un po’.

 

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